S’Istoria Infinita: il Concerto e il Libro

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Concerto/ Spettacolo: 8 dicembre, Auditorium Parco della Musica di Roma –  ore 19.00

Libro: uscita primi di dicembre

Si intitola S’Istoria Infinida ed è il libro firmato Felice Liperi che ripercorre la storia dei Tazenda e da anche il titolo al nuovo progetto e al tour della celebre band etno rock: uno spettacolo nel senso più completo del termine, non solo quindi un concerto, né solo di una presentazione letteraria, piuttosto un racconto condiviso, in cui la musica si alterna alla narrazione e dove musica e parola si intrecciano, grazie alla collaborazione diretta tra l’autore e i musicisti.

Lo Spettacolo: i Tazenda ripercorrono la loro storia musicale, fra musica e parole, grandi classici, inediti e brani degli esordi. Sul palco Gigi Camedda e Gino Marielli, i fondatori della band che, assieme al prematuramente scomparso Andrea Parodi, hanno scritto le prime e più emblematiche pagine dell’etnorock italiano. Con loro, in questo spettacolo, Felice Liperi che su questo viaggio ha scritto una biografia che diventa traccia e sceneggiatura dello spettacolo. Al loro fianco Serena Carta Mantiglia, nuova voce ufficiale del gruppo: interprete sensibile, intensa, capace di coniugare delicatezza e potenza, che sa proiettare il progetto verso nuove traiettorie, ma anche ripescare sonorità che erano già nella voce di Parodi.

S’Istoria Infinida

I Tazenda si raccontano alla penna di Felice Liperi
Edizioni Il Castello
(Collana Chinaski)

Tazenda. S’Istoria Infinida è la biografia a firma Felice Liperi dei mitici Tazenda in uscita a novembre per Il Castello (Collana Chinaski): un libro che, a quasi quarant’anni di storia dei Tazenda e a vent’anni dalla prematura scomparsa di Andrea Parodi, racconta tra radici, trasformazioni e visioni artistiche, l’abbondante mezzo secolo di storia musicale dei suoi componenti. Una storia che ha lasciato un solco profondo nella scena musicale sarda e nazionale. Fra ricordi, un racconto delle tappe della storia della band e i versi delle canzoni, si affacciano le testimonianze di tutti coloro che hanno partecipato a questa avventura.

A cominciare dai molti musicisti. Oltre i fondatori Gigi Camedda e Gino Marielli, che hanno guidato la crescita artistica dei Tazenda, ai cantautori e musicisti che hanno collaborato con loro come Andrea Poddighe, Claudia Crabuzza, Piero Marras e Paolo Fresu, fino alle voci a cui è stato affidato il ruolo che fu di Parodi, dalle più recenti come Nicola Nite e l’attuale voce di Serena Carta Mantilla;o a quelle più lontane come Beppe Dettori: ciascuno a raccontarci il proprio contributo alla creazione e all’evoluzione del suono unico della band. Ugualmente centrali le testimonianze di altri personaggi del mondo dello spettacolo, dalla musica alla tv, come Gianni Morandi chenel volume racconta impressioni personali e aneddoti sulla collaborazione con i Tazenda. Poi ci sono i produttori come Giovanni Leonardi, Franco De Lucia e Mauro Cauchi. Ma anche i collaboratori storici, come Massimo Cossu e Luca Parodi, che svelano il dietro le quinte della carriera dei Tazenda: dai primi passi fino al successo nazionale e internazionale, ripercorrendo le scelte strategiche e creative che hanno plasmato la loro identità musicale. Infine le figure più tecniche: professionisti come Alberto Erre e Antonio Ferraro che riportano le sfide e le esperienze in studio, quei momenti che hanno costruito il suono distintivo della band, o lo storico road manager Sandro Frascogna al quale è affidato il racconto dell’organizzazione dei tour e del lavoro sul palco. Senza dimenticare i giornalisti: personaggi come Carlo Eletti o Pasquale Porcu che hanno disegnato la loro storia fin dai suoi esordi.

Non meno importanti le testimonianze indirette che Felice Liperi, assieme a Gigi Camedda e Gino Marielli che con lui hanno ripercorso questo viaggio, sono andati a rispolverare: come i racconti di personaggi come Renato Zero e Pippo Baudo, Mogol, Marti Jane Robertson, Mara Maionchi o Red Ronnie che ci riportano l’impatto della band nel panorama musicale italiano.

Nel raccontare i Tazenda è difficile non usare parole che evocano l’epica. Perché la loro storia attraversa la memoria di un popolo, la forza della natura e la poesia della lingua sarda, unita all’energia universale del rock. Dal 1987 a oggi, il trio simbolo dell’isola ha saputo fondere identità, spiritualità e modernità, portando la Sardegna sulle scene nazionali e internazionali con una voce inconfondibile.

Epica, mito e fantascienza: tutti elementi che ritroviamo già nel nome dei Tazenda: una reinterpretazione di Star’s End, pianeta immaginario della trilogia della Fondazione di Isaac Asimov. Un riferimento che suona come un passaggio naturale per i musicisti sardi, che prima di approdare a questa nuova identità avevano militato in gruppi dai nomi altrettanto simbolici: prima il Sole Nero, evocazione di un’epica anche qui dal sapore fantascientifico, poi il Coro degli Angeli, un nome che venne coniato da Mogol ispirato dalle sonorità celesti delle loro voci.

Liperi, uno dei più autorevoli critici musicali italiani, costruisce un racconto che è insieme storico e sentimentale, ricco di riferimenti musicali e culturali. Il volume ripercorre l’avventura cominciata da Andrea Parodi, Gino Marielli e Gigi Camedda – e poi proseguita con nuovi compagni di viaggio – svelando come nei Tazenda la ricerca musicale si intrecci da sempre alla ricerca di senso: un continuo dialogo tra radici e futuro, tra poesia e ritmo, tra appartenenza e apertura.

Fin dagli esordi, con Sos ojos de sa jana, emergono i temi fondanti del gruppo: il mare come orizzonte di libertà, la natura come sacralità quotidiana, la memoria come canto. Nei brani A Deus piachende e Scaldaci sole la spiritualità diventa invocazione, mentre in Mamoiada la tradizione si fa racconto corale di popolo e identità senza evitare di toccare temi sociali legati alle faide interne della Sardegna. È una lingua viva, la “limba”, quella scelta dai Tazenda: non solo strumento espressivo ma gesto culturale e politico, capace di dare forza e riconoscibilità alla loro musica.

Felice Liperi mette in luce anche la dimensione musicale del trio, profondamente segnata dal rock – dagli U2 ai Beatles – e dalla capacità di dialogare con artisti come Fabrizio De André, Eros Ramazzotti o i Simple Minds. Nelle loro canzoni, canti a tenore, launeddas e arpeggi elettrici convivono in un magico equilibrio creando un suono che ha saputo raccontare la Sardegna  con un linguaggio musicale universale

Con questa biografia, i Tazenda ritrovano la propria “Istoria” raccontata attraverso la sensibilità di un autore che ne coglie la profondità poetica e musicale. Un viaggio che non celebra soltanto una band, ma l’anima di un’isola che continua a cantare se stessa, parlando – ancora una volta – la lingua del mondo.

Felice Liperi, critico musicale, per molti anni conduttore e curatore di programmi per Radio Rai (Fahrenheit, Stereonotte, Sei gradi). Docente di corsi di Storia della canzone italiana e Popular Music al DAMS nelle Università di Genova, Udine e all’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini.Da molti anni collabora con “La Repubblica”. È autore, tra l’altro, di Le città sonore, La storia della canzone italiana (3 ed), Ribelli & Ostinati. Voci e suoni del ’68 e Faccette nere. Inni e canzoni all’origine del razzismo italiano oltre che di saggi per “LiMes”, “MicroMega” e “Parolechiave”. Nel 2025 per Treccani ha pubblicato La canzone italiana. Storia storie protagonisti.

I Tazenda muovono i primi passi come gruppo che mescola tradizione musicale sarda con sonorità moderne nel 1987. Tre i suoi fondatori: Gigi Camedda, Gino Marielli e l’indimenticato Andrea Parodi. Il loro primo album Tazenda lanciò il nome della band e fece conoscere al pubblico le loro radici folk, unite a influenze pop e rock, dove il loro sound unico le chitarre elettriche si fondevano agli strumenti tradizionali sardi: launeddas, tenores, fisarmoniche diatoniche. Su tutto spiccava poi l’uso magico della lingua sarda nei testi. Caratteristiche che hanno reso iconici i Tazenda: simbolo di un’arte capace di guardare al futuro senza dimenticare il passato. Non a caso in molti hanno parlato del sound Tazenda.

Il loro successo arriva prima nel 1990 con la partecipazione a Gran Premio di Pippo Baudo, ma soprattutto nel 1991 con il loro primo Sanremo in cui condividono il palco con Pierangelo Bertoli per il quale realizzano una versione in italiano di Disimparados che diventa così la celeberrima Spunta la luna dal monte. Un brano che confluisce a breve in Murales, un album che, con 180.000 copie vendute, solo all’epoca, si aggiudica il disco d’oro. E il 1991 chiude in bellezza con la vittoria al Cantagiro in coppia con Paola Turci.

Il loro secondo Sanremo sarà immediatamente l’anno dopo, nel 1992: questa volta da soli e con un brano totalmente in sardo, Pitzinnos in sa gherra (Bambini nella guerra), che porta nella strofa finale il felice imprimatur di Fabrizio De André che collabora con loro anche in Etta abba chelu, altro splendido pezzo dell’album di quell’anno, Limba. Pitzinos in sa gherra non vincerà a Sanremo ma contribuirà a consegnarli alla fama e al grande pubblico per la felice formula dell’abbinata fra rock, sonorità etnica e lingua sarda. Saranno premiati con un nuovo Disco d’oro e con il Telegatto, il celebre premio di Sorrisi Canzoni tv come migliore gruppo dell’anno.

Dopo l’uscita di Andrea Parodi ma soprattutto dopo la sua tragica scomparsa nel 2006, i Tazenda hanno attraversato un periodo di grande trasformazione decisi, e a ragione, a non fermarsi.

Durante questo periodo, i Tazenda hanno cercato di evolversi, incorporando nuovi stili e collaborando con altri artisti, ma soprattutto con altri frontman: Beppe Dettori prima, Nicola Nite per ben 12 anni, dopo. Faro e punto di riferimento sempre il legame profondo con il loro pubblico in tutta Italia e nella loro terra. Ed oggi Serena Carta Mantilla: artista che già ha raccolto i consensi unanimi del pubblico e che, con i suoi colori vocali, sta permettendo ai Tazenda di tornare a certe sonorità quasi sopranili che erano di Parodi.

Recapiti
Lorenza Somogyi Bianchi