Un recente studio indica le 37–48 ore dopo la nascita come la finestra ottimale del test, allo scopo di ridurre i falsi positivi
Un semplice test eseguito nei primi giorni di vita può cambiare il futuro di un bambino. Identificare precocemente una perdita uditiva permette di intervenire subito, evitando ritardi nello sviluppo del linguaggio, dell’apprendimento e delle capacità sociali. Ma qual è il momento migliore per effettuare lo screening uditivo neonatale? Un recente studio condotto in Thailandia, pubblicato sulla rivista International Archives of Otorhinolaryngology, ha cercato di rispondere proprio a questa domanda, analizzando 2.713 neonati e confrontando i risultati del test dell’udito effettuato a diverse ore dalla nascita.
LO SCREENING UDITIVO NEONATALE
La perdita uditiva congenita è una delle disabilità sensoriali più frequenti nei neonati, con un’incidenza mondiale stimata tra 1,5 e 3,3 casi ogni 1.000 nati. Nella maggior parte dei casi, i genitori non hanno alcun segnale che faccia sospettare un problema: il bambino appare sano, reagisce ai suoni più forti e comunica come gli altri.
La perdita uditiva congenita può portare a un ritardo nello sviluppo del linguaggio, a problemi comportamentali e a una riduzione delle capacità sociali e cognitive quando il bambino inizia la scuola. L'identificazione precoce della disabilità uditiva infantile prima dei sei mesi di età, insieme a un intervento entro una media di due mesi dalla diagnosi, può migliorare significativamente lo sviluppo. Per questi motivi, la diagnosi precoce attraverso lo screening universale dell’udito è fondamentale.
Il test più diffuso, il TEOAE (Transient Evoked Otoacoustic Emissions), è rapido, economico, specifico, indolore e non invasivo: un piccolo auricolare viene inserito nel condotto uditivo per emettere suoni e registrare la risposta dell’orecchio interno. Se le cellule ciliate esterne della coclea funzionano correttamente, emettono un’eco che il microfono registra.
IL PROBLEMA DEL “QUANDO”: ENTRO 48 ORE O DOPO?
In Thailandia, come in molti Paesi, i neonati vengono dimessi entro 48 ore dal parto, per ridurre i costi ospedalieri. Ciò impone di eseguire il test dell’udito molto presto, spesso tra le 24 e le 36 ore di vita. Tuttavia, eseguire il test troppo presto può portare a un’elevata percentuale di falsi positivi, ossia bambini che non superano lo screening pur avendo un udito normale. Le cause sono fisiologiche: nei primi due giorni di vita il condotto uditivo può contenere elementi che ostacolano la corretta trasmissione del suono e falsano il risultato del test, come ad esempio liquido amniotico o residui di vernice caseosa.
L'obiettivo dello studio era quello di identificare il momento in cui è possibile effettuare lo screening uditivo dei neonati per ottenere un tasso di referral, ossia i casi in cui il test non veniva superato e richiedeva un secondo controllo, paragonabile a quello dei neonati sottoposti a screening dopo 48 ore dalla nascita.
LO STUDIO
I ricercatori thailandesi hanno fatto un’analisi retrospettiva dei risultati dei test TEOAE effettuati tra febbraio 2021 e giugno 2022 in un ospedale universitario. Durante il periodo di studio, nell'ospedale sono nati complessivamente 5.756 neonati. Di questi, 3.230 sono stati sottoposti a test TEOAE prima della dimissione, mentre 2.526 sono stati dimessi senza test ma con la programmazione di uno screening presso il reparto ambulatoriale. Le cartelle cliniche erano incomplete per 517 dei 3.230 neonati sottoposti a screening, lasciando 2.713 neonati da analizzare. I neonati sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al momento dello screening TEOAE iniziale: da 12 a 24 ore, da 25 a 36 ore, da 37 a 48 ore e più di 48 ore dopo la nascita.
Circa il 67,9% dei neonati è stato sottoposto a screening uditivo entro 48 ore dalla nascita, con il 56,1% sottoposto a screening tra le 25 e le 48 ore. Solo il 12% è stato sottoposto al primo screening uditivo dopo una settimana. I neonati testati entro 48 ore dalla nascita avevano un tasso di referral del 53%, significativamente più alto rispetto a quelli testati dopo 48 ore (46%). Il picco di falsi positivi si verificava tra 25 e 36 ore di vita, periodo in cui le orecchie del neonato contengono ancora spesso residui fluidi. Nei neonati ad alto rischio (per esempio prematuri o ricoverati in terapia intensiva), le differenze tra i vari momenti del test non risultavano significative: per questi bambini, lo screening precoce resta comunque consigliato.
I risultati suggeriscono che lo screening dell’udito può essere effettuato entro 48 ore dalla nascita, ma la tempistica è determinante per ridurre i falsi positivi e i conseguenti richiami. Secondo gli autori, il momento ottimale sembra essere tra le 37 e le 48 ore di vita, oppure dopo le 48 ore, quando il condotto uditivo è più pulito e il test più affidabile. I neonati sottoposti a screening entro 48 ore dalla nascita sono più soggetti a non superare il test iniziale e a richiedere un nuovo esame, aumentando il carico di lavoro del personale, i costi di riesame e l'ansia della madre.
Inoltre, il lavoro invita le autorità sanitarie thailandesi a integrare il test TEOAE con l’Automated Auditory Brainstem Response (AABR), un esame che analizza la risposta del tronco encefalico ai suoni e che viene effettuato di routine nei neonati che non superano il secondo test TEOAE. L’AABR, sebbene più costoso, riduce i falsi positivi e le perdite al follow-up, rendendolo un complemento ideale al TEOAE, soprattutto per i neonati dimessi molto presto.
DATI UTILI, MA LOCALI
Il contesto sanitario specifico potrebbe non riflettere popolazioni più ampie o contesti clinici diversi. Sebbene ciò limiti la generalizzabilità dei risultati, il sito dello studio era un grande ospedale con un elevato volume di nascite, che ha fornito informazioni rilevanti per contesti ospedalieri simili in Thailandia. Un'altra potenziale limitazione era il periodo di studio di 16 mesi, che potrebbe essere stato influenzato da cambiamenti non considerati nelle procedure di screening, nella calibrazione delle apparecchiature o nel personale.
Al di là dei limiti, lo studio sottolinea un fatto importante: non basta semplicemente fare lo screening uditivo, è importante farlo al momento giusto.