Calzature ortopediche escluse dai rimborsi: interrogazione alla Camera e famiglie in difficoltà

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L’On. Ascari chiede al Ministro della Salute di intervenire per ripristinare la gratuità e garantire equità nazionale. ACMT-Rete denuncia gravi disuguaglianze territoriali

Mentre il nuovo Nomenclatore Tariffario è operativo, ma con i giorni contati, l’On. Stefania Ascari (M5S) ha presentato alla Camera dei deputati un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al Ministro della Salute, sollevando una questione che da mesi agita famiglie, associazioni e operatori sanitari: l’esclusione delle calzature ortopediche, di serie e predisposte, dalla fornitura gratuita del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in molte regioni italiane.

L’intervento parlamentare arriva dopo mesi di segnalazioni e proteste, in particolare da parte dell’associazione ACMT-Rete per la malattia di Charcot-Marie-Tooth, aderente all’Alleanza Malattie Rare, che ha denunciato una grave disparità territoriale nell’accesso a questi ausili fondamentali per la mobilità di persone con disabilità, in particolare bambini e ragazzi con patologie neuromuscolari.

IL CONTESTO NORMATIVO: LEA E DECRETO TARIFFE

La radice del problema risale all’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) previsto dal DPCM del 12 gennaio 2017, reso operativo solo con il Decreto Tariffe del 25 novembre 2024. L’applicazione del nuovo nomenclatore ha generato confusione e ambiguità interpretative, portando diverse Regioni a escludere le calzature ortopediche di serie dai rimborsi. Il risultato è che molte famiglie si trovano oggi a dover sostenere spese fino a 400 euro per ogni paio di scarpe, ausili indispensabili per garantire autonomia e sicurezza nella deambulazione.

La questione non è nuova: già nei mesi scorsi, il caso della Lombardia aveva evidenziato le conseguenze concrete dell’applicazione del nuovo nomenclatore tariffario, con proteste diffuse e richieste di chiarimento da parte delle famiglie. Un episodio emblematico che ha aperto il dibattito pubblico, ma che non ha ancora trovato una risposta nazionale coerente.

LE RICHIESTE AL MINISTRO DELLA SALUTE

Nell’interrogazione, l’On. Ascari chiede al Ministro della Salute di chiarire quante persone con disabilità siano attualmente escluse dalla fornitura gratuita di calzature ortopediche. Inoltre, sollecita un intervento per ripristinare la gratuità a livello nazionale, laddove clinicamente appropriata, e chiede quali misure siano previste per garantire un accesso uniforme ai Livelli Essenziali di Assistenza su tutto il territorio nazionale.

LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI: ACMT-RETE IN PRIMA LINEA

ACMT-Rete ha espresso forte preoccupazione per gli effetti della riforma LEA 2025 sull’accesso agli ausili, in particolare alle calzature ortopediche. L’associazione evidenzia come la revoca del DM 332/1999 e il passaggio a un sistema basato su gare regionali rischino di compromettere la continuità assistenziale e di generare disuguaglianze territoriali. Secondo ACMT-Rete, la nuova impostazione normativa mette in discussione il diritto all’autonomia delle persone con disabilità, trasformando un ausilio essenziale in un bene non garantito. Il timore è che, in assenza di correttivi, molte famiglie si trovino costrette a sostenere spese ingenti per dispositivi che dovrebbero essere garantiti dal Servizio sanitario nazionale.

UNA QUESTIONE DI EQUITÀ E DIRITTI

Il nodo, dunque, resta politico e culturale: l’accesso a un ausilio fondamentale non può essere lasciato alla discrezionalità regionale né subordinato a interpretazioni amministrative. L’interrogazione parlamentare riporta al centro dell’agenda pubblica una richiesta di giustizia e coerenza: assicurare che i diritti delle persone con disabilità non siano soggetti a confini geografici. In attesa di risposte concrete da parte del Ministero della Salute, le famiglie e le associazioni continuano a chiedere ciò che dovrebbe essere scontato: pari dignità, pari accesso, pari diritti.

Recapiti
info@osservatoriomalattierare.it (Alessandra Babetto)