L’allarme: “Il provvedimento ignora linee guida internazionali e raccomandazioni europee, oltre a favorire un rallentamento delle procedure mediche”
Le principali società scientifiche italiane che operano nell’ambito della disforia di genere rivolgono un appello al Parlamento: il disegno di Legge n. 2575, intitolato “Disposizioni per l’appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo dei farmaci per la disforia di genere”, la cui bozza è stata approvata di recente dal Consiglio dei Ministri,necessita di una revisione profonda.
A lanciare l’allarme, in un comunicato congiunto, sono ACP (Associazione Culturale Pediatri) FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica), ONIG (Osservatorio Nazionale Identità di Genere), SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità), SIE (Società Italiana di Endocrinologia), SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), SIGIA (Società Italiana di Ginecologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e SIGIS (Società Italiana Genere, Identità e Salute).
Secondo le realtà scientifiche italiane, il testo, così com’è, rischia di compromettere l’accesso alle cure per le persone transgender e gender-diverse (TGD), in particolare per i minorenni, contravvenendo alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa, che riconoscono a tali interventi medici la finalità di tutela del benessere psico-fisico individuale.
LINEE GUIDA INTERNAZIONALI IGNORATE
Il messaggio congiunto sottolinea che il provvedimento dovrebbe basarsi sulle linee guida già disponibili a livello internazionale: quelle dell’Endocrine Society (2017), le più recenti della German Society for Child and Adolescent Psychiatry, Psychosomatics and Psychotherapy (DGKJP, 2025) e le raccomandazioni pubblicate nel 2024 dalla European Society for Paediatric Endocrinology (ESPE) e dalla rete ENDO-ERN.
Questi documenti, pur riconoscendo la necessità di ulteriori dati di ricerca, evidenziano i risultati favorevoli finora ottenuti e forniscono indicazioni precise su come garantire una presa in carico che bilanci la complessità dell’adolescenza con il diritto alla salute e all’autodeterminazione delle persone minorenni.
UN CONFRONTO PARZIALE CON GLI ALTRI PAESI EUROPEI
Un altro punto critico del DDL riguarda la parte in cui si analizzano gli orientamenti adottati sul tema da altri Paesi europei: nel testo si citano solo le Nazioni che hanno stabilito misure restrittive in merito all’accesso agli interventi medici affermativi di genere, omettendo di menzionarne altre, come Spagna, Olanda, Francia, Belgio e Germania, in cui i servizi sanitari per i minorenni con disforia di genere sono stati confermati o aggiornati.
UN TESTO NON CONFORME ALLE RACCOMANDAZIONI DEL CONSIGLIO D’EUROPA
Il Consiglio d’Europa, attraverso la Commissione per i Diritti Umani e il Report sui diritti di accesso all’assistenza sanitaria per le persone LGBTI, ha ribadito che gli Stati membri devono assicurare cure specifiche per le persone TGD indipendentemente dall’età, coinvolgendo famiglie e organizzazioni nella definizione delle politiche. Il DDL del Governo, nella sua attuale formulazione, rischia invece di limitare fortemente l’accesso alle cure per i minorenni.
RITARDI NON NECESSARI NELLE PROCEDURE MEDICHE
Le società scientifiche italiane chiedono inoltre che, nelle more dei protocolli ministeriali, si continui a fare riferimento alla determina AIFA n. 21756/2019, pubblicata dopo il parere favorevole del Comitato Nazionale di Bioetica (13 luglio 2018). Questa determina stabilisce, per i farmaci indicati per la disforia di genere, criteri prescrittivi chiari e tutelanti, comprendenti anche la valutazione da parte di un bioeticista. Introdurre l’obbligo di attendere l’assenso del Comitato Etico Nazionale per le sperimentazioni cliniche pediatriche (CEN) significherebbe rallentare ulteriormente procedure mediche già valutate da team multidisciplinari, con conseguenze gravi: nel caso della triptorelina, ad esempio, il ritardo nella somministrazione del farmaco, in attesa del parere del CEN, comporterebbe inevitabilmente la prosecuzione dello sviluppo puberale.