Dati Ami: il nuovo quadro familiare | Associazione Matrimonialisti Familiaristi Italiani - Per la tutela delle persone, dei minorenni e della famiglia

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A Roma e nel Lazio si registra un cambiamento nelle relazioni familiari. Secondo il rapporto dell’Associazione matrimonialisti italiani (Ami), si osserva un calo dei matrimoni e un aumento delle separazioni, con procedure sempre più complesse e ripercussioni sui figli. Il quadro emerge da dati ufficiali che descrivono abitudini, difficoltà e criticità del territorio.

Nel 2024 i matrimoni registrati a Roma sono stati 6440, un minimo dal 2015. Dopo il calo del 2020, con 4031 celebrazioni, la capitale aveva visto una ripresa fino ai 6702 del 2023. L’anno successivo ha interrotto questa tendenza.

La maggior parte delle coppie che si sposano rientra nella fascia d’età 30-34 anni, con 1593 nozze, seguita dagli over 40 con 1359 celebrazioni e dai 35-39enni con 1027. Il 31,6% dei riti è stato celebrato in chiesa, confermando una preferenza per il matrimonio civile.

Questo rallentamento non riguarda solo Roma, ma nel Lazio assume caratteristiche più marcate, probabilmente legate a fattori economici, instabilità lavorativa e difficoltà abitative.

Parallelamente al calo dei matrimoni, cresce il numero delle rotture. Nel 2024 sono stati registrati 1489 divorzi tramite accordi extragiudiziali e 1645 separazioni, per un totale di 3134 unioni finite. L’Ami segnala che questo equivale a un matrimonio concluso ogni due nuovi celebrati.

L’età media delle coppie che si dividono è fra le più alte d’Italia: 50 anni per gli uomini e 47 per le donne. Si registra un incremento dei casi riguardanti persone oltre i 65 anni.

Il Lazio detiene la quota più alta di negoziazione assistita, strumento per limitare il carico dei tribunali e facilitare accordi senza giudizio.

L’introduzione del cosiddetto divorzio breve con la riforma Cartabia ha semplificato alcuni passaggi, spingendo molte coppie a formalizzare la separazione. L’aspettativa era di ridurre i tempi, ma il sistema non riesce a garantire la rapidità prevista.

La legge indica un tempo massimo di tre mesi per la comparizione davanti al giudice. A Roma, però, i tempi possono raddoppiare o triplicare a causa della carenza di magistrati specializzati: mancano otto giudici nella sezione civile dedicata.

La durata media dei procedimenti civili in Italia è di circa 460 giorni. La Corte d’Appello di Roma supera gli 800 giorni, incidendo sulla vita delle famiglie.

Secondo i dati Ami, il 35% delle separazioni giudiziali riguarda coppie con figli contesi o coinvolti in situazioni di abuso o violenza domestica. Ritardi e rinvii prolungano la permanenza in ambienti fragili.

Un’altra statistica riguarda i femminicidi: il 60% delle vittime era in fase di separazione. Secondo gli esperti, è necessaria una tutela immediata per chi vive situazioni di rischio.

Il quadro che emerge per Roma e Lazio descrive un territorio che cambia abitudini, valori, priorità. Le scelte affettive si modificano e aumentano le richieste di supporto ai servizi pubblici.

Gli operatori del settore sottolineano la necessità di potenziare gli uffici giudiziari, ampliare le competenze specifiche in diritto di famiglia e rafforzare le reti di sostegno per adulti e minori. Un impegno che coinvolge istituzioni locali, assistenti sociali, centri specializzati e professionisti legali.

Il 2024 mostra una Roma che vede diminuire le unioni e crescere le separazioni. Comprendere questa trasformazione permette di cogliere il modo in cui sta cambiando la vita quotidiana di migliaia di famiglie laziali.

Nel 2024 a Roma:

Matrimoni: 6440 (minimo dal 2015)

Divorzi extragiudiziali: 1489

Separazioni: 1645

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Redazione