Regia: Mats Grorud
Origine: Norvegia, Francia, Svezia
Anno: 2023
Durata: 102 minuti
Versione originale coi sottotitoli in italiano
Fasce di pubblico: Scuola primaria e secondaria
Wardi è una bambina palestinese di 11 anni che vive nel campo profughi di Burj El Barajneh, in Libano. Un giorno, viene improvvisamente resa consapevole della precarietà della vita quando il suo amato bisnonno Sidi decide di darle la chiave che porta al collo. Una decisione che alcuni vicini vedono come una perdita di speranza e che spinge Wardi a porsi delle domande sulla sua famiglia. Un’indagine ingenua e insistente che le permetterà di scoprire la storia del suo paese di origine, dall’inizio dell’esodo del 1948 in Galilea, e chiarire comportamenti che aleggiano tra una speranza di ritorno e la disperazione dei rifugiati.
Il film si basa sulle testimonianze raccolte dal regista durante i suoi viaggi in Palestina e in Libano. Il suo interesse per questo popolo iniziò negli anni 80. Da bambino trascorse un anno in Cairo e visitò Gaza. Sua madre, un’infermiera norvegese, lavorava nei campi profughi e gli mostrava le foto dei bambini costretti a vivere in condizioni di estrema povertà e con la paura della guerra.[2]
Il film combina tecniche Passo uno e di animazione 2d, usata nei flashback storici. La scelta è principalmente dovuta al basso budget di produzione. Il lavoro è stato diviso fra Norvegia (storia, storyboard, montaggio), Svezia (suono) e Francia (animazione, musica, composizione, color grading)