Un racconto molto amato
È vero che fu Elizabeth (Betsy) Ross, un’umile e ingegnosa sarta di Filadelfia, a inventare la bandiera degli Stati Uniti? E che dopo averla cucita e confezionata con le proprie mani la consegnò direttamente a George Washington?
Secondo la tradizione le cose andarono proprio così. E del resto sono moltissimi i dipinti che raffigurano la donna mentre cuce il primo esemplare di bandiera stars and stripes e lo mostra a un orgoglioso George Washington, che approva con soddisfazione.
In realtà – come spesso accade in queste vicende “memorabili” che costellano la storia – non abbiamo riprove ufficiali di come si svolsero realmente i fatti, ma molte informazioni incerte che accompagnano un fondo di verità. E su questi elementi si è costruita una vera e propria leggenda, molto amata dagli statunitensi e celebrata ogni anno in occasione del Flag Day, il giorno della bandiera.
Tra storia e mito
La decisione di adottare la bandiera a stelle e strisce venne ufficialmente presa nel corso del Secondo Congresso Continentale, l’incontro tenutosi a Filadelfia tra i rappresentati delle tredici colonie britanniche, che di fatto diede il via alla Rivoluzione americana. Una risoluzione votata il 14 giugno 1777 stabilì che quella bandiera sarebbe diventata il simbolo delle loro aspirazioni di indipendenza dalla corona inglese.
Ma com’era giunta al Congresso la bandiera? A portarla fu George Washington – scelto in quell’occasione come comandante dell’esercito dei ribelli – che, come abbiamo detto, l’aveva ricevuta dalle mani di Betsy Ross. Ed era stata proprio quest’ultima, secondo la tradizione, a cucire le tredici strisce orizzontali, sette rosse e sei bianche, accompagnate, in alto a sinistra, da tredici stelle bianche disposte a cerchio su fondo blu. Tredici, ovviamente, richiamava il numero delle colonie di allora (numero destinato a salire, nel corso del tempo, fino alle attuali cinquanta).
A quanto pare, vi era stato pure un piccolo disaccordo tra Betsy Ross e George Washington sul numero di punte delle stelle: il futuro Presidente avrebbe voluto stelle a sei punte, ma la sarta lo aveva convinto a mantenerle con cinque punte.
Che cosa sappiamo per certo?
La vicenda di Betsy Ross non trova nessun riscontro nei documenti e negli atti ufficiali. Anzi, la storia fu diffusa un secolo più tardi, per opera di William Canby, nipote della sarta di Filadelfia. Da quel momento la scena venne raffigurata in dipinti e immagini, diventando una vera e propria icona, senza altre prove a sostegno della sua veridicità. Un simbolo potente, che mostrava efficacemente la partecipazione popolare, dal basso, al processo di indipendenza americano.
Proprio in quest’ottica, anche i colori scelti per la bandiera (rosso, bianco e blu) avrebbero avuto un significato metaforico: bianco la purezza, rosso il valore, blu la giustizia; tutti elementi che rimandavano al sacrificio degli insorti. In realtà, anche a tal proposito non abbiamo notizie certe. L’unico punto assodato, anzi, è che i tre colori sono gli stessi della Union Jack, la bandiera della tanto invisa Gran Bretagna. Ma questa è ancora un’altra storia…
Rimane comunque un aspetto di rilievo che la vicenda di Betsy Ross ci trasmette: l’indipendenza delle tredici colonie passa anche attraverso una figura femminile, a testimonianza del ruolo di primo piano assunto dalle donne – come Abigail Adams, Deborah Sampson, Martha Washington, Mercy Otis Warren – nel corso della Rivoluzione americana.