COMPETENZE NASCOSTE E TALENTO INASCOLTATO: IL CV NON BASTA - Massimo Rosa

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𝗟’𝗵𝗲𝗮𝗱 𝗵𝘂𝗻𝘁𝗲𝗿 𝗰𝘂𝗻𝗲𝗲𝘀𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗶𝘂𝘁𝗮 𝗮 𝗼𝘁𝘁𝗶𝗺𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶 𝗣𝗿𝗼𝗳𝗶𝗹𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗹’𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘀𝘂𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼. 𝗟’𝗼𝗯𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗼: 𝗰𝗼𝗹𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗶𝘃𝗮𝗿𝗶𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝗿𝗹𝗼

𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 – Nel mercato del lavoro contemporaneo si consuma quotidianamente un paradosso: professionisti qualificati vengono scartati non per mancanza di competenze, ma per l’incapacità di presentarle efficacemente. Una distorsione che Massimo Rosa, head hunter con oltre trent’anni di esperienza e autore del bestseller “Il Codice delle Risorse Umane”, ha deciso di affrontare sistematicamente.

“Alle aziende serve un codice per trattenere i talenti, ai professionisti un intervento che riconosca i loro reali meriti”, sintetizza Rosa, che ha trasformato anni di consulenze informali in un servizio strutturato di analisi e ottimizzazione del profilo professionale.

Dal primo “job shop” italiano alla rivoluzione digitale

La carriera di Rosa affonda le radici in un’epoca in cui il recruiting si svolgeva ancora prevalentemente offline. Nel 1991 è stato ideatore e presidente del primo modello di “Job Shop” d’Italia, la più grande rete italiana di ricerca di personale qualificato in licensing, poi trasformatasi nelle attuali agenzie per il lavoro. Un percorso che lo ha portato anche alla presidenza di WESN, network internazionale indipendente di operatori dell’Executive Search.

Con oltre mille assunzioni effettuate personalmente e altre diecimila favorite attraverso le iniziative promosse, Rosa ha acquisito un punto di osservazione privilegiato: vedere l’evoluzione dei processi selettivi dall’interno, comprendere i meccanismi decisionali delle aziende e soprattutto identificare gli errori ricorrenti dei candidati.

Un’esperienza che lo ha portato a fondare la Compagnia del Buon Lavoro (Job Angels), movimento di volontariato gratuito per chi cerca o desidera cambiare occupazione, e a diventare LinkedIn Top Voice come profilo professionale più seguito e coinvolgente nel mondo del lavoro italiano, con post letti mensilmente da oltre due milioni di persone.

Quando la gratuità diventa insostenibile

Il punto di svolta è arrivato con l’escalation delle richieste di supporto. Quello che inizialmente era un aiuto occasionale e gratuito – “Mi daresti un’occhiata al CV?”, “Cosa sbaglio nelle candidature?” – si è trasformato in centinaia di richieste che hanno reso insostenibile il modello informale.

“Non riuscivo più a rispondere con la cura necessaria”, ammette Rosa. Una situazione che ha portato alla strutturazione di un’offerta professionale: l’Analisi e Ottimizzazione del Profilo Professionale, servizio che combina l’esperienza da head hunter con la conoscenza tecnica degli ATS (Applicant Tracking System), i software che filtrano le candidature prima ancora che raggiungano un recruiter umano.

Il valore dell’insider knowledge

L’intervento si articola su più livelli: analisi dettagliata del CV con versioni ottimizzate per PMI, multinazionali e sistemi automatizzati; revisione completa del profilo LinkedIn; relazione finale sul posizionamento strategico della carriera. Ma l’elemento distintivo, secondo l’ideatore, è la prospettiva offerta.

“Quando ricevi il report, vedi esattamente cosa pensano i recruiter guardando il tuo profilo”, spiega Rosa. Non si tratta di gonfiare competenze inesistenti, ma di riconoscere il valore esistente e comunicarlo efficacemente. Un approccio che le 86 recensioni positive sembrano confermare.

Il gap tra merito e percezione

L’iniziativa solleva questioni più ampie sul funzionamento del mercato del lavoro. Se professionisti qualificati necessitano di intermediari specializzati per comunicare adeguatamente le proprie competenze, significa che esistono barriere all’ingresso non legate al merito effettivo. Un tema che riguarda tanto la responsabilità delle aziende – chiamate a sviluppare processi selettivi più trasparenti – quanto quella dei candidati, tenuti ad acquisire competenze di personal branding sempre più sofisticate.

In un contesto dove la prima scrematura è affidata ad algoritmi e il tempo dedicato all’analisi di ogni CV si misura in secondi, la capacità di “tradurre” il proprio valore professionale nel linguaggio del recruiting diventa competenza strategica. Con buona pace di chi pensava che bastasse essere bravi nel proprio mestiere.

*tratto da ©2025 The Economics Words

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Qui l’intervento per il Riposizionamento Strategico Professionale

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