Un pomeriggio di confronto e di speranza ha trasformato il Convento dei Minimi in un crocevia di voci e impegni. Il 5 dicembre, la Caritas diocesana di Locri-Gerace, insieme all’Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella Jonica, ha promosso il convegno “Salvataggio in mare e corridoi umanitari: Diritti, Dovere e Futuro”. Un titolo che è già programma: mettere al centro la vita umana, la dignità e il futuro delle migrazioni.
Ad aprire i lavori, Mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, ha richiamato la forza della solidarietà: «Grazie ai fondi dell’8 per mille possiamo dare risposte concrete alle emergenze. La nostra gente è preparata all’accoglienza: il Porto delle Grazie vede approdare centinaia di migranti, e la Locride sarà sempre terra di accoglienza. L’accoglienza è un fatto umano, e la Caritas vuole continuare a sensibilizzare tutti in questa direzione.» Un messaggio che ha dato il tono all’intera giornata: la Chiesa come presidio di umanità, capace di trasformare risorse in percorsi di inclusione.
Il T.V. (CP) Marco di Benedetto, Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Roccella Jonica, ha ripercorso le operazioni di soccorso condotte dalla Guardia Costiera di Roccella Jonica. Un racconto che ha restituito il sacrificio quotidiano di uomini e donne impegnati a strappare vite al mare, con professionalità e senso del dovere. La mostra fotografica inaugurata durante l’evento ha reso visibile ciò che spesso resta invisibile: la fatica, la tensione, ma anche la gioia di ogni salvataggio.
I lavori, coordinati dalla Dott.ssa Carmen Bagalà, Direttore di Caritas Locri-Gerace sono proseguiti con l’atteso intervento di Don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana che ha posto l’accento sulla responsabilità delle comunità:
«Solo se la comunità si assume la responsabilità di includere e integrare, nessuno resterà indietro. I corridoi umanitari portano in sicurezza chi fugge da guerre e persecuzioni, e al tempo stesso offrono nuove energie alle comunità italiane, contrastando spopolamento e carenze di lavoro»
Don Marco Pagniello
Don Marco ha insistito sulla necessità di partire dalle risorse dei territori, più che dai bisogni: processi culturali e sociali che promuovano la persona, superando l’assistenzialismo e puntando alla giustizia.
Momento di grande intensità è stato quello delle testimonianze di chi ha trovato rifugio grazie ai corridoi umanitari. «Qui abbiamo trovato sicurezza e dignità,” ha raccontato una giovane ragazza afgana, che ha aggiunto: “Grazie a questi progetti ho potuto studiare e lavorare. Ora sento di poter costruire il mio futuro.»
Il convegno ha ribadito l’importanza dei progetti sostenuti dall’8 per mille della Chiesa Cattolica, che rendono possibili interventi di accoglienza, formazione e integrazione. Risorse che diventano ponti di speranza, trasformando la solidarietà in percorsi concreti di promozione umana.
La giornata si è chiusa con un momento conviviale, segno tangibile di comunità e condivisione. Dal convegno è emerso un messaggio chiaro: la Locride non vuole essere solo luogo di approdo, ma laboratorio di futuro.
Un invito alla speranza, che si traduce in impegno quotidiano: salvare vite, aprire corridoi di umanità, costruire comunità capaci di guardare avanti senza paura.
Aggiornato il 12/12/25 alle ore 15:55