6 minuti di lettura
Il termine shrinkflation – coniato dall’unione dei termini inglesi shrink (ridurre) e inflation (inflazione) – descrive una strategia commerciale che consiste nel ridurre la quantità di un prodotto mantenendo invariato o, in alcuni casi, incrementando il prezzo di vendita.
Secondo i dati ISTAT, nel 2022 sono stati rilevati 7.306 casi riconducibili a shrinkflation, con particolare incidenza nei comparti degli zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato e miele, nonché nel settore del pane e dei cereali.
Il fenomeno ha attirato l’attenzione del Codacons che ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) presentando oltre cento provvedimenti giudiziari per pratiche commerciali scorrette.
Il Governo, da parte sua, è recentemente intervenuto per regolamentare questa pratica con l’obiettivo di tutelare il diritto all’informazione dei consumatori e garantirne una maggiore consapevolezza.
Il fenomeno della shrinkflation descrive di fatto, una dinamica molto complessa che pone sfide significative per la rappresentanza degli interessi dei principali attori della filiera: consumatori, produttori industriali e distributori. Tre soggetti che hanno oggettivamente bisogni e obiettivi diversi, tutti comprensibili e condivisibili: i consumatori pretendono chiarezza di informazione sulla merce che acquistano, i produttori devono salvaguardare la redditività dell’impresa e la competitività industriale nonostante le pressioni inflazionistiche (che impattano anche i consumatori) e l’aumento dei costi di produzione, mentre i distributori, anche loro vittime dell’incremento dei costi energetici e logistici, sono i soggetti più direttamente esposti al giudizio dei consumatori, alle loro percezioni e alle loro reazioni.
In tale scenario, risulta evidente la necessità di un approccio nei confronti del fenomeno della shrinkflation in grado di coniugare i diversi obiettivi e bisogni – trasparenza informativa, tutela del potere d’acquisto, strategie economiche – in un equilibrio delicato tra interessi spesso confliggenti.
Ma chi può aiutare il Decisore pubblico a trovare una sintesi?
Ci hanno provato gli studenti del Master di II livello in Rappresentanza di Interessi e Lobbying promosso dall’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con Bistoncini Partners, attraverso un project work finalizzato a metterli alla prova su un caso concreto, la shrinkflation appunto.
Giunto alla sua terza edizione, il Master è stato frequentato quest’anno da ben 41 studenti, segno di un interesse crescente delle generazioni più giovani per la professione del lobbista.
La realizzazione del project work è stata resa possibile grazie alla disponibilità di CentroMarca – Associazione Italiana dell’Industria di Marca – che conta circa 200 imprese del largo consumo che nel complesso rappresentano oltre 2.600 marchi – che ha collaborato attivamente alla stesura del brief iniziale e alla valutazione finale.
“La maggior parte dei lavori presentati dai “giovani lobbisti” sono stati di valore – afferma Vittorio Cino, Direttore Generale di CentroMarca. Su 7 progetti presentati ben 5 hanno colto un punto cruciale: un tema così complesso come la shrinkflation che coinvolge milioni di persone può essere affrontato soltanto se la classica attività di lobbying viene accompagnata da una strategia di comunicazione ben più ampia ed efficace”.
I gruppi di lavoro, divisi tra consumatori, produttori e distributori si sono cimentati nella redazione di un documento composto da un position paper – in grado di esprimere in modo chiaro ed esaustivo la posizione del gruppo di interesse rappresentato – ed un vero e proprio action plan, finalizzato a descrivere la strategia, le attività e gli strumenti da mettere in campo per convincere il Decisore pubblico sulla bontà della propria posizione e, quindi, della propria “soluzione”. Spiega Vittorio Cino: “Sono rimasto molto colpito dalla curiosità dimostrata dagli studenti che li ha portati ad analisi ampie, accurate e approfondite. Molti di loro hanno dato prova di competenze variegate che vanno dalla conoscenza dell’attività legislativa, sia italiana che europea, ad una sorprendente conoscenza delle dinamiche industriali e produttive. Inoltre, a segnare discontinuità con il passato, la notevole attenzione destinata all’advocacy, ovvero a quell’attività più ampia di comunicazione a supporto attivo di una causa per influenzare le politiche pubbliche attraverso campagne, sia media che digital.”.
Il miglior project work è stato uno dei due gruppi di lavoro dedicati ai consumatori, capace di sviluppare un pacchetto di proposte articolato su tre assi fondamentali: normativo, digitale e culturale, per garantire la tutela del diritto all’informazione e superare i limiti dell’attuale quadro legislativo sulla shrinkflation. Gli studenti hanno suggerito di spostare l’obbligo di informare il consumatore dalla confezione del singolo prodotto direttamente allo scaffale corrispondente, includendo sull’etichetta anche la comparazione tra il prezzo precedente e quello attuale ed estendendo l’avviso di riduzione della quantità a tutti i prodotti che conservino almeno due dei tre contenuti grafici principali: forma, logo e schema cromatico dominante, al fine di arginare pratiche elusive. Hanno proposto, inoltre, un obbligo mensile di condivisione dei dati da parte delle grandi catene in collaborazione con l’Osservatorio Prezzi e Tariffe (presso il MIMIT), insieme allo sviluppo di una “Shrinkflation Alert App” per il coinvolgimento attivo dei consumatori tramite un sistema di alert che possa aiutare le Autorità competenti a individuare possibili infrazioni. Infine, hanno suggerito l’apertura di un’istruttoria da parte di AGCM sulla shrinkflation occulta, nonché l’istituzione di tavoli di conciliazione con le associazioni di consumatori per trovare soluzioni corali condivise.
Uno dei gruppi rappresentanti i distributori ha ricevuto invece una menzione speciale per la qualità e l’accuratezza dell’analisi del contesto fatta, che ha approfondito le diverse posizioni emerse nel dibattito parlamentare riguardanti la legge, evidenziando le criticità di una normativa troppo vaga e la poca chiarezza nella distinzione dei ruoli tra produttori e distributori inerente alla determinazione del prezzo, con una conseguente perdita di trasparenza e chiarezza per il consumatore.
Infine, il secondo gruppo di lavoro dedicato ai consumatori è stato premiato per la creatività espressa con la realizzazione di un video, parte integrante della loro presentazione, ideato per parlare con semplicità e chiarezza ed in modo diretto ai consumatori, che ha evidenziato come gli studenti abbiano colto la crescente importanza dell’advocacy nell’attività di lobbying e, quindi, dell’utilizzo di strumenti di comunicazione innovativi e penetranti.
“L’attività di lobbying – conferma Paola Perrotti AD di Bistoncini Partners – è molto cambiata nel corso degli ultimi anni, e oggi la creatività gioca un ruolo prima impensabile. La nuova generazione di lobbisti è appassionata a tanti temi e si dimostra non solo preparata, ma soprattutto capace di sviluppare la contaminazione tra le diverse competenze. Il nostro lavoro è diventato ormai molto più dinamico e aperto a nuove frontiere come quella della comunicazione e dell’advocacy rispetto al passato.”
Gli studenti hanno dimostrato ottime competenze, distinguendosi per la loro preparazione solida e la capacità di analisi approfondita. Il gruppo dei consumatori vincitore ha proposto soluzioni integrate e innovative, mettendo in luce l’importanza di una informazione chiara e dell’integrazione di strumenti digitali; il gruppo dei distributori ha analizzato le criticità normative e suggerito soluzioni in grado di rispettare l’equilibrio tra trasparenza e sostenibilità operativa, fondamentale per sostenere la piccola distribuzione. Ed infine, il secondo gruppo rappresentante dei consumatori ha brillato per efficacia e creatività comunicativa.
Complessivamente, i ragazzi si sono distinti per capacità collaborative, creatività e orientamento a soluzioni concrete, confermando il valore formativo del Master e il ruolo cruciale che i nuovi esperti del Lobbying e dell’Advocacy sapranno giocare nel settore della rappresentanza di interessi a beneficio – questo è l’auspicio dei suoi organizzatori – dell’intero Sistema Paese.