Coltivare rapporti sociali più profondi, condividere pensieri e azioni porta tanti benefici per il funzionamento del nostro organismo. In altre parole, stare bene insieme agli altri è come una medicina
di Vita e Salute
“La solitudine crea problemi a livello ormonale, immunologico e di plasticità cerebrale”, spiega il neuroscienziato Antonio Cerasa, ricercatore Cnr. “In persone con un danno neurologico, per esempio, la presenza di una rete sociale è collegata con un miglior recupero funzionale”.
E uno studio recente nato dalla collaborazione tra Columbia University e Michigan State University, che ha analizzato l’importanza della felicità in oltre 300mila soggetti di novantanove Paesi diversi, mostra che – pur con sfumature diverse – dare valore all’amicizia fa bene alla salute e al benessere delle persone, indipendentemente da dove vivano. “Per stare bene abbiamo bisogno di essere accolti, accettati da qualcuno di cui ci fidiamo: valere per gli altri rafforza la nostra autostima e quindi la resilienza, la capacità di superare le difficoltà”, spiega Cristina Castelli, psicologa e responsabile dell’Unità di ricerca sulla resilienza all’Università cattolica di Milano. “Si tratta di una qualità che si sviluppa nel tempo e che dobbiamo alimentare, così come dobbiamo alimentare le amicizie”.
La base dell’amicizia è sentirsi visti, in modo non giudicante ma attento, e accettati per quello che si è. Questo contribuisce a farci stare meglio, e non solo perché gli amici sono quelli con cui facciamo cose, che ci spingono a uscire o a mangiare, rappresentano insomma una motivazione a non rinchiuderci.
E ci aiutano a superare lo stress: i ricercatori dell’Università della Virginia hanno chiesto a un gruppo di persone di affrontare una faticosa salita, da soli o in compagnia, e hanno visto che chi aveva accanto un amico, trovava il compito meno arduo. Mentre secondo uno studio dell’università di Tel Aviv, una relazione intensa con una persona amica incrementa la produzione di ossitocina, ormone coinvolto nei meccanismi di adattamento all’ambiente sociale, e aumenta le quote di progesterone che riequilibra l’area della corteccia cerebrale sede delle gratificazioni. Ci sono vari studi che evidenziano gli effetti benefici dell’amicizia sull’organismo, a livelli diversi: pressione, metabolismo, regolazione dell’appetito. E sappiamo che avere amici riduce la mortalità e il rischio d’infarto o patologie cardiache, un dato interessante, anche tenendo conto che le persone in salute hanno maggiori opportunità per stringere amicizie.
Solo quattro o cinque
Ma chi sono davvero gli amici? Secondo l’antropologo britannico Robin Dunbar, autore di Amici. Comprendere il potere delle nostre relazioni più importanti (Einaudi, pp. 440, € 21,00), la nostra cerchia di conoscenze è intorno alle centocinquanta persone, “tra cui gli amici veri possono essere quattro o cinque”, osserva Cerasa, “gli altri sono conoscenti con cui abbiamo qualcosa in comune”.
“Gli amici sono persone con cui abbiamo interessi, ideali, valori comuni”, spiega Castelli. “L’amicizia ci aiuta a scoprire chi siamo e le nostre potenzialità, grazie a persone con cui possiamo confrontarci anche sui nostri aspetti negativi”. E studi recenti mostrano che tra amici di lunga data si crea una sintonia di onde cerebrali, un’affinità nella risposta del cervello a stimoli esterni, “non troppo diversa da quella che si verifica tra mamma e bambino”, spiega Cerasa.
Il ruolo dei social
Dovremmo quindi imparare fin da bambini a investire tempo ed energia per costruire relazioni, anche usando la rete, ma senza dimenticare l’importanza del contatto fisico. “I social possono essere utili per mantenere o riprendere i contatti ma troppo spesso, specie tra i giovani, diventano una specie di vetrina per mostrarsi che non permette di condividere la vulnerabilità, un contenitore abusato che non ha i pregi della solitudine né il piacere dell’appartenenza. Ma sono comunque una presenza costante soprattutto nella vita dei ragazzi. “Chi è nato con i social non riesce a comunicare senza usare il cellulare come mediatore”, osserva Cerasa, “ed è vero che i ragazzi oggi spesso sono a disagio nelle relazioni corporee, ma anche loro hanno bisogno di vedersi di persona, anche se magari continuano a chattare col vicino di tavolo”.
Le due età più importanti
Ci sono due momenti della vita in cui le amicizie sono particolarmente importanti, spiega Castelli. “Durante l’adolescenza, perché è il momento in cui siamo alla ricerca della nostra identità, e nell’età matura in cui avere qualcuno vicino ci aiuta a combattere la solitudine, a mantenere contatti anche fisici e a trovare un sostegno”. Per questo a una certa età è importante riannodare vecchie amicizie – ci sono legami importanti che non si spezzano, anche se ci si perde di vista per anni – o trovarne di nuove, “sfruttando magari interessi comuni come il burraco o altro”, suggerisce Castelli. “In genere col passare degli anni il numero di amici si riduce, forse anche perché diamo un significato diverso all’idea di amicizia”, osserva Cerasa. Ma se è giusto essere selettivi concentrandosi sulle persone che ci fanno stare davvero bene, è importante anche mantenere o accrescere la propria cerchia di amici, magari sfruttando proproi i social.
Spesso da adulti abbiamo paura di aprirci con gli altri, di essere rifiutati. Oppure non ci sentiamo all’altezza o pensiamo che essere amici sia troppo impegnativo, che si debba essere sempre a disposizione dell’altro. Dobbiamo allora imparare a non imporre standard troppo alti, accettare che le persone ci vogliano bene come sanno farlo e apprezzarle per questo. Ma soprattutto, per piacere agli altri dobbiamo prima di tutto essere amici di noi stessi, accettarci, altrimenti finiamo col proporre un‘immagine falsa o stare sulla difensiva.
Regole d’oro
Come riuscire a mantenere le amicizie
- Impariamo a prendere l’iniziativa quando incontriamo una persona con cui pensiamo di avere qualcosa in comune, a non sottovalutarci e a pensare che molti possano apprezzare la nostra compagnia.
- Coltiviamo o rinnoviamo i nostri contatti: a volte bastano un sms o un messaggio sui social per ricucire la relazione con una vecchia conoscenza.
- Manteniamo i contatti con i vecchi compagni di scuola o di lavoro, e se incontriamo a una riunione qualcuno che ci sembra simpatico, cerchiamo di conoscerlo meglio.
- Cerchiamo di conoscere i nostri vicini di casa e teniamoci in contatto con i nostri familiari.
- Dedichiamo qualche minuto ogni giorno per fare una telefonata a un amico, un parente o un conoscente, o scrivere un messaggio a qualcuno.
- Se ci propongono un’uscita o ci invitano a prendere un caffè, esprimiamo il nostro apprezzamento e ringraziamo per l’attenzione nei nostri confronti.
- Scegliamo attività o sport che ci consentano di conoscere persone con interessi simili ai nostri.
- Cerchiamo di essere buoni ascoltatori, prestiamo attenzione a chi ci parla – senza distrarci per guardare il cellulare – ma impariamo anche a metterci in gioco, parlando di noi stessi.
- Sforziamoci di essere disponibili e affidabili con i nostri amici, e di accettare le differenze caratteriali apprezzandoli per quello che ci possono dare.
- Chiediamo aiuto se ci sentiamo troppo soli, ma prendiamo anche in considerazione l’idea di essere noi a dare il nostro aiuto: le attività di volontariato non sono solo un impegno prezioso e gratificante ma anche un modo per conoscere persone che hanno valori simili ai nostri.