Sulla tragica vicenda di Patrizia Nettis interviene ora anche la politica fasanese.

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Fabio Alfonsetti Posted On 18/01/2024



La vicenda della morte di Patrizia Nettis, giornalista a capo della comunicazione istituzionale del Comune di Fasano, trovata morta impiccata nella propria abitazione il 29 giugno 2023, resta al momento un giallo inestricabile. La vicenda sgomentava ben oltre la naturale conclusione tragica della vita di un donna appena 41enne, giacché Patrizia, a detta di chi la conosceva bene, a partire dai familiari, non avrebbe avuto alcun motivo per decidere di uccidersi. Legatissima al proprio bambino, in buoni rapporti con il suo ex compagno, realizzata lavorativamente, impegnata molto nello sport da praticante appassionata della corsa e del nuoto, nessuna indicazione lasciata che potesse illuminare il folle gesto.

E tuttavia le ricerche svolte dagli inquirenti, che non a caso indagano per il reato di istigazione al suicidio, hanno appurato come la donna, nell’ultimo periodo della sua vita, avesse intrattenuto una relazione con due uomini: un politico locale ed un imprenditore, iniziato a frequentare nel breve periodo in cui si era interrotto il rapporto col politico, poi ripreso, forse senza troncare la frequentazione con l’imprenditore. Poche ore prima Patrizia morisse, questa persona si era appostata sotto la sua casa e ne aveva visto uscire il politico. Ne era nata una discussione molto animata, a tre, nella quale l’intreccio di era palesato per la prima volta nelle sue fattezze. In seguito i due uomini si sono sentiti lungamente, quella stessa notte, in una conversazione telematica, nella quale hanno di fatto solidarizzato fra loro, condividendo il disappunto per essere stata entrambi “usati” da Patrizia, a seconda delle circostanze. La trascrizione della chat, più volte diffusa dai mezzi di informazione anche nazionali, è inequivocabile a questo proposito.

Resta da capire se, in quelle ore, prima di separarsi da Patrizia, l’imprenditore possa aver forzato, in qualche modo, il gesto estremo di Patrizia la quale, poco prima di morire, invia un messaggio al marito, in cui gli dice di abbracciare il figlio, un modo evidentemente per prendere congedo definitivo dalla sua creatura. Va detto che non è stato possibile accedere ai dispositivi di Patrizia o, meglio ancora, ai dati in essi contenuti. Tanto il telefono cellulare, quanto il computer, presentavano un blocco che i tecnici informatici non sono riusciti a vincere. Sul computer si apre un altro piccolo giallo, perché esso era irreparabile prima di essere ritrovato in una stanza degli uffici comunali.

Ad ogni modo la famiglia, che non crede categoricamente all’ipotesi del gesto volontario, ha chiesto ripetutamente la riesumazione del corpo, asserendo che vi fossero dei segni sul collo di Patrizia che potrebbero far pensare alla presenza di un soggetto esterno nella sua abitazione. Il magistrato di turno non ha tuttavia finora ritenuto che vi fossero gli estremi per dare la sua autorizzazione, pur restando indagato l’imprenditore per induzione al suicidio.

Ora anche la politica fasanese esce allo scoperto, e chiede un gesto di chiarezza da parte del rappresentante coinvolto nella vicenda, a tutela dell’onorabilità della stessa. Sono stati i consiglieri dell’opposizione a venire allo scoperto, a partire da Leonardo Deleonardis, rappresentante di Con:

“Non possiamo assolutamente accettare di essere additati quali ‘omertosi e complici del silenzio’, in merito ad una vicenda così drammatica che ha riguardato la scomparsa di una nota professionista, donna e madre, alla cui memoria si deve senza dubbio la chiarezza dei fatti accaduti in primis e, non di meno conto, l’assunzione di responsabilità da parte di una classe politica locale che può e deve collaborare alla ricerca di qualsivoglia verità” hanno sottoscritto anche altri quattro consiglieri eletti nelle file del centrodestra. Il politico in questione non è al momento indagato.

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