L’AGCM interviene nuovamente sulla vicenda Meta, ampliando il procedimento già avviato nel luglio scorso, relativamente al servizio WhatsApp e ai nuovi strumenti di interazione o funzionalità di Meta AI in WhatsApp.
Secondo l’Autorità, la modifica delle condizioni contrattuali di WhatsApp Business Solution Terms limiterebbe la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico nel mercato dei servizi di AI Chatbot, a danno dei consumatori. Tali condizioni costituiscono, sempre secondo l’Autorità, una possibile violazione dell’articolo 102 TFUE (che definisce le pratiche vietate e identifica lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno).
In questo modo si configura una violazione della normativa sulla concorrenza in grado di pregiudicare “in modo grave e irreparabile” l’accessibilità al mercato da parte di altri operatori, dovuta alla scarsa propensione dei consumatori a cambiare abitudini consolidate.
È grave che sia stato introdotto, automaticamente e senza preventivo consenso da parte degli utenti, l’assistente virtuale “Meta AI” all’interno dell’applicazione WhatsApp. In questo modo la libertà di scegliere e di avvalersi di servizi di intelligenza artificiale alternativi a Meta AI è fortemente limitata, con tutti i rischi che ne derivano non solo sul piano della concorrenza.
Ci auguriamo il provvedimento raggiunga presto una conclusione e che eventuali condotte lesive della concorrenza e del mercato siano adeguatamente ed esemplarmente condannate.
È necessario, specialmente in una fase in cui le tecnologie assumono un’incidenza elevatissima nella vita delle persone, che il pluralismo tecnologico sia garantito e tutelato. Così come che sia promossa l’educazione ad un uso consapevole e informato di questi strumenti. Federconsumatori è impegnata in tal senso, nella promozione e nell’educazione a un utilizzo responsabile degli strumenti di AI, e nella vigilanza affinché l’innovazione non sia uno strumento di controllo, ma sia un’opportunità al servizio delle persone.
Meta: di nuovo nel mirino dell’AGCM per abuso di posizione dominante. Garantire pluralismo tecnologico e libertà di scelta nei servizi di AI è una questione di democrazia.
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