L’Associazione dei Media di Informazione (AMI) spagnola intenta una causa contro Meta e chiede un risarcimento di oltre 542 milioni per concorrenza sleale.
La sentenza voluta da AMI, associazione che raggruppa sotto di sé la maggior parte e le più grandi testate spagnole, parte per una questione legata alla vendita di pubblicità personalizzata.
Sembra infatti che i dati usati da Meta e provenienti dalla vendita di pubblicità personalizzata tra maggio 2018 e luglio 2023 non siano stati dati con il consenso previsto e richiesto dal Regolamento Ue sulla Protezione dei Dati (GDPR, Regolamento Ue 2016/679).
Violazione ai danni di 80 editori
La causa inizia nel 2023 con la denuncia dell’Associazione per conto di oltre 80 editori e media spagnoli. L’accusa è aver usato e ottenuto dati senza il consenso degli utenti spagnoli con il fine di sponsorizzare pubblicità personalizzata.
Dopo 2 anni il giudice del tribunale competente di Madrid ha decretato che la Big Tech americana ha violato la normativa del GDPR europeo e ha utilizzato indebitamente milioni di dati personali degli utenti di Facebook e Instagram. L’acquisizione e utilizzo di questi dati non solo rappresenta un reato in sé, ma ha anche dato un vantaggio competitivo al colosso di Mark Zuckerberg.
L’AMI ha basato la sua accusa sulla rivendicazione dell’articolo 15 della Legge della Concorrenza Sleale (Ley 3/1991) oltre che dei principi base del GDPR.
Con un’infrazione che si prolunga per oltre 5 anni, il tribunale di Madrid ha imposto una multa di 5.281 milioni di euro. Alle case editrici e società titolari di pubblicità Meta dovrà dare 479 milioni; 60 milioni in più sono gli interessi; 2,5 milioni solo all’agenzia Euro Press. Inoltre, si aggiunge anche il danno da lucro che si stima sia intorno ai 551 milioni di euro.
“In AMI continueremo a lavorare per raggiungere un maggiore equilibrio nell’ambiente digitale, in cui i media abbiano reali garanzie di sostenibilità, possano svolgere il loro lavoro in condizioni eque e continuare a offrire alla società informazioni rigorose e di alta qualità“, ha aggiunto Irene Lanzaco, CEO di AMI.
L’articolo Spagna, maxi multa a Meta: concorrenza sleale si paga proviene da Notiziario USPI.