AI e lavoro: rischi, costi e nuove opportunità professionali

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L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sull’occupazione

Professioni a rischio con l’AI: traduttori, interpreti e lavori intellettuali

Se è vero come è vero che l’avvento dell’intelligenza artificiale ha creato nuove figure professionali molto ricercate, che chissà poi se dureranno nel tempo, è altrettanto vero che molti professionisti sono “caduti” nella battaglia: capacità umane versus AI.

Uno dei settori dove c’è stata una escalation di licenziamenti è il campo delle traduzioni.

A luglio Microsoft ha fatto uno studio sui lavori che sarebbero stati meno richiesti perché sostituiti dall’AI. In cima alla lista si trovano traduttori e interpreti. L’AI, infatti, si sovrappone al 98% alle attività svolte da queste figure, secondo lo studio.

L’AI come “tagliateste”: testimonianze dal mondo del lavoro

Impatto dell’AI sulle aziende e licenziamenti nel settore traduzioni

«Di colpo, l’AI ha azzerato i nostri conti, abbiamo dovuto licenziare dipendenti di fiducia pur avendo clienti “soddisfatti”» dice Barbara Beatrice Lavitola, fondatrice di BBL Global Translation, società di traduzioni altamente specializzata che lavora tra l’Italia e la Spagna.

L’azienda per 15 anni era cresciuta in maniera costante occupandosi anche di traduzioni tecniche come in campo medico, scientifico e legale. Più rapidamente di quanto previsto i clienti si sono eclissati, limitando le richieste di consulenza a un mero controllo dei testi tradotti interamente dall’AI, che rispetto al 2006, anno in cui è nato Google Translate, sono decisamente migliorati con margine di errori molto ridotti.

In particolare, merita una menzione DeepL, azienda tedesca a cui hanno iniziato a rivolgersi soprattutto gli avvocati come clienti. Per ridurre i costi, sono i praticanti a verificare la pertinenza e la correttezza delle traduzioni sottraendo così lavoro ai traduttori esperti.

Lavitola, che ha fatto studi in materia di tecnologie digitali ed è sempre stata aperta al nuovo, continua: “quello che non mi aspettavo è che l’avvento dell’AI su larga scala e a titolo gratuito a tutti gli utenti avrebbe portato a questo “improvviso” cambio di paradigma: si iniziano a prediligere velocità e risparmio economico a discapito della qualità».

Il miglioramento delle traduzioni di ChatGPT e la diffusione di Copilot di Microsoft hanno stravolto tutto il settore nel giro di pochi mesi.

Inoltre, Lavitola sottolinea il paradosso di questo utilizzo di intelligenza artificiale per le traduzioni, per quanto concerne la riservatezza: per anni infatti ha lavorato con clienti che per le traduzioni le facevano firmare degli Nda, Non-Disclosure Agreement, gli accordi di riservatezza. «Ora mettono documenti riservati su ChatGPT e DeepL, senza porsi problemi». Afferma con disappunto.

Oltre agli interpreti e ai traduttori, esiste una miriade di altre professioni intellettuali, che sono a rischio disoccupazione, come storici, scrittori e autori, programmatori di strumenti di controllo numerico computerizzato, addetti all’intermediazione finanziaria, politologi, giornalisti, matematici, correttori di bozze, editors, specialisti di pubbliche relazioni, ecc. Di fronte a cambiamenti così veloci, se la politica non si farà trovare pronta, le conseguenze sociali potrebbero essere disastrose.

L‘intelligenza artificiale, ormai ne siamo certi, non è una moda passeggera destinata a scomparire, ma una forza trainante che sta rimodellando e che rimodellerà sempre di più il modo in cui lavoriamo e interagiamo con il mondo nella nostra quotidianità.

L’AI sta smettendo di essere un’applicazione e sta diventando un’infrastruttura.

Il rovescio della medaglia: opportunità dell’AI

Automazione e nuove opportunità lavorative con l’Intelligenza Artificiale

L’AI sta letteralmente automatizzando processi ripetitivi, migliorando l’efficienza operativa e creando nuove opportunità in settori che una volta sembravano inaccessibili, offrendoci sempre più la possibilità di prevedere trend di mercato, ottimizzare catene di approvvigionamento e personalizzare l’esperienza del cliente in modi precedentemente impensabili.

L’AI come ufficio di collocamento: nuove professioni emergenti

La crescita di nuove figure professionali con l’AI

Parallelamente all’automazione, l’AI sta generando una domanda crescente di nuove figure professionali e quindi se da una parte si sostituisce all’uomo per determinati settori, come indicato in precedenza, dall’altra per fortuna, nascono anche nuove opportunità lavorative e nuove professionalità, che fino a poco tempo fa erano inesistenti, e oggi sono ricercatissime.

Stando allo studio del World Economic Forum, The Future of Jobs Report 2020, l’Intelligenza Artificiale sostituirà 85 milioni di posti di lavoro nel mondo, entro il 2025. Analogamente si prevede che durante lo stesso periodo ne verranno creati circa 97 milioni di nuovi.

Alcuni atenei si sono già adeguati e stanno indirizzando gli studenti presso nuove facoltà che potrebbero aprire le porte a queste nuove professioni.

Andiamo ad analizzare solo alcune di queste, ricordarle tutte sarebbe prolisso e oltremodo noioso.

L’ingegnere dell’Intelligenza Artificiale

L’AI Engineer (o AI Architect) è un professionista che si occupa di creare e gestire i sistemi di intelligenza artificiale all’interno di un’azienda. Si occupa di progettare, sviluppare e far funzionare soluzioni basate su machine learning e deep learning.

Coordina tutto ciò che riguarda la tecnologia AI: sceglie gli strumenti giusti, controlla come funzionano i modelli e guida il team che lavora sull’intelligenza artificiale, mantenendo anche i rapporti con i fornitori.

Deve sapere programmare, usare librerie e framework per l’AI, conoscere le tecniche di sviluppo software e le piattaforme cloud. Inoltre, deve saper valutare e monitorare i sistemi, verificando parametri come prestazioni, disponibilità, scalabilità, resistenza e tolleranza agli errori.

Il Business Intelligence Analyst

Il Business Intelligence Analyst è un professionista dal bagaglio di competenze complesse e multiformi che organizza, categorizza e rielabora le informazioni aziendali in suo possesso, così da estrarre indicazioni sulle performance del business e sulle decisioni strategiche da prendere; in sostanza il Business Intelligence Analyst è un professionista che raccoglie e analizza i dati di un’azienda per capire come sta andando il business e aiutare a prendere decisioni strategiche.

Grazie alle sue capacità analitiche, riesce a trovare modelli e tendenze nei dati, prevedere i comportamenti del mercato e fornire informazioni chiare e organizzate per migliorare le scelte aziendali.

AI Manager

L’AI Manager è una figura professionale responsabile del coordinamento delle iniziative legate all’intelligenza artificiale all’interno dell’azienda. Si presenta come un ambasciatore dell’IA all’interno dell’organizzazione e si occupa dell’effettiva adozione attraverso processi di change management. Come promotore delle soluzioni di intelligenza artificiale in azienda, l’AI Manager definisce le fasi, i ruoli e le risorse coinvolte in un progetto, coordinando i vari team e calcolando il ROI. Inoltre, si occupa di organizzare la formazione e la crescita del team AI. Una visione d’insieme del progetto e del contesto operativo, nonché un legame stretto con il Consiglio di amministrazione, sono caratteristiche rilevanti per questo ruolo. Spesso questa figura professionale viene identificata con diverse denominazioni lavorative, come Head of AI o Chief AI Officer, ed è solitamente dotata di un background tecnico. In molti casi, infatti, l’AI Manager inizia come programmatore o Data Scientist all’interno dell’azienda, assumendo successivamente un ruolo più manageriale alla guida del team AI.

Artificial Intelligence Ethicist

L’Artificial Intelligence Ethicist è un esperto che si occupa di etica nell’uso dell’intelligenza artificiale.
Il suo lavoro è fare in modo che i sistemi di AI siano responsabili, sicuri e giusti per le persone e la società.

Si occupa di:

  • Valutare gli effetti sociali, morali e legali dell’AI.
  • Creare linee guida etiche per il suo uso corretto.
  • Affrontare problemi come privacy, discriminazione, errori o pregiudizi nei dati e responsabilità.

L’obiettivo è garantire che l’AI sia sviluppata e usata in modo etico, rispettando i valori fondamentali e generando un impatto positivo sulla società.
Inoltre, il suo lavoro aiuta le aziende a evitare rischi, rispettare le leggi e costruire fiducia con clienti e partner, trasformando l’etica in un vantaggio competitivo.

L’aspetto etico dell’AI

Trasparenza e responsabilità nell’uso dell’AI

La necessità di etica e trasparenza è fondamentale per evitare che l’AI diventi una fonte di rischio e incertezza, l’AI Ethicist diventa quindi cruciale per prevenire questi rischi, introducendo linee guida etiche, promuovendo la trasparenza nei processi decisionali e assicurando che i sistemi di AI siano privi di bias (preconcetti   volontari o distorsioni); in questo modo, garantisce che l’AI sia uno strumento di progresso al servizio dell’umanità.

Reinventarsi è possibile?

Se è vero come è indiscutibile che l’AI si sta già sostituendo a diverse figure professionali che si vedono “scippare” anni di attività a volte anche intensa e meritevole, è altrettanto vero che apre le porte a nuove figure che possono fiorire negli anni a venire.

Resta però da fare un importante considerazione, le nuove posizioni lavorative saranno, a quanto pare, appannaggio di esperti tecnologici, non sarà questo un pericoloso appiattimento? E giornalisti, scrittori, autori, politologi, traduttori, potranno reinventarsi in questo mondo digitale? E ne saranno capaci per contrastare la prepotenza fagocitante dell’AI?

Anche in questo caso lo scopriremo solo vivendo e osservando il mondo che cambia.

Nelide Quarato

Recapiti
Sara