Focus
Ci ispiriamo al report Brands in Motion che i nostri partner di We. Communications pubblicano annualmente per prendere la misura di come si evolve la professione della comunicazione d’impresa in uno scenario di crescente complessità.
La situazione geopolitica, la pervasività dell’AI e la crescente polarizzazione delle opinioni portano con sé nuove sfide che, come comunicatori, dobbiamo saper affrontare, soprattutto alla luce delle aspettative dei nostri pubblici di riferimento. Infatti, un sondaggio commissionato a Ipsos Mori mostra che, se il 61% dei comunicatori ritiene di comunicare con efficacia in situazioni di complessità, solo il 39% dell’audience è convinto che questo si realizzi davvero.
Si tratta di un divario molto importante che richiede un’analisi sistematica dei fattori di complessità e un’indicazione di come affrontarli con efficacia dal punto di vista comunicativo. Secondo il sondaggio, comunicatori e pubblici concordano che i cinque principali driver della complessità siano:
- il crescente numero di canali di informazione
- la velocità con cui le informazioni circolano online
- l’aumento esponenziale dell’AI
- la disinformazione
- la polarizzazione delle opinioni
In questo contesto, è importante sapersi districare attraverso le complessità senza cedere alla tentazione di semplificarle o, peggio, di evitarle. Quando un brand comunica con chiarezza, sicurezza e umanità, non si mantiene semplicemente al passo, si distingue.
È così che l’umanizzazione dei processi comunicativi diventa un fattore strategico. In un mondo polarizzato, mostrare umanità crea comprensione e la comprensione genera fiducia. Una comunicazione efficace è narrazione e le storie funzionano quando c'è emozione umana, un’empatia che porta i pubblici a riconoscersi nella comunicazione.
I pubblici hanno mostrato di apprezzare un approccio che riconosca il modo in cui le notizie potrebbero farli sentire, dando spazio ai pensieri e alle esperienze reali delle persone, oltre che al punto di vista dell’azienda. I pubblici moderni vogliono essere trattati prima come persone e solo secondariamente come stakeholder. Sono abbastanza maturi da affrontare notizie complesse e anche difficili ma pretendono empatia, una capacità da parte dei leader di mostrarsi vulnerabili, portando riflessioni personali e ammettendo le sfide e i problemi che devono affrontare.
Navigare la complessità comporta mostrare volti umani, non logo, emozioni e sentimenti reali, prima di un piano d’azione, la capacità di parlare in maniera schietta e – non ultimo – una capacità di sdrammatizzare quando la situazione lo consente o addirittura lo richiede.
Perché le aziende, i mercati, i pubblici sono fatti da persone e le persone brillano quando hanno a che fare con altre persone.