di Enzo Maraio
Le elezioni nelle Marche consegnano un messaggio chiaro al centrosinistra: c’è ancora strada da fare. Non basta riproporre schemi già conosciuti, né limitarsi a logiche di sopravvivenza elettorale. Serve la capacità di crescere e di farlo davvero insieme. Al netto dei complimenti a Matteo Ricci ed al nostro gruppo dirigente che ha ottenuto un risultato significativo, l’occasione è utile per una considerazione più generale. Il centrosinistra può essere competitivo solo se ha il coraggio di darsi una forma plurale, capace di dare voce a più sensibilità. Un campo largo non è la semplice somma dei partiti che lo compongono: è un progetto comune che valorizza differenze e culture politiche diverse, senza appiattirle, trasformandole in una ricchezza. Serve un centrosinistra a più voci, dove i riformisti dialogano con i cattolici democratici, i progressisti con i civici, e dove il collante non è solo l’avversario da battere, ma un programma condiviso e credibile per il Paese. Per questo non si può rinviare oltre: è necessaria una vera cabina di regia, un vertice che definisca con chiarezza il perimetro della coalizione. Non è possibile che, di fronte a sfide così grandi, i protagonisti restino separati. Occorre incontrarsi, discutere, scegliere insieme linee guida comuni. E ancora: il centrosinistra deve lanciare idee caratterizzanti, proposte che parlino al lavoro, all’impresa, alla sanità, ai giovani, all’ambiente, alla scuola. Non basta dire no alla destra: serve costruire un’alternativa di governo credibile, capace di ispirare fiducia e speranza. Un campo largo e plurale, dunque, ma anche chiaro e determinato: questo è il centrosinistra che può crescere e vincere. Perché la vera sfida non è solo contare quanti ci stanno, ma dimostrare perché e per cosa si sta insieme. Per dare sostanza a queste idee noi proveremo, dovunque possibile, a lanciare l’idea del progetto Avanti.
