Asvis: Il punto di Giovannini – Mobilità sostenibile: innovazione e sfide per un futuro più vivibile – 20 novembre 202

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La scorsa settimana, presso l’auditorium della Confindustria di Roma, si è svolto il convegno inaugurale di Most, il centro di ricerca finanziato con i fondi del Pnrr che opera a Milano sulla mobilità sostenibile. Nei due giorni dell’evento non si è parlato solo di politiche e strategie: sono state presentate innovazioni e sperimentazioni che spaziano dalle biciclette alle navi, fino agli aerei, capaci di trasformare la ricerca in soluzioni concrete per l’intera filiera della mobilità sostenibile.

Quando il governo Draghi decise di creare questo centro di ricerca, uno dei cinque finanziati dal Pnrr, l’obiettivo era chiaro: la mobilità sostenibile richiede non solo regole, ma anche soluzioni innovative. Non a caso, quando ero al Ministero, avevo modificato il nome del dicastero, da “Ministero delle infrastrutture e trasporti” a “Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili”, per sottolineare anche l’importanza di infrastrutture realmente sostenibili. Oggi, con il cambio di governo, alcune di queste ambizioni, anche semantiche e culturali (passa dai “mezzi” di trasporto – uno strumento – alla “mobilità sostenibile” – il fine) sembrano abbandonate o rallentate.

Ad esempio, i tagli ai fondi per la mobilità sostenibile, che avevamo pianificato per otto anni, e le riduzioni delle risorse per metropolitane e piste ciclabili di grandi città come Milano e Roma sono solo alcuni segnali di un’inversione di tendenza.

C’è dunque una prospettiva diversa su questi temi che sembra guidare oggi la politica nazionale. La buona notizia è che tantissime amministrazioni locali e alcune regioni continuano a investire nella direzione della mobilità sostenibile, innovando sistemi di trasporto e introducendo regole diverse, come le zone a 30 chilometri all’ora, pensate non solo per ridurre incidenti, ma anche per migliorare la vivibilità urbana. I dati di Bologna dimostrano l’efficacia di queste misure: dopo l’introduzione delle zone a 30 all’ora, incidenti e mortalità sono drasticamente calati, così come il numero e la gravità dei feriti. Soluzioni simili sono attuate in altre città europee, in linea con le strategie dell’Unione europea.

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