Polisophia, nasce la community dell’innovazione responsabile.

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27/11/2025

Redazione

Nei board della nuova community i soci FERPI Vittorio Cino (Centromarca), Margherita D’Innella Capano (Telpress) e Sergio Vazzoler (Amapola)

Rimettere ordine, ricucire i fili del pensiero, riportare al centro la persona in un ecosistema che corre più veloce della nostra capacità di comprenderlo. Nasce così Polisophia, la nuova Community per l’innovazione responsabile ideata dal giurista Ruben Razzante, Professore di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica. Uno spazio che unisce Polis e Sophia, città e sapienza, pensiero e azione, per costruire una cultura della trasformazione tecnologica fondata su responsabilità, pluralità e relazione.

A sostenere Polisophia sono: Intesa Sanpaolo, BANCOMAT, Assolombarda, ABI – Associazione Bancaria Italiana, Farmindustria, Amapola, Centromarca – Associazione Italiana dell’Industria di Marca, CODICI LOMBARDIA – Centro per i Diritti del Cittadino, Barilla Group, Hewlett Packard Enterprise (HPE), Istituto Europeo Leopardi, Pavia e Ansaldo, Ricci e Radaelli – Notai Associati, Synergie Italia e Telpress Italia. L'evento di presentazione in Assolombarda è stato patrocinato da Regione Lombardia.

Negli organi rappresentativi della community figurano tre soci FERPI: tra i membri dell’Advisory Board è presente Sergio Vazzoler (Co-founder Amapola) mentre nel Comitato Scientifico compaiono Vittorio Cino (Direttore Generale Centromarca) e Margherita D’Innella Capano (General Manager Telpress).

Dati, persone, competenze: quattro sguardi sul futuro dell’innovazione

Dall’analisi economica al nodo sociale, il convegno inaugurale del 21 novembre ha disegnato un perimetro chiaro. Alvise Biffi, presidente Assolombarda, ha messo a fuoco il tema più urgente: senza un’adozione diffusa dell’AI, le PMI rischiano di restare indietro. Da qui nasce il progetto di Assolombarda ForgIA, ecosistema condiviso di dati industriali in grado di generare valore per le filiere.

Accanto a questa visione industriale, Claudio Bassoli, CEO Hewlett Packard Enterprise Italia, ha allargato il campo: l’innovazione sarà responsabile solo se la potenza di calcolo, i cloud evoluti e le piattaforme di sviluppo diventeranno accessibili a tutti. Democratizzare l’AI significa sottrarla alle oligarchie tecnologiche, ridurre i bias e riconoscere il dato come ricchezza da condividere.

Vittorio Cino, DG Centromarca, ha riportato l’innovazione al terreno delle identità: prodotti, processi, culture organizzative. La marca rimane autentica solo se evolve senza tradire le proprie radici, mettendo al centro le persone.

Infine, Silvio Fraternali, Executive Director Innovation & Business Support Reengineering Intesa Sanpaolo, ha spostato il fuoco sulle competenze: l’AI non sostituirà il lavoro umano se sarà accompagnata da academy, team ibridi, governance etiche e meccanismi di controllo. Servirà custodire il pensiero critico, unico vero presidio di qualità.

Tre tavole rotonde per orientare il futuro

1) Le sfide degli algoritmi per la tutela dei diritti e il futuro delle professioni
Con Mario Di Giulio (Pavia e Ansaldo), Antonio Albanese (Università Cattolica) e Alessandra Radaelli (Ricci e Radaelli Notai Associati), è emersa una linea netta: non serve frenare l’innovazione, ma governarla. Il diritto interviene quando i fenomeni si consolidano, preservando la responsabilità e l’autonomia critica del professionista, senza delegare alle macchine scelte che restano umane.

2) L’innovazione responsabile al servizio di consumatori e utenti
Tra reputazione, equità e nuove competenze, Andrea Belli (Barilla Group) ha ricordato che innovare significa proteggere la fiducia; Davide Zanon (CODICI) ha riportato al centro il punto di vista della tutela dei consumatori, parlando di algoretica e del rischio di esclusione di alcune fasce; Sergio Vazzoler (Amapola) ha spostato l’attenzione sulla centralità delle relazioni tra tecnologie e persone, ribadendo che è in questa dinamica che si generano valore e innovazione; Marco Valsecchi (Synergie Italia) ha mostrato l’AI come leva per creare “intelligenza estesa”, capace di potenziare percorsi di carriera e formazione.

3) Cultura digitale e formazione delle nuove generazioni: il ruolo delle università, delle scuole e delle pubbliche amministrazioni
Roberto Pasolini (Istituto Europeo Leopardi) ha ribadito il valore educativo del pensiero critico e la necessità di fornire strumenti alle nuove generazioni perché saranno loro a dover gestire la “rivoluzione AI”, mentre Layla Pavone (Comune di Milano) ha presentato una PA trasparente, con il Manifesto sull’uso dell’AI nella pubblica amministrazione. A chiudere, gli studenti del Leopardi: tra entusiasmo e timori, un messaggio univoco — AI come supporto, non sostituto.

Gli interventi hanno rivelato una community viva, capace di far dialogare imprese, istituzioni, scuole e società civile per orientare il progresso senza rinunciare alla qualità del pensiero e al valore delle relazioni. Il convegno inaugurale non ha solo aperto il programma di Polisophia: ne ha mostrato la direzione, ricordando che l’innovazione è davvero responsabile solo quando resta al servizio delle persone. Il prossimo appuntamento sarà in libreria il prossimo 10 marzo 2026 con il primo volume della community edito da FrancoAngeli.

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