Quello che nessuno vi ha mai spiegato davvero (finora)
Le ruote di una MTB sono il componente più frainteso e, allo stesso tempo, il più determinante per la qualità della guida. Tutti parlano di sospensioni, setup, pressioni gomme, freni. Ma quante volte avete visto una guida fermare un gruppo sul trail per parlare dell’inerzia di rotolamento? Del comportamento torsionale di un cerchio in carbonio sotto compressione laterale? Di come un mozzo troppo rigido possa peggiorare la precisione di guida invece di migliorarla?
Eppure sono proprio le ruote, queste due corone magiche che girano sotto di noi, a trasformare una MTB in un’estensione del corpo.
Oggi le affrontiamo come mai prima d’ora.
⭐ L’ANIMA DELLE RUOTE MTB: NON SOLO PESO, MA “RISPOSTA”
Quando parliamo di ruote, molti rider avanzati guardano dritti e sicuri al peso. Certo, i grammi contano — ma contano solo dopo aver capito la cosa più importante:
👉 la risposta dinamica della ruota.
La risposta di una ruota dipende da:
- rigidità laterale
- rigidità verticale (sì, esiste davvero)
- inerzia periferica
- flessione controllata dei raggi
- qualità e angolo di ingaggio del mozzo
- ampiezza interna del cerchio e forma del profilo
- interfaccia gomma/tallone cerchio
Tutti elementi che possono trasformare la stessa bici in tre cose diverse: una lama precisa, una nube di insicurezza o un bulldozer capace di divorare rock garden senza scomporsi.
🟠 CARBONIO O ALLUMINIO? LA RISPOSTA AVANZATA (NON QUELLA DA FORUM)
Non esiste vincolo più grande della falsa idea che il carbonio sia sempre migliore.
Per un rider molto tecnico e consapevole, il carbonio è un vantaggio enorme…
…ma per chi non sa leggere il comportamento di una ruota può diventare addirittura un limite.
CARBONIO — PRO
✔ stabilità di forma anche in impatti violenti
✔ rigidità laterale elevatissima
✔ minore dispersione dell’energia nei rilanci
✔ precisione in curva senza lag
CARBONIO — CONTRO
✘ impatti diretti: se supera il limite → crack
✘ vibrazioni più secche se il terreno è nervoso
✘ richiede una guida attiva e “consapevole della linea”
ALLUMINIO — PRO
✔ flessione più “morbida”, utile su terreni naturali
✔ assorbe meglio gli errori di linea
✔ manutenzione meno costosa
✔ meglio su gruppi misti o guide che portano rider meno esperti
ALLUMINIO — CONTRO
✘ più deformazioni laterali ad alta velocità
✘ meno preciso sul tecnico ad andatura sostenuta
Quindi la domanda non è carbonio o alluminio?
È: come guidi davvero? E su che terreni lavori?
🟢 I CONSIGLI DELLE NOSTRE GUIDE: LA VERITÀ SUL SETUP
Le guide dell’Accademia Nazionale del Ciclismo, che passano 300+ giorni l’anno sui trail, hanno un punto di vista unico:
non cercano la ruota perfetta, cercano la ruota che funziona per ore, per gruppi diversi, su terreni diversi, con meteo diverso.
Ecco le loro indicazioni avanzate:
1️⃣ Non scegliere mai ruote troppo rigide se fai la guida
Una ruota troppo rigida amplifica la fatica.
Aumenta la velocità nei tratti brevi, ma distrugge la resistenza nelle giornate lunghe.
2️⃣ Lavora sull’inerzia, non sul peso totale
Un cerchio leggero ma con tanta massa in periferia sarà più lento di una ruota più pesante ma con massa più centrale.
👉 Inerzia batté peso 3–0.
3️⃣ Le pressioni gomme vanno scelte in funzione della ruota, non del terreno
Il cerchio largo consente pressioni più basse senza burping.
Il cerchio stretto richiede precisione millimetrica nelle pressioni.
4️⃣ L’ingaggio del mozzo non è moda: è sicurezza
Più rapido è l’ingaggio, più immediata è la risposta quando serve reattività lenta:
• passaggi trialistici
• curve strette in contro pendenza
• ripartenze tecniche
• rilanci in equilibrio precario
🔵 CERCHI, MOZZI, RAGGI: PERCHÉ IL “MATCHING” È TUTTO
Le guide dell’Accademia sono unanimi:
👉 la ruota non è un set di componenti, è un sistema.
Cerchio → definisce rigidezza e volume pneumatico
La larghezza interna influisce:
• sulla forma del pneumatico
• sulla trazione
• sulla risposta in curva
• sull’impatto percepito
Raggi → la trasmissione del comportamento
Il numero dei raggi non conta tanto quanto:
• il pattern (3x, 2x, heads in/out)
• la tensionatura
• la qualità dell’acciaio
Mozzo → l’anima della scorrevolezza
Cuscinetti, tolleranze, materiale, flange.
Una guida sente immediatamente un mozzo scadente:
• consuma energia
• dissipa fluidità
• aumenta l’affaticamento delle mani
🟣 RUOTE MTB E PROFESSIONE: LA SCELTA DELLA GUIDA PRO
Una ruota è un investimento professionale.
Per una guida MTB avanzata rappresenta:
- sicurezza
- affidabilità operativa
- velocità di intervento
- qualità percepita dal cliente
- continuità di lavoro
Una guida esperta ha tre set ideali:
1️⃣ set lavoro – indistruttibile, perdona tutto
2️⃣ set performance – per tecnici, corsi avanzati, giornate veloci
3️⃣ set backup – essenziale per imprevisti in tour di più giorni
🟡 E IL TUBELESS? UN MONDO CHE CAMBIA…
Il tubeless oggi è la norma, ma il tubeless fatto bene… è raro.
Le nostre guide insistono:
- usare liquidi di qualità
- controllare periodicamente la tenuta delle valvole
- non esagerare con le pressioni basse
- sigillare il nastro con cura chirurgica
- sostituire le gomme prima che “diventino legno”
Il tubeless, se mal fatto, non è un vantaggio: è un rischio.
🔥LA RUOTA È UN’IDEA, NON UN CERCHIO
Le ruote MTB non sono un cerchio, un mozzo e dei raggi.
Sono un linguaggio.
Una guida esperta sa leggerlo, anticiparlo, interpretarlo.
Chi ha “ore di sentiero” riconosce una buca storta solo dal suono, capisce la tensionatura dei raggi da come la ruota reagisce in curva, sente il cerchio che cambia risposta dopo una giornata di trail particolarmente tosti.
La ruota non è un componente.
È il carattere della bicicletta.
E chi vuole diventare un vero professionista della MTB deve imparare a conoscerne ogni sfumatura.