Si è tenuto lo scorso 27 novembre un intenso laboratorio per le scuole d’arte, dal titolo "Identikit: un laboratorio per le scuole d’arte", organizzato nell’ambito della mostra "Identikit: I volti della paura", attualmente visitabile presso la Biblioteca dell’Assemblea legislativa (viale Aldo Moro 46, Bologna) fino al 4 dicembre.
L'iniziativa si inserisce nel più ampio progetto “Uno Bianca per chi l’ha vista. Una storia per chi non c'era”, un ricco programma di memoria e riflessione sui tragici fatti che hanno insanguinato l'Emilia-Romagna, la Romagna e le Marche tra il 1987 e il 1994, realizzato in collaborazione con l’Associazione Vittime.
Dal Liceo Arcangeli all'Accademia: l'esperienza pratica con Giovanni Battista Rossi
L’incontro ha coinvolto circa ottanta ragazze e ragazzi provenienti dall’Accademia delle Belle Arti di Bologna e dal Liceo artistico Arcangeli di Bologna. La mattinata è stata condotta dal disegnatore Giovanni Battista Rossi, già ispettore della Polizia Scientifica di Milano, che ha condiviso con gli studenti non solo l'origine e il valore concettuale dell'identikit, ma anche moltissime esperienze pratiche e aneddoti vissuti durante la sua lunga attività professionale.
Il momento più coinvolgente per gli studenti e le studentesse è stata la sessione pratica di disegno. Per mettere immediatamente alla prova la loro capacità di osservazione e memoria, è stato chiesto ai presenti di ricostruire l'identikit di un personaggio che ha fatto una breve e improvvisa "apparizione" durante la mattinata. I ragazzi hanno potuto vivere così un'esperienza diretta di ricostruzione, sempre accompagnati dai preziosi consigli di Rossi.
L'evoluzione e il valore umano del disegno investigativo
Rossi ha ripercorso le tappe che hanno portato, dagli anni Cinquanta (quando la polizia di Los Angeles sviluppò il sistema di sovrapposizione di tavole trasparenti), all'evoluzione dell'identikit in Italia, fino all'introduzione degli attuali strumenti digitali.
Nonostante l'avanzamento tecnologico, il disegnatore ha sottolineato il valore insostituibile dell'atto del disegno e della sensibilità umana: "Un foglio, una matita e il racconto sofferto dei testimoni delle vittime. È grazie alle mani abili di un disegnatore, capace di cogliere ogni sfumatura, che i ricordi, le sensazioni, le espressioni e i tratti somatici, prendono forma trasformandosi in volti reali, verosimili."
Con competenza tecnica, sensibilità ed empatia, il disegnatore diventa un tramite: attraverso di lui, la vittima riesce a dare un volto alla propria memoria. La delicatezza del processo è stata sintetizzata nelle parole di Giovanni Battista Rossi: “Lei comincia a raccontare di come l’uomo l’aveva avvicinato a scuola... ‘Fermati’, le dico. ‘Non andare nel parco. Resta lì, davanti alla scuola. Quando lui si è presentato, com’era? Perché ti sei fidata di lui?’”
In mostra gli identikit originali della "Uno Bianca"
La mostra "Identikit: I volti della paura" espone i disegni che incarnano l'immagine della "paura" che ha attraversato la società bolognese e le regioni limitrofe. I visitatori possono osservare gli identikit originali disegnati da Giovanni Battista Rossi nel maggio 1991 e nel marzo 1993, basati sulle testimonianze raccolte in seguito al duplice omicidio di Lucia Ansaloni e Pietro Capolungo (armeria di via Volturno a Bologna) e all’omicidio di Massimiliano Valenti a Casalecchio, tutti delitti attribuiti alla "Banda della Uno Bianca".
La mostra rimarrà aperta alla cittadinanza fino al 4 dicembre.
Per approfondire
- Consulta il programma completo delle iniziative sul sito www.unobianca.it