Oggi siamo in piazza come Cassero, come associazione trans* e frocia per il TDOR come lo siamo ogni anno, portando avanti un grido di speranza e di rabbia: ci vogliamo vive.
I nostri corpi trans* vengono resi corpi politici da una società ciseteronormativa, ed è in momenti come questi che oltre a ricordare le nostre sorelle e i nostri fratelli uccis* e suicidat* dalla violenza transfobica sistemica, è importante ritrovarci per collettivizzare le nostre esperienze personali.
Ci dichiariamo felici della trans* week che è nata spontaneamente a Bologna, nella prima assemblea di Rivolta Pride che ci ha sorprese in quanto a partecipazione, con tante realtà, collettive, associazioni ed individualità che avevano chiara la necessità di promuovere iniziative, con la passeggiata arrabbiata di ieri, le azioni in università e le serate di raccolta fondi. E siamo felici di tutte le persone qui oggi. Sappiamo che Bologna ha imparato a politicizzare questa data, al di là della ritualità, e ha capito che il ricordo e la rabbia trans* riguardano tutte le realtà transfemministe queer e tutte le alleate.
E’ urgente scendere in piazza oggi in Italia perché anche il governo Meloni sta facendo politica sui nostri corpi trans* e non binari, una politica fascista e repressiva. L’ha fatto a partire dalle intimidazioni al Careggi e alla declassazione del Sandrena l’anno scorso, e ha serrato questo assedio negli ultimi mesi. Il tavolo interministeriale di Schillaci e Roccella vuole rendere i nostri percorsi di affermazione di genere sempre più psichiatrizzanti, e con il DDL di quest’estate vogliono attaccare l’infanzia e l’adolescenza trans* attraverso un registro di schedatura e il vincolo dei bloccanti per la pubertà soltanto nelle farmacie ospedaliere.
Siamo qui in piazza, ancora, a pretendere percorsi di affermazione di genere liberi e accessibili, sia sul piano economico che burocratico, laddove la strategia della Ministra delle Pari Opportunità, nota pseudofemminista trans-escludente, mira a una strategia della dissuasione complicando inutilmente i percorsi. E pretendiamo ciò proprio a partire dall’infanzia e dall’adolescenza, quando le persone trans* e di genere creativo non sono ritenute abbastanza consapevoli per scegliere per sé stesse, e che sarebbero più al sicuro all’interno della ciseteronorma. Ma oggi, Giornata Trans del Ricordo, lo diciamo più forte che mai: la ciseteronorma ci ammazza, e questo è bullismo di stato.
Siamo in piazza anche per continuare a parlare di Palestina, nonostante il cessate il fuoco infranto costantemente dallo stato coloniale di Israele, per ricordare che non c’è autodeterminazione dei corpi senza autodeterminazione dei popoli. Contro ogni forma di rainbow-washing siamo frocie sempre, sioniste mai. Siamo in piazza anche per parlare di sfratti, nella città più progressista d’Italia dopo le vicende di via Michelino e dopo aver partecipato all’esperienza di autorecupero in Don Minzoni, proprio affianco al Cassero, perché la casa è un bisogno primario per una vita bella e perché tante persone trans* e non binarie vengono cacciate di casa o fanno fatica a trovare una sistemazione dignitosa ed accogliente a causa della propria identità di genere. Dobbiamo manifestare come abbiamo manifestato contro il DL Sicurezza contro il nuovo DL Sgomberi che arriverà a breve al Consiglio dei ministri.
Tornando a parlare di minori, l’altra frontiera di questa crociata culturale è la scuola. I vari disegni Sasso, Amorese e Valditara portano complicazioni inutilmente burocratiche anche in aula per la carriera alias, vincolandola alle attestazioni di percorsi di transizione avviati e di fatto trascinando indietro istituti virtuosi che avevano già aperto all’autodeterminazione. Soprattutto, vietano l’educazione sessuaffettiva nelle scuole primarie e chiedono il cosiddetto “consenso informato” nelle scuole secondarie, di fatto garantendo alle famiglie di poter continuare indisturbate e replicare i modelli ciseteronormati ed educare alla violenza patriarcale. E’ l’ennesima deriva di una scuola autoritaria e cattobigotta, la stessa che racconta che solo l’occidente conosce la storia e reprime il dissenso di chi occupa per le condizioni degli istituti e manifesta contro gli orali di maturità.
Come Cassero, con il gruppo Scuola e Formazione, siamo tra quelle realtà di esperte, consulenti e attiviste che questi disegni legge vorrebbero tenere fuori dalle scuole, nascondendosi dietro l’intramontabile spauracchio del gender nelle scuole. Ma non esiste nessun “gender” come lo intende l’universo reazionario, in Italia come nel resto del mondo, benché continuano a bombardarci con la propaganda della paura della devianza e dell’indottrinamento.
Esistono invece bambin* che hanno bisogno di imparare a conoscersi e sperimentarsi, studenti che hanno bisogno di un’educazione sessuoaffettiva per imparare a relazionarsi in maniera sana con l* altr* e con il proprio corpo, ragazz* che si sentano in pericolo, vengono perseguitat* o decidono di farsi del male perché si sentono sbagliat* e non hanno nemmeno le parole per comprendersi.
Noi vogliamo insegnare la libertà e l’autodeterminazione, e se questa cosa fa paura a chi ci governa è perché sono dei fascisti di merda.
E allora un coro che ricorda una sorella e ci rende sue figlie nella lotta, oggi più che mai necessaria: la rabbia di Cloe brucia ancora, rivoluzione trans* in ogni scuola.
[:it]Articolo tratto da https://cassero.it/feed