Se hai in programma un viaggio negli Stati Uniti nei prossimi mesi, tieniti forte: potrebbe arrivare una novità che cambierà il modo in cui compili l’ESTA, l’autorizzazione elettronica che permette a noi italiani di entrare negli USA senza visto.
Il Department of Homeland Security ha infatti proposto un aggiornamento piuttosto… digitale: dichiarare cinque anni di attività sui social media sarà probabilmente obbligatorio per ottenere l’ESTA.
Una vera rivoluzione per chi viaggia negli USA con il Visa Waiver Program – e no, non è un test a sorpresa: è tutto nero su bianco in una proposta ufficiale pubblicata nel Federal Register.
La richiesta arriva nell’ambito di una strategia di sicurezza voluta dalla Casa Bianca: l’obiettivo è intensificare i controlli prima che un viaggiatore salga sull’aereo.
Il Dipartimento della Sicurezza Interna spiega che analizzare gli identificativi social aiuta a individuare in anticipo eventuali rischi legati a terrorismo e sicurezza pubblica.
La proposta è ora in consultazione pubblica – quindi non è definitiva – ma la direzione è chiara: chi chiederà l’ESTA dovrà fornire un elenco completo dei propri account social degli ultimi cinque anni.
Cosa prevede il “nuovo” ESTA: tutti i dati richiesti
Nel documento ufficiale il Customs and Border Protection elenca una serie di modifiche piuttosto corpose. Ecco le principali:
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username e handle usati sui social negli ultimi 5 anni
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numeri di telefono utilizzati negli ultimi 5 anni
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tutti gli indirizzi e-mail usati negli ultimi 10 anni
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indirizzi di residenza precedenti
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possibile ampliamento dei dati biometrici: riconoscimento facciale, impronte digitali, iris scan e — dove possibile — DNA
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introduzione obbligatoria dell’app mobile ESTA, con selfie richiesto direttamente tramite app
Una raccolta dati molto più ampia di quella attuale, che punta a costruire un quadro digitale del viaggiatore decisamente più dettagliato.
Da facoltativo a obbligatorio: un cambio di rotta
Fino a oggi, la domanda “Quali social usi?” era presente nell’ESTA ma completamente opzionale.
Con la nuova proposta, però, questa informazione diventerebbe una sezione obbligatoria, proprio come i dati del passaporto.
Non compilare il campo – se hai avuto account attivi – potrebbe portare alla mancata approvazione dell’ESTA ancora prima di partire.
Gli USA vogliono spostare i controlli dal gate d’arrivo all’applicazione preliminare, così da filtrare in anticipo i profili considerati a rischio.
Prima i visti, ora i turisti: perché tocca anche ai Paesi esenti
Chi richiede un visto americano già dal 2019 deve dichiarare i propri social.
La novità del 2025? L’obbligo potrebbe estendersi anche ai cittadini dei Paesi “amici” e storicamente considerati a basso rischio – cioè tutti quelli del Visa Waiver Program, Italia inclusa.
In pratica, anche chi viaggia negli USA per turismo o per affari meno di 90 giorni dovrà prepararsi a un pre-screening digitale più approfondito.
Niente panico: le autorità USA non chiederanno accesso diretto ai tuoi account e nessuno vuole la tua password.
Quello che dovrai fornire è semplicemente:
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lo username,
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l’handle,
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qualsiasi altro identificativo con cui sei presente sulle piattaforme elencate.
Attenzione però: omettere profili veramente utilizzati può essere considerato una dichiarazione falsa, con conseguenze sull’idoneità a entrare nel Paese.
Quanto tempo servirà per compilare il nuovo ESTA?
Secondo una stima citata dal CBP, il tempo medio per completare la domanda potrebbe salire a circa 22 minuti.
Non sembra molto, ma considera che:
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dovrai recuperare vecchi numeri di telefono,
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email usate anni fa,
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eventuali cambi di username,
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e fornire una lista accurata dei tuoi profili social.
Il settore turistico americano teme che queste procedure più complesse possano scoraggiare una parte dei viaggiatori stranieri, proprio mentre gli USA si preparano a eventi globali come i Mondiali di Calcio e il 250° anniversario dell’Indipendenza.
Le critiche: privacy, libertà di parola e rischi di autocensura
Organizzazioni come l’Electronic Frontier Foundation parlano apertamente di possibili effetti negativi sulla libertà di espressione:
molti utenti, sapendo che i propri social potrebbero essere analizzati, potrebbero iniziare a limitare post, opinioni e contatti online.
La preoccupazione è che una semplice vacanza negli Stati Uniti si trasformi in una sorta di “test di trasparenza digitale”.
Una scelta che finirà in tribunale? Probabile
Già nel 2019 gruppi per i diritti digitali avevano contestato l’obbligo per i visti, ma un giudice federale l’ha ritenuto legittimo.
È facile prevedere nuove cause anche per l’estensione all’ESTA, soprattutto in relazione alla privacy degli stranieri e al Primo Emendamento.
Un trend globale: non solo gli USA fanno pre-screening digitale
Gli Stati Uniti non sono gli unici a muoversi in questa direzione:
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il Regno Unito ha introdotto il suo ETA,
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l’Unione Europea sta per lanciare ETIAS.
Tutti i sistemi puntano alla sicurezza preventiva, ma quello americano è il più ambizioso: cinque anni di social, dieci anni di email e un pacchetto di dati biometrici molto esteso.
Quando entrerà in vigore la nuova regola?
Per ora è solo una proposta, e come tutte le regole federali deve attraversare il periodo di “notice and comment”, dove cittadini e organizzazioni possono inviare osservazioni entro 60 giorni.
Fino alla pubblicazione della norma definitiva, nulla cambia per chi richiede oggi l’ESTA.
Cosa devono fare adesso i viaggiatori italiani diretti negli USA
Se stai programmando un viaggio, ecco le mosse più intelligenti da fare già da ora:
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conserva un elenco aggiornato dei tuoi account social (inclusi vecchi username)
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annota vecchi numeri di telefono e email che hai usato
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compila l’ESTA con la massima precisione, evitando discrepanze tra quanto dichiari e ciò che è pubblico online
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tieniti informato sull’evoluzione della norma: potresti dover fornire più dati già nei prossimi mesi
Per il momento, l’obbligo resta attivo solo per chi richiede un visto. Chi viaggia con l’ESTA continuerà a seguire le regole attuali… almeno fino alla decisione finale.