Davanti alla 7ª Commissione Cultura del Senato, la FIALS-CISAL ha tracciato un quadro chiaro e preoccupante sullo stato delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche italiane. A quasi trent’anni dalla prima riforma del settore, le fondazioni vivono un paradosso: vengono gestite con criteri aziendalistici, ma senza risorse né stabilità. Le continue riduzioni delle piante organiche hanno portato alla sostituzione del personale stabile con precari o appalti esterni, mentre chi lavora con contratti a termine non può superare i 36 mesi di servizio, vanificando così anni di formazione e esperienza. A ciò si aggiunge una cronica insufficienza dei finanziamenti: il Fondo Unico per lo Spettacolo è tra i più bassi d’Europa e, negli ultimi trent’anni, è stato ridotto anziché rafforzato. Intanto i Conservatori e le Accademie formano migliaia di giovani ogni anno, ma le opportunità nelle fondazioni restano pochissime, spingendo molti talenti a cercare fortuna all’estero. Grave anche la situazione dei Corpi di Ballo: ne restano solo quattro stabili e il nuovo Codice dello Spettacolo rischia di introdurre un modello basato su artisti itineranti e precari, invece di valorizzare la professionalità e la continuità artistica. La FIALS ha chiesto al Parlamento un piano di finanziamento pluriennale stabile, una riforma normativa organica che tuteli i lavoratori, la ricostituzione dei corpi di ballo, e un vero riequilibrio territoriale, in particolare a favore del Sud.Tra le proposte, anche una maggiore integrazione tra i Ministeri della Cultura e dell’Istruzione e criteri più trasparenti per la nomina dei vertici delle fondazioni. La lirica italiana è patrimonio UNESCO e parte dell’identità culturale nazionale. Per rilanciarla serve una scelta politica coraggiosa, capace di trasformare il nostro patrimonio artistico in una leva di sviluppo, lavoro e orgoglio per tutto il Paese.
Pierluigi Filagna segretario generale della Fials Spettacolo – Cisal