Alessandra Coppola, Il fuoco nero. Giulio Einaudi editore

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Con Il fuoco nero Alessandra Coppola ci accompagna dentro una delle pagine più buie della recente storia italiana; una vicenda che sembra uscita da un racconto dell’orrore, ma che appartiene alla cronaca del reale.

Due amici veronesi, Marco Furlan e Wolfgang Abel, vengono arrestati nel marzo 1984 mentre tentano di dar fuoco a una discoteca. Gli saranno attribuiti 10 dei 15 delitti rivendicati negli anni dalla sigla Ludwig. Con una scrittura straordinaria Coppola, grazie a nuove testimonianze e allo studio della mole di documenti accumulati negli anni, scava sotto la superficie, ricostruendo l’ambiente in cui si sono formati i killer e risalendo all’estrema destra di Ordine Nuovo. 

Il racconto prende le mosse dalla più grave delle stragi che la banda si è attribuita, sei morti nel rogo del cinema Eros a Milano nel 1983, tra la vergogna e la distrazione un attentato incredibilmente rimosso dalla storia nera d'Italia.

Il libro sta ricevendo una calorosa accoglienza da parte di importanti firme della stampa e di un pubblico di lettori sempre più partecipe:

«Con una scrittura potente e raffinata Alessandra Coppola svela intrecci inediti, verità nascoste, complicità occulte, riuscendo a restituire umanità e giustizia alle vittime».
Massimo Carlotto

«È un libro fondamentale che si legge come un romanzo e aiuta a capire una storia nera che ha segnato l’Italia».
Stefano Nazzi

«Un viaggio nella mente e nell’orrore di chi ha trasformato l’odio in missione».
Roberto Saviano

«Un libro che mi ha molto colpito. Coppola imprime un passo molto profondo, analizzando il grande rimosso di Ludwig. È davvero un libro molto importante».
Susanna Tartaro, «Fahrenheit, Rai Radio Tre»

«Giornalismo geografico e narrativo. Si stratificano così le 150 pagine de Il fuoco nero. Alessandra Coppola lo ha scritto in una prosa che è capace di accarezzare e di sfregiare».
Gianni Santucci, «Corriere della Sera»

«Una storia di sangue che sembra aver preso forma drammaticamente nel punto in cui si sono andate intrecciando vicende in apparenza secondarie, ma capaci di tradurre in concreto un portato ben più vasto e sinistro».
Guido Caldiron, «il manifesto»

«Nel libro si va oltre quello che chiamiamo true crime. Qui si descrivono gli ambienti nazionali e locali, e si cerca di capire il bagaglio culturale dei protagonisti, gli strati sociologici, gli ambienti, le letture, le atmosfere delle città. Coppola intervista tutti, parla con esperti di ogni settore, con testimoni e familiari, e ricostruisce storie».
Giulio Silvano, «Il Foglio»

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