La sua battaglia per la figlia colpita da encefalite virale ha portato alla nascita dell’insegnante di sostegno e all’abolizione delle classi differenziali
Se oggi un bambino con disabilità può frequentare la scuola pubblica, è anche grazie a lei: Mirella Antonione Casale, scomparsa il 10 novembre scorso a Torre Pellice, che ha trasformato il dolore per la malattia della figlia in una rivoluzione culturale e normativa che ha aperto le classi comuni all’inclusione.
LA MALATTIA DELLA FIGLIA FLAVIA
Nel 1957, la figlia Flavia, di appena sei mesi, contrae l’influenza asiatica, una forma virale che in quell’anno colpisce milioni di persone nel mondo. Le complicanze sono devastanti: febbre altissima, convulsioni, e infine una grave encefalite virale. La bambina entra in coma, con una prognosi di morte certa. Solo un farmaco sperimentale, appena giunto dall’estero e specifico per lattanti, riesce a salvarle la vita.
Flavia sopravvive, ma riporta danni cerebrali permanenti. Le lesioni neurologiche compromettono le funzioni cognitive e motorie, rendendo necessaria un’assistenza continuativa. Quando Mirella tenta di iscriverla a scuola, tutte le istituzioni rifiutano l’ammissione. Quel rifiuto segna l’inizio di una battaglia che avrà conseguenze nazionali e valide ancora oggi.
UNA PATOLOGIA RARA E DEVASTANTE
L’encefalite virale è un’infiammazione acuta del cervello causata da un’infezione virale. Nei lattanti, come nel caso della figlia di Mirella Casale, può manifestarsi in modo improvviso e violento, con febbre alta, convulsioni e perdita di coscienza. I virus responsabili sono numerosi - tra cui herpesvirus, enterovirus, virus influenzali e parechovirus - e l’infezione può danneggiare il sistema nervoso centrale sia per effetto diretto del virus sia per una risposta immunitaria anomala dell’organismo.
Si tratta di una condizione rara (incidenza stimata tra 1 e 10 casi ogni 100.000 bambini all’anno), ma nei neonati e nei bambini sotto l’anno di età può avere conseguenze particolarmente gravi. Nei casi più severi, come quello di Flavia, l’encefalite può condurre al coma e, anche in caso di sopravvivenza, lasciare esiti neurologici permanenti: disabilità cognitive, motorie, epilessia, disturbi del linguaggio e della relazione.
È in questo contesto clinico, segnato da una diagnosi rara e da un futuro incerto, che Mirella Casale si trova a dover affrontare non solo la malattia della figlia, ma anche l’isolamento istituzionale e sociale. La sua risposta non è la rassegnazione, ma l’impegno: una battaglia che parte da un caso personale e diventa una riforma nazionale.
LA RIFORMA DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA
Nel 1968 Mirella Casale vince il concorso da Preside e viene assegnata alla scuola media “Camillo Olivetti” di Torino. Qui, nel 1971, avvia una sperimentazione pionieristica: l’inserimento di alunni con disabilità intellettiva e psico-fisica nelle classi comuni, nel primo modello di tempo pieno. L’esperienza, nata in un contesto di fermento sociale e pedagogico, dimostra che l’inclusione non solo è possibile, ma necessaria.
Il suo lavoro contribuisce in modo decisivo all’approvazione della Legge 517 del 4 agosto 1977. Questa norma segna una svolta epocale: abolisce le classi differenziali, che fino ad allora segregano gli alunni con disabilità in percorsi separati, e introduce la figura dell’insegnante di sostegno, destinata a garantire il diritto all’istruzione in un contesto inclusivo. Per la prima volta, il sistema scolastico italiano riconosce il principio che tutti gli alunni, indipendentemente dalla loro condizione, hanno diritto a frequentare le stesse scuole e a ricevere un’educazione di pari dignità.
Dal 1977 al 1982, Mirella Casale riceve l’incarico dal Ministero della Pubblica Istruzione per coordinare l’integrazione scolastica presso il Provveditorato agli Studi di Torino. Il suo approccio, basato sull’equità e sull’accesso universale all’istruzione, influenza generazioni di educatori, dirigenti scolastici e legislatori, contribuendo a costruire un modello che oggi è considerato tra i più avanzati in Europa.
L’IMPEGNO ASSOCIATIVO E IL VOLONTARIATO
Oltre all’attività scolastica, Mirella Casale ha guidato ANFFAS Torino e fondato la sezione delle Valli Pinerolesi. Anche in pensione, ha continuato a battersi per i diritti delle persone con disabilità, ricevendo la Rosa d’Oro, la massima onorificenza dell’associazione.
UN’EREDITÀ CHE PARLA A TUTTE LE FAMIGLIE
La sua storia dimostra come una diagnosi rara e devastante possa diventare il motore di un cambiamento collettivo. Mirella Casale ha trasformato il dolore in azione, la solitudine in comunità, l’esclusione in diritto. La sua eredità vive oggi in ogni aula che accoglie, in ogni docente che sostiene, in ogni famiglia che trova nella scuola un luogo di dignità.