Lilia ha appena cinque anni, ma riempie già ogni stanza con la sua energia contagiosa. Con il suo vestitino rosa, le treccine che ballano a ogni passo e quegli abbracci improvvisi che regala a tutti, sembra nata per diffondere gioia. Canta, balla, gioca a basket e, in pochi minuti, conquista chiunque le stia accanto.
Eppure la sua vita non è cominciata con tanta spensieratezza. Nata in Messico durante la pandemia, Lilia era affetta da labiopalatoschisi. Sua mamma Valeria stava già affrontando la perdita del marito, la gravidanza in solitudine e un mondo in lockdown.
Lilia e la sua mamma hanno trascorso i primi mesi tra incertezze, operazioni chirurgiche erano rimandate e paure troppo grandi per una famiglia già così provata.
Poi è arrivato un raggio di speranza: Operation Smile.
Ad un anno è stata sottoposta al primo intervento, a due anni il secondo intervento. E da allora un percorso fatto di cure continue, logopedia, controlli e sostegno, che hanno accompagnato ogni passo del suo sviluppo. Ogni piccolo progresso era una vittoria, ogni sorriso una conquista che sembrava dire: “ce la stiamo facendo”.
Oggi Lilia, che ama farsi chiamare Li, è una bambina sicura, vivace, piena di tenerezza verso gli altri. A scuola consola i compagni timidi, ride a crepapelle e affronta la vita come se fosse un’avventura tutta da scoprire. Valeria spesso pensa al passato e si accorge che, nonostante tutto, la loro storia non parla di dolore: parla di resilienza. Perché come lei dice sempre: “un sorriso e un gesto di empatia possono fare la differenza”.
E quando qualcuno chiede a Li cosa sogni per il futuro, lei risponde con gli occhi che brillano: forse vorrà insegnare, forse diventare dottoressa… o magari, chissà, un giorno sarà persino modella.