PURE//Summit: la PA tra sovranità del dato, cloud e innovazione

Per anni, la pubblica amministrazione italiana è apparsa come un mosaico di sistemi informativi isolati, ognuno chiuso nella propria logica a silos. Questa frammentazione ha spesso rallentato i processi decisionali e reso difficile fornire servizi efficaci ai cittadini. Oggi le regole del gioco sono cambiate in favore di una visione sistemica, spinta dall’implementazione della Strategia Cloud Italia, dall’istituzione del Polo Strategico Nazionale (PSN) e da una parola chiave: il cloud sovrano. La rotta è tracciata: riportare il controllo e la responsabilità delle informazioni pubbliche all’interno della PA, garantendo al tempo stesso accountability, trasparenza e sicurezza del dato.

Il cloud first come primo passo

Il primo passo verso il “cloud sovrano” è l’adozione del principio cloud first, ovvero la decisione strategica di migrare servizi e dati su infrastrutture cloud sicure e qualificate. Con il cloud – sia on premise che pubblico – la sicurezza diventa uniforme, lo sviluppo dei servizi più agile, la gestione più semplice e la continuità operativa una certezza. Quali risultati si ottengono a valle delle scelte strategiche descritte? Lo abbiamo chiesto agli ospiti della PA che abbiamo portato sul palco del PURE//SUMMIT (14 ottobre, Roma), con l’obiettivo di animare attraverso visioni, analisi ed esperienze il dibattito sulla gestione, produzione, archiviazione e scambio dei dati.

Migliori dashboard, dati accessibili in tempo reale, risposte tempestive ai bisogni della collettività. Un esempio arriva dal Ministero dell’Istruzione e del Merito: qui, la migrazione al cloud ha permesso di armonizzare un’enorme quantità di informazioni su un unico datalake, offrendo alle direzioni generali dashboard interattive e dinamiche che riportano dati correlabili in tempo reale e permettono di rispondere in maniera tempestiva ai bisogni dei cittadini.

Cloud, sicurezza e continuità: i risultati concreti

L’adozione di tecnologie cloud, sia on premise che pubbliche, permette oggi di realizzare servizi più sicuri e uniformi, grazie a protocolli condivisi e alla presenza di provider che assicurano la continuità operativa nel 99% dei casi. Non solo: questi strumenti abilitano modelli di sviluppo più agili, coinvolgendo direttamente gli utenti e migliorando l’efficacia complessiva dei servizi. Per la pubblica amministrazione – e per tutti noi cittadini – si apre una stagione in cui l’innovazione non è solo tecnologica, ma soprattutto culturale e organizzativa: è una questione di visione, di scelte organizzative, di capacità di scommettere sull’innovazione, di cambiamento culturale.

L’alleanza tra pubblico e privato: innovazione condivisa

Le sfide restano ancora molte: la stratificazione di sistemi informativi del passato ha lasciato in eredità la necessità di omologare e modernizzare le infrastrutture. Le amministrazioni devono essere pronte a gestire i dati sia nei data center sia nel cloud pubblico e privato. Tuttavia, presentano ancora un gap di competenze tecniche e faticano a reperire rapidamente personale e strumenti specializzati. I privati possono colmare questa carenza portando innovazione e know-how. La chiave non è solo nella tecnologia, ma nella capacità di costruire insieme. Siamo all’inizio di un’epoca in cui dati, sicurezza e collaborazione tra pubblico e privato sono elementi indispensabili per servizi pubblici di qualità.