Connected Health e Journey mapping. L’Innovation Lab di FORUM Sanità

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Connected Health e Journey mapping: le evidenze emerse durante l’Innovation Lab di FORUM Sanità 2025

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La necessità di integrare soluzioni digitali nei percorsi di prevenzione, diagnosi e presa in carico e il ruolo chiave di Fascicolo Sanitario Elettronico, telemedicina e farmacie: è quanto emerso durante l’Innovation Lab “Connected Health and Journey Mapping” di Forum Sanità 2025. Si evidenzia inoltre l’urgenza di formazione, comunicazione e interoperabilità per garantire equità ed efficacia nei servizi sanitari

20 Novembre 2025

P

Marco Paparella

Partner “Healthcare Innovation” P4I

G

Eleonora Grosso

Associate Partner “Healthcare Innovation”

D

Sara Di Giorgio

Consultant “Healthcare Innovation”

Foto di Rachele Maria Curti - https://flic.kr/p/2rATfs6

Il concetto di Connected Health costituisce ormai da anni uno dei principali paradigmi nell’evoluzione della sanità digitale. In un contesto in cui la persona si trova progressivamente al centro dell’ecosistema salute, la capacità di integrare le diverse dimensioni di cura – dalla prevenzione alla diagnosi, dal trattamento al follow-up – passa inevitabilmente attraverso una trasformazione digitale profonda e sistemica. Il digitale rappresenta infatti la leva abilitante fondamentale per realizzare concretamente un modello di Connected Health, che superi i tradizionali silos organizzativi e favorisca un continuum assistenziale senza soluzione di continuità tra cittadino, paziente e sistema sanitario.

Gli ultimi anni hanno visto diverse evoluzioni a livello normativo, organizzativo e tecnologico, che hanno indirizzato il sistema sanitario italiano verso la realizzazione di un modello di salute connessa, che trova applicazione a più livelli e in diversi ambiti strategici. Tuttavia, la maturità di questo ecosistema digitale dipende da molteplici fattori e presuppone l’integrazione di soluzioni innovative, processi organizzativi evoluti e piattaforme interoperabili e sicure.

Ma qual è oggi il contesto di riferimento in cui si muove la Connected Health e quali sono i principali driver che ne stanno guidando la concreta implementazione? Ne citiamo 4, a titolo non esaustivo ma sicuramente rappresentativo dei principali fronti su cui è in atto un’evoluzione.

  1. Riorganizzazione del sistema territoriale: il DM77 e la nuova presa in carico del paziente. La riforma sancita dal DM77 del 2022 segna un passaggio fondamentale nella ridefinizione delle modalità di presa in carico del paziente cronico e fragile. Il superamento della tradizionale dicotomia ospedale-territorio si realizza attraverso la costruzione di una rete territoriale integrata in grado di abilitare la presa in carico globale del paziente, introducendo nuovi Servizi e figure professionali supportati dalle tecnologie digitali e dagli strumenti di telemedicina.
  2. Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0: verso una sanità personalizzata e data-driven. Il potenziamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 rappresenta uno degli assi portanti del PNRR. Il FSE 2.0, da semplice “archivio di documenti” mira a diventare un vero e proprio “ecosistema di dati e servizi” unico a livello nazionale, rivolto ai cittadini e agli operatori delle strutture sanitarie pubbliche e private. Il FSE garantisce infatti un accesso omogeneo e sicuro alle informazioni sanitarie dei cittadini su tutto il territorio nazionale, integrando dati provenienti da diversi sistemi informativi, per rafforzare la continuità assistenziale. Inoltre, il FSE si costituisce come uno strumento essenziale per il governo clinico, la ricerca e l’innovazione, abilitando servizi digitali avanzati destinati sia ai professionisti che agli utenti, con particolare attenzione alla protezione dei dati e alla valorizzazione delle informazioni per finalità di salute pubblica.
  3. Telemedicina: Piattaforma Nazionale, Infrastrutture Regionali e Interoperabilità. La recente istituzione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT), promossa dal Ministero della Salute e realizzata da Agenas, segna un ulteriore passo avanti nel processo di digitalizzazione della sanità, a cui si aggiungono le Infrastrutture Regionali di Telemedicina (IRT), fondamentali per la diffusione capillare dei servizi sul territorio. La piattaforma si basa su un’architettura che combina il coordinamento nazionale e la gestione regionale. La PNT offre infatti servizi abilitanti per garantire l’uniformità dello standard a livello nazionale, mentre le IRT mettono a disposizione i servizi minimi di telemedicina, quali televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio, da attuare sul territorio, consentendo alle Regioni di rispettare le specificità e necessità locali. Il decreto del 31 dicembre 2024 relativo all’Ecosistema Dati Sanitari assicura l’integrazione tra Fascicolo Sanitario Elettronico, Telemedicina e Intelligenza Artificiale, fungendo da elemento centrale della nuova sanità digitale. Tale provvedimento garantisce la gestione unificata dei dati sanitari a livello nazionale per scopi di cura, prevenzione, ricerca, governance e programmazione sanitaria.
  4. Digitalizzazione dei DEA: verso strutture più integrate ed efficienti. La digitalizzazione delle strutture sanitarie rappresenta un ulteriore ambito strategico di intervento, sostenuto dai fondi PNRR e dalle direttive ministeriali. L’obiettivo è quello di elevare il livello di informatizzazione e integrabilità delle strutture sanitarie e ospedaliere estendendo il processo a tutti gli ambiti d’innovazione clinico-sanitaria: sistemi di Cartella Clinica Elettronica, Sistema Informativo di Laboratorio (LIS) e di Radiologia (RIS), ADT, nonché i Clinical Data Repository e altre soluzioni verticali. L’adozione di soluzioni digitali in questi ambiti favorisce una gestione più efficace e integrata dei percorsi clinici, migliora l’accessibilità ai dati, la tempestività degli interventi e la comunicazione tra i reparti. Questo approccio contribuisce a una risposta più adeguata ai bisogni clinici complessi e supporta una governance sanitaria più puntuale e orientata ai risultati.

La Connected Health si configura oggi come una sfida sistemica che attraversa policy, organizzazione, tecnologia e cultura, richiedendo una visione integrata e una capacità di tradurre le opportunità offerte dal digitale in valore concreto per il cittadino e per il sistema salute nel suo complesso.

Le evidenze emerse durante l’Innovation Lab di Forum Sanità

Queste tematiche sono state approfondite durante il Forum Sanità 2025, in particolare all’interno dell’Innovation Lab “Connected Health e Journey mapping del 22 ottobre, al quale hanno partecipato referenti di aziende sanitarie pubbliche e private, rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali e del mondo accademico.

Di seguito si presenta una sistematizzazione dei principali contributi e delle riflessioni emerse nel corso dell’evento.

L’analisi si è concentrata sulle principali fasi di un PDTA: dalla prevenzione, che mira a individuare precocemente i soggetti a rischio per ridurre l’insorgenza di specifiche malattie e comorbidità, alla diagnosi, volta a identificare la presenza e la gravità della patologia attraverso la valutazione clinica e diagnostica. Seguiranno la presa in carico, che prevede l’elaborazione di un piano di cura personalizzato e coordinato da un team multidisciplinare, e infine la terapia e il follow up, incentrati sul monitoraggio continuo del paziente, sulla rivalutazione dei casi complessi e sulla gestione tempestiva di eventuali peggioramenti clinici o nuovi sintomi.

Prevenzione

Criticità e aree di miglioramento

La fase della prevenzione rappresenta il primo snodo cruciale per l’efficacia della Connected Health; tuttavia, i dati e le testimonianze raccolte sottolineano come permangono notevoli barriere che ne limitano l’impatto. Molti cittadini non sono a conoscenza dell’esistenza o del funzionamento del FSE; la conoscenza e la consapevolezza degli strumenti digitali in generale è spesso scarsa o assente e la percezione dei vantaggi associati alla digitalizzazione resta bassa. Questa situazione si riflette in una limitata adozione delle soluzioni esistenti, che rischiano di rimanere sottoutilizzate sia nella popolazione generale sia tra i pazienti cronici.

Ulteriore elemento critico individuato riguarda l’aspetto della comunicazione, spesso poco tempestiva e difficilmente comprensibile. I siti e i portali delle aziende sanitarie risultano in generale poco accessibili e raramente aggiornati. Anche i MMG, pur avendo un ruolo potenzialmente chiave nel promuovere comportamenti preventivi e l’adozione di strumenti digitali, non sempre sono adeguatamente coinvolti e informati sui servizi disponibili, così da trasmettere il giusto grado di consapevolezza ai propri pazienti.

Soluzioni organizzative e tecnologiche

Per superare tali criticità, emerge la necessità di una strategia multilivello. In primo luogo, si propone lo sviluppo di campagne informative di ampia portata, che utilizzino linguaggi e canali diversificati per aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’esistenza e sull’utilizzo di FSE, app sanitarie e servizi digitali, sottolineando i benefici tangibili in termini di prevenzione e salute. È inoltre indispensabile investire nella formazione digitale, sia della popolazione generale sia degli stessi operatori sanitari.

Dal punto di vista tecnologico, le soluzioni più promettenti proposte dal Tavolo di Lavoro includono lo sviluppo di applicazioni mobili e portali web che, partendo da dati certificati (ad esempio, parametri biometrici acquisiti tramite dispositivi personali), inviino alert preventivi e consigli pratici personalizzati per il miglioramento del proprio stato di salute. Tali strumenti potrebbero essere integrati con il FSE, interfacciarsi con i MMG e facilitare il primo confronto del cittadino con il sistema (sia in ambito tradizionale, sia tramite internet e piattaforme digitali). Un’applicazione capace di rispondere rapidamente ai quesiti posti dagli utenti, anche in condizioni di stress, potrebbe rappresentare una leva determinante per alleggerire il carico informativo e rendere il sistema sanitario più vicino e accessibile.

Dal punto di vista organizzativo, si sottolinea la necessità di rendere più trasparenti e fruibili le informazioni nei siti istituzionali, di definire roadmap di accessibilità chiare e di intensificare il coinvolgimento dei MMG come mediatori tra cittadino e servizi (digitali). La stratificazione intelligente dei pazienti sulla base di indicatori di rischio e senza demandare scelte cliniche critiche a sistemi automatizzati può inoltre supportare l’attuazione di campagne di prevenzione più mirate e l’allocazione efficiente delle risorse, nel rispetto della privacy e della tutela dei dati personali.

Diagnosi

Criticità e aree di miglioramento

Nella fase della diagnosi, la Connected Health si caratterizza come volano di innovazione per la tempestività e l’accuratezza dei processi clinici. Tuttavia, ricollegandoci a quanto detto in precedenza, persiste una diffusa necessità di migliorare la consapevolezza e l’adesione dei cittadini all’uso degli strumenti digitali per la diagnosi precoce, anche attraverso campagne di informazione mirate. Un aspetto critico emerso riguarda la frammentazione delle applicazioni e dei portali regionali, spesso privi di interoperabilità, che limita la possibilità di registrare e integrare dati clinici provenienti da fonti diverse (ad esempio, dispositivi indossabili, app di monitoraggio, sistemi FSE).

Tra le sfide sistemiche, sono state evidenziate problematiche legate alla gestione della privacy, sia nella raccolta sia nell’analisi dei dati, che richiedono il rafforzamento delle reti per la gestione degli incidenti e la definizione di policy chiare per la protezione delle informazioni sensibili. Un ulteriore punto critico emerso riguarda le COT: sebbene concepite come snodo centrale per la gestione integrata dei pazienti complessi, nella pratica risultano ancorate a logiche territoriali tradizionali e ancora distanti dalle esigenze di una sanità realmente connessa.

Soluzioni organizzative e tecnologiche

Sul fronte delle soluzioni, i contributi raccolti suggeriscono la rapida adozione di tecnologie avanzate che permettano la registrazione sistematica e l’analisi automatica di sintomi, parametri vitali e alert clinici. In particolare, l’impiego dell’IA potrebbe consentire di identificare pattern clinici su grandi moli di dati (ad esempio, TAC e referti radiologici), supportando il medico nella diagnosi e riducendo il rischio di falsi positivi. L’introduzione di soluzioni come il Digital Twin, ovvero la creazione di una rappresentazione digitale aggiornata del profilo clinico del paziente, rappresenta una ulteriore frontiera per la personalizzazione e la precisione della diagnosi.

La standardizzazione e la codifica strutturata dei referti clinici – “referti certificati” inseriti nei sistemi secondo criteri e score condivisi – è un altro elemento chiave, così come la possibilità di integrare sistemi di alert che coinvolgano non solo il paziente, ma anche il team di assistenza (inclusi caregiver e case manager). Dal punto di vista organizzativo, la presenza di figure dedicate come i caregiver (sia familiari che aziendali) e il case manager è stata indicata come fondamentale per garantire la continuità del percorso diagnostico e la gestione efficace dei dati rilevati. Tuttavia, occorrerà garantire che strumenti per la clusterizzazione dei pazienti abbiano sempre il supporto “umano” nella valutazione clinica.

Presa in carico, terapia e follow up

Criticità e aree di miglioramento

La fase di presa in carico, terapia e follow up è quella dove la Connected Health mostra un enorme potenziale in termini di miglioramento degli esiti clinici, qualità della vita e sostenibilità del sistema. Tuttavia, il coinvolgimento attivo del paziente risulta ancora sfidante: la creazione di una relazione di fiducia duratura tra paziente e sistema sanitario è spesso ostacolata dalla complessità dei flussi organizzativi, dalla difficile accessibilità di alcune piattaforme e dalla carenza di roadmap chiare, soprattutto per i soggetti cronici e fragili.

A livello di sistema, permane una forte disomogeneità tra territori nella capacità di garantire uniformità di processi, strumenti e risultati. Inoltre, la c

Recapiti
di Marco Paparella, Eleonora Grosso e Sara Di Giorgio