La rubrica “Lo sguardo dalle frontiere” è a cura degli operatori e delle operatrici, delle volontarie e dei volontari, di Mediterranean Hope (MH), il programma sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Questa settimana “Lo sguardo” proviene da Roma ed è stato scritto da Matteo Durante e Giovanni Salari, volontari del servizio civile.
Roma (NEV), 16 dicembre 2025 – Lunedì 24 novembre abbiamo partecipato a un incontro presso uno degli appartamenti in cui la FCEI accoglie alcune persone arrivate con i corridoi umanitari, un momento di condivisione tra le beneficiarie attualmente presenti nel progetto e due ex beneficiarie che, negli anni passati, hanno vissuto lo stesso percorso e oggi conducono una vita autonoma. L’iniziativa aveva l’obiettivo di creare uno spazio protetto di dialogo, in cui il passato potesse incontrare il presente e diventare risorsa per il futuro. Le ex beneficiarie hanno raccontato le loro storie: le difficoltà iniziali, la paura dell’incertezza, le prime scoperte, l’importanza dello studio, dei corsi di formazione e della conoscenza della lingua italiana. Ma non si sono fermate alle difficoltà. Hanno condiviso anche le soddisfazioni raggiunte, i piccoli e grandi passi compiuti e la fiducia ricostruita grazie a un percorso fatto di sostegno, ascolto e impegno personale. Uno dei momenti più significativi del pomeriggio è stato quello dedicato alle domande: le nuove beneficiarie hanno avuto l’opportunità di rivolgersi direttamente alle ex beneficiarie, chiedendo consigli pratici e personali. Parole come “speranza”, “strada”, “consapevolezza”, “intercultura”, “forza di volontà” ed “esempio da seguire” sono emerse più volte e sono state poi raccolte nel grande cartellone realizzato insieme a conclusione della giornata. Intitolato “Semi di Esperienza”, il cartellone raccoglie frasi, disegni e pensieri condivisi. Ci sono passi che indicano un cammino da intraprendere, un germoglio che simboleggia crescita e rinnovamento, e messaggi scritti a mano che parlano di resilienza, futuro e desiderio di migliorarsi. Vedere le ex beneficiarie tornare simbolicamente nel loro passato e constatare quanto il loro percorso abbia oggi un valore per gli altri è stato emozionante. Allo stesso tempo, osservare le persone arrivate in Italia da meno tempo ascoltare con curiosità e partecipazione ci ha fatto comprendere quanto sia potente il confronto diretto e quanto possano essere preziosi gli esempi concreti di chi “ce l’ha fatta”. Momenti come questo sono fondamentali: ci ricordano che il cambiamento è possibile, passo dopo passo, e che ogni esperienza, anche difficile, può trasformarsi in semi di speranza per gli altri.