Manovra finanziaria 2026-2028, al via le audizioni in Commissione Bilancio”. | Consiglio regionale della Sardegna

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

Con le audizioni delle associazioni di categoria del settore agricolo e i sindacati ha preso il via questa mattina in Commissione “Bilancio” il ciclo di audizioni sulla manovra finanziaria 2026/2028.

Agricoltura
Il parlamentino presieduto da Alessandro Solinas (M5S) ha sentito per primi i rappresentanti di Coldiretti, Cia e Confagricoltura. Da tutte le sigle è stata sollecita più attenzione per il mondo delle campagne, uno dei settori trainanti dell’economia sarda.
«Più che discutere di interventi specifici ciò che ci interessa maggiormente è capire quale sia l’idea di agricoltura della Giunta e della maggioranza – ha detto il direttore di Confagricoltura Giambattista Monne – ci sono diverse questioni aperte che meritano risposte adeguate con un pianto strategico di sviluppo». Secondo Confagricoltura, in manovra sono state inserite diverse disposizioni che vanno ad appesantire ulteriormente il lavoro dell’Agenzia Laore mentre non si affrontano a dovere temi come lo spopolamento economico delle aree interne, il cambiamento climatico, l’emergenza idrica e le politiche di filiera». A preoccupare è il numero crescente di aziende agricole che chiudono e l’innalzamento dell’età anagrafica degli operatori: «Serve un piano straordinario per favorire il ricambio generazionale – ha detto Monne – occorre capire che le condizioni sono cambiate e pensare ad azioni mirate per l’infrastrutturazione materiale e immateriale delle campagne. Le aziende stanno nei territori solo se sono in grado di operare». Monne ha poi toccato il grande tema dei cambiamenti climatici: «Nella gestione delle emergenze si è tornati indietro di 40 anni. Quelli individuati sono solo interventi compensativi. Non è pensabile che di fronte a eventi calamitosi si intervenga con aiuti a posteriori». Un accenno infine alle politiche di filiera: «Il recente riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’Unesco ci dà la misura del valore dell’agroindustria – ha concluso Monne – se si vuole generare ricchezza occorre insistere sulle filiere valorizzando le produzioni strategiche».
Posizioni condivise anche da Efisio Perra, in rappresentanza di Coldiretti, che ha auspicato un’azione più incisiva nella lotta allo spopolamento: «E’ un tema che va affrontato in modo strategico se si vuole che l’agricoltura continui ad essere un presidio del territorio. Ci rendiamo conto che questa è una manovra tecnica. Ci auguriamo che con le nuove risorse provenienti dall’accordo con lo Stato sulle entrate fiscali ci siano interventi puntuali dedicati al nostro settore. Noi siamo pronti a collaborare per un modello di sviluppo concertato».
Per Francesco Erbì, presidente regionale della Cia, la manovra finanziaria, seppur tecnica, è l’occasione per riflettere sulle azioni da adottare nell’interesse della Sardegna: «La coperta è corta – ha detto Erbì – ma anche in questo caso serve un’idea su come collocare le risorse. Il settore primario è variegato, dentro ci sono la zootecnia, la silvicoltura, l’ortofrutticolo e la cerealicoltura. Per tutti questi settori servono azioni mirate. In Sardegna importiamo il 75% della frutta e l’80% dei prodotti florovivaistici. In questi anni è mancata una visione e continua a mancare. Se si vuole frenare lo spopolamento occorre cambiare rotta».

Sindacati.
Successivamente sono stati sentiti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Tutti hanno espresso apprezzamento per la soluzione della vertenza con lo Stato sulle entrate fiscali. «Si poteva però fare di più – ha detto Nicola Cabras della segreteria regionale della Cgil – capiamo che la finanziaria abbia risorse manovrabili limitate ma per questo ci saremmo aspettati un’azione più forte per ridurre i fondi destinati alla sanità privata con più attenzione per il sistema sanitario pubblico. Se ci si rivolge alle strutture private per affrontare le emergenze, allo stesso tempo si deve pensare a un piano di investimenti per la sanità pubblica che favorisca nuove assunzioni, un piano per l’edilizia sanitaria, le infrastrutture e tecnologie all’avanguardia».
Cabras ha poi parlato di politiche industriali e di lavoro. Sul primo fronte, il rappresentante della Cgil ha lamentato il mancato varo dell’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’Industria. «Stesso discorso per l’energia, anche in questo caso non c’è riferimento all’Agenzia regionale che per altro rientra nei piani della Giunta». Sulla seconda questione, Cabras ha sottolineato la necessità di proseguire nelle azioni per garantire “lavoro di qualità, forte e stabile”. «Registriamo ancora delle difficoltà a dare seguito a questa prospettiva. Si dice che i cantieri occupazionali nel sistema sanitario siano un esempio di politiche attive. Di fatto però rappresentano un freno ai piani assunzionali».
Sul tema dello spopolamento infine, la Cgil ha invitato la Commissione a riflettere sull’efficacia delle misure adottate: «Non tutte hanno funzionato, serve un cambio di passo e un segnale di discontinuità».
Per Pierluigi Ledda, segretario generale della Cisl, la manovra si colloca in un quadro di estrema difficoltà con un tasso di occupazione fermo al 57,7%, assegni pensionistici molto al di sotto della media nazionale, salari bassi e una disoccupazione giovanile ancora troppo alta. «Occorre per questo uno sforzo per migliorare la gestione complessiva delle risorse attraverso una programmazione più efficace – ha detto Ledda – in particolare sul fronte della Sanità. gli interventi in manovra non sono pienamente coerenti con l’accordo sottoscritto il 4 agosto scorso, in particolare sullo sblocco delle assunzioni nel sistema sanitario».
Secondo l’esponente della Cisl, un ulteriore sforzo sarebbe necessario anche per il sostegno all’industria e lo sviluppo del manifatturiero. «Serve inoltre più attenzione per la formazione e i servizi per il lavoro – ha detto Ledda – è auspicabile una norma che riconosca questi servizi con l’individuazione di un fondo strutturale per il loro funzionamento. La nostra proposta prevede la creazione di un ente bilaterale per la formazione professionale con una dotazione finanziaria di 5 milioni annui».
Altro tema da non trascurare, secondo la Cisl, è quello della sicurezza sul posto di lavoro: «Nel protocollo di Buggerru era previsto il sostegno alla progettazione di sistemi e protocolli per ridurre i rischi dei lavoratori. Per questo è necessaria una formazione obbligatoria e un coinvolgimento delle scuole». Sulla lotta allo spopolamento, infine, la Cisl ha proposto incentivi fiscali per famiglie e imprese e il potenziamento dei servizi fondamentali per la tutela della salute, la mobilità e l’esercizio del diritto allo studio.
Per la segretaria generale della Uil, Fulvia Murru, la manovra di bilancio si colloca in una fase nuova e delicata: «Non si tratta di un provvedimento ordinario. E’ il primo bilancio dopo la chiusura della vertenza sulle entrate fiscali. Un accordo che dà certezza sulle risorse . Ora si apre la fase della responsabilità politica. Le risorse aggiuntive non devono servire solo a fronteggiare le emergenze. Avere più soldi non basta, la differenza la fanno le scelte politiche».
La rappresentante della Uil ha quindi auspicato un’approvazione della manovra entro il 31 dicembre in modo da scongiurare il ricorso all’esercizio provvisorio: «Questa manovra deve essere il primo tassello di un ragionamento più ampio – ha detto Murru – un primo passo verso una programmazione strategica per il futuro».
Fulvia Murru ha poi affrontato il tema della sanità: «A questo settore è destinato il 40% delle risorse. Ciò che serve è pensare a come risolvere i nodi strutturali (liste di attesa, rete oncologica, fascicolo sanitario etc.) e, soprattutto, la criticità più importante rappresentata dalla carenza di personale. Per questo occorre varare un piano straordinario di assunzioni, non bastano i cantieri lavoro».
Dalla segretaria della Uil, infine, un invito a investire di più sulla sicurezza nei posti di lavoro («Rileviamo che le risorse concordate nel Patto di Buggerru sono state ridotte da 10 a 5 milioni di euro») e a pensare a un piano di sviluppo industriale («Manca un strategia per governare la transizione e creare lavoro stabile»).
Telegrafico l’intervento del segretario dell’Ugl Nicola Contini che ha auspicato l’approvazione della manovra entro l’anno: «Accogliamo con soddisfazione la soluzione della vertenza entrate – ha detto Contini – ora sarà importantissima la fase di pianificazione delle nuove risorse. Sulla sanità ci aspettavamo più coraggio con il potenziamento dei servizi territoriale e gli interventi a favore delle Rsa e le persone fragili».

Al termine delle prime audizioni, il presidente Alessandro Solinas (M5S), ha assicurato il massimo impegno della Commissione per migliorare il testo: «Le audizioni delle parti sociali e il confronto con la società sarda sono fondamentali per rendere la manovra quanto più rispondente ai bisogni del tessuto socio-economico della Sardegna. Una grande occasione sarà rappresentata dalle risorse in arrivo dalla vertenza sulle entrate fiscali».
Le audizioni proseguiranno nel pomeriggio e per tutta la giornata di domani.

Recapiti
Ufficio Stampa