Slamp: da trent’anni la luce come progetto culturale.

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Un dialogo con Roberto Ziliani: CEO e fondatore di Slamp, Compasso d’Oro ADI alla Carriera 2024

Agli inizi degli anni ’90, Slamp fa il suo ingresso nel mondo del design con un’intuizione tanto semplice quanto rivoluzionaria: creare una lampada leggera, accessibile, nomade, eppure fortemente iconica. Un oggetto “pop” – una lampada-cilindro, decorata in collaborazione con i graphic designer di Swatch – pensato per sorprendere e interrogare. “Ma è davvero una lampada?” si chiedevano in molti. Sì, e non solo. Si trattava di un oggetto progettato per ridefinire il rapporto tra funzione, estetica e accessibilità, e che inaugurava un nuovo modo di pensare la luce.

Slamp fin da subito coglie il cambiamento culturale in atto e cresce rapidamente fino a raggiungere una produzione annua di 350.000 pezzi. Ma i numeri non cancellano la dimensione artigianale: ogni prodotto è realizzato a mano dalle Sarte della Luce, senza colla né viti, grazie a un sofisticato sistema di incastri – fino a 256 per alcune creazioni – che richiede abilità, precisione e know-how trasmesso nel tempo. Tutto nasce da un foglio che si trasforma in luce.

Racconta Roberto Ziliani, CEO e fondatore, Compasso d’Oro ADI alla Carriera 2024: “Sin dall’inizio Slamp ha saputo dialogare con grandi visioni. Alessandro Mendini ha lasciato contributi preziosi. Alberto Alessi ci ha ispirati a esplorare nuovi canali, come la lista nozze, ridefinendo l’idea di lampada come oggetto culturale, non solo funzionale”.

I materiali scelti da Slamp sono tecnopolimeri evoluti: ignifughi, resistenti ai raggi UV, leggeri e praticamente indistruttibili. Lavorati con tecniche brevettate, offrono infinite possibilità di forma e volume. Grazie a queste caratteristiche, l’identità visiva delle lampade Slamp si fa scultorea e dinamica, in continua evoluzione.

Anche la sostenibilità è parte fondante del progetto industriale. Gli scarti di lavorazione vengono donati ad un’azienda che li trasforma per produrre oggetti destinati ad altri settori – come piedini per letti ospedalieri o arnie per bombi – dando vita a una filiera circolare e responsabile.

Oggi Slamp continua ad evolvere, esplorando nuovi orizzonti. Il confine tra decorativo e tecnico si dissolve: anche un faretto può essere bello da spento, e la funzione può fondersi armoniosamente con la forma. Nascono così soluzioni ibride, luminose e scultoree, pensate per il contract, l’hospitality e il residenziale.

Nel 2025, l’azienda si apre anche all’illuminazione outdoor. Le nuove collezioni – Bang di Adriano Rachele e Charlotte Outdoor dello Studio Fuksas – introducono l’uso del metallo restando fedeli al principio fondativo: partire da un foglio per creare un oggetto tridimensionale. Cambia il contesto, non la filosofia.

Il progetto che più rappresenta il presente e il futuro di Slamp è Nuvem, firmato da Miguel Arruda: una superficie luminosa, modulare, organica, che abita lo spazio e lo trasforma, dentro e fuori.
Non è una lampada – spiega Roberto Ziliani – è un sistema. Non si appende, si costruisce. Nuvem, realizzata in policarbonato ignifugo e impermeabile, permette la massima personalizzazione: può diventare soffitto luminoso, rivestimento murale, persino per una facciata. È un paesaggio. Con Nuvem, Slamp afferma con forza la sua identità: non solo produttore di lampade, ma interprete emozionale della luce, capace di farne un progetto culturale”.

Nuvem Outdoor – novità presentata a Euroluce 2025 – è stato selezionato per l’ADI Design Index 2025, entrando così a far parte della rosa di prodotti candidati al più importante riconoscimento del design italiano.

Oggi come ieri, Slamp continua a immaginare la luce come esperienza, emozione ed architettura. Un progetto in divenire, dove innovazione e poesia si incontrano per disegnare gli spazi di domani.

www.slamp.com

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