Under 20 Femminile: un Bronzo sofferto, quindi ancora più bello! - Federazione Italiana Pallacanestro

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Stories Under 20 femminile

14 Dicembre 2025

L’esordio di Matosinhos non faceva presagire cose buone, limitandosi a guardare il risultato. La vittoria della Polonia arrivata dopo un supplementare aveva visto le azzurrine perdere più volte la lucidità, soprattutto nell’overtime. Una brutta mazzata. Abbiamo pagato la tensione giocando una partita insufficiente. In quel momento la nostra autostima rischiava di venire meno” ha ricordato coach Giuseppe Piazza. E invece proprio nei meandri di quella sconfitta si nascondeva il vero punto di forza dell’Italia Donne Under 20: la voglia di non arrendersi, la consapevolezza di poter stare in campo a giocarsela contro tutte. La Polonia era scappata sul +16 ma le azzurrine hanno recuperato punto dopo punto, pagando lo sforzo in termini di stanchezza nell’overtime. Però è stato il segnale che la squadra c’era, era sana per dirla alla Piazza e che avrebbe dato tutto. E quel tutto ha portato a conquistare la medaglia di bronzo, il secondo consecutivo dopo quello di Vilnius un anno prima, il quarto podio nelle ultime cinque edizioni.

Dopo la Polonia le azzurrine impiegano un po’ per scuotersi contro la Repubblica Ceca ma poi prendono il comando delle operazioni. Stavolta la rimonta la subiamo ma Cristina Osazuwa ci prende per mano e ci riporta avanti fino al +15 finale. La stessa Osazuwa che contro i Paesi Bassi, nella terza e ultima partita del girone, è a tratti immarcabile in una gara tiratissima con continui capovolgimenti e con due squadre che battagliano fino alla sirena. Passano le olandesi in volata, può essere un’altra mazzata e in parte lo è ma ormai è chiaro che questo gruppo ha anticorpi di spessore e sa come reagire e come prendere a dovere le cose buone e le cose meno buone di una partita.

La fase ad eliminazione diretta è come sempre un altro torneo, un’altra storia, un altro mondo. Dai gironi arrivano tutte ma non tutte sono pronte: l’Italia sì. Ne sa qualcosa la Lettonia che non sa come raccapezzarsi di fronte all’esuberanza di Carlotta Zanardi e compagne, dominanti sin dal primo quarto e con percentuali al tiro altissime e costanti. Sei ragazze in doppia cifra come ulteriore dato sulla qualità della partita complessiva dell’Italia.

La semifinale è contro Israele, la testimonianza più evidente di come i gironi contino fino ad un certo punto. Le israeliane, infatti, hanno perso le tre gare del girone ma poi hanno eliminato la Francia. Serve allora una partita di grande attenzione e concentrazione per evitare scherzi e il primo tempo va esattamente in questa direzione. Poi le israeliane iniziano a correre, tornano sotto, mettono anche la testa avanti ma le risorse di questa Italia sono infinite. Ecco allora che la più giovane di tutte, la classe 2008 Francesca Baldassarre, trova una delle rare triple di serata per invertire definitivamente la rotta. Zanardi sigilla dalla lunetta ed è semifinale.

La Spagna è la grande favorita, ha perso solo in volata con il Belgio nel girone, per il resto solo vittorie di forza e di talento. Bisogna stare attente sin dalla palla a due e invece le iberiche scappano subito con un’aggressività sui due lati del campo alla quale l’Italia reagisce piano piano ma con efficacia. L’ostacolo è duro, durissimo, i falli di Osazuwa complicano i piani, la Spagna riprende il largo e va sul +15. Finita? Ma nemmeno per sogno! Questa squadra il concetto di mollare non lo conosce, lotta su ogni pallone, difende con enorme generosità e a 30 secondi dalla fine la tripla di Zanardi vale il -4 che rimette tutto in discussione. Non solo: Edokpaigbe dalla lunetta firma il 2 quando di secondi alla fine ne mancano 9. L’antisportivo fischiato a Baldassarre è la doccia ghiacciata che spegne ogni ardore: vince la Spagna, c’è delusione ma non è finita, c’è una medaglia da prendere.

“È un Bronzo sofferto e per questo ancora più bello ed emozionante”. Tutta la soddisfazione di coach Piazza è in queste parole dopo la finalina contro la Svezia che ci prova a rendere complicata la vita delle azzurre ma non ci riesce e alla fine deve arrendersi allo strapotere e alla forza di volontà delle azzurre, in campo con un nastro nero per ricordare Paola Mauriello. Avvio così così, poi Osazuwa e compagne prendono il timone e non lo cedono più. È una medaglia meritata, figlia di una squadra che ha giocato da Squadra, che ha avuto ogni volta una protagonista diversa ma soprattutto che non si è mai arresa neanche quando sembrava spacciata o quando rialzarsi era complicato.

Per quasi tutte le ragazze il periodo con le Under è terminato: adesso le aspettiamo con la Senior, con l’auspicio che quanto visto nell’agosto di Matosinhos sia un bellissimo preambolo a qualcosa di ancora più bello.

                                                                                                                                                Dario Ronzulli

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