Insalata pronta all’uso. E più povera - A.I.D.O.

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Dilagano ormai gli alimenti freschi offerti già lavati e imbustati, “definiti di quarta gamma”. Permettono di guadagnare tempo in cucina, al prezzo però di consumare cibi meno ricchi nutrizionalmente e di impattare di più sull’ambiente. Ecco le alternative

di Vita e salute

Parliamo di insalate IV gamma. Si tratta di verdura fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo. Sono l’alleato ideale per chi ha poco tempo in cucina e chiede ai cibi elevata praticità di impiego, consumo di frutta e verdura: bastano una ciotola di vetro in cui versare l’insalata già pronta al consumo, condire con olio, olive, frutta secca e il piatto è pronto. Tutto a posto, quindi? Non proprio. Ma cerchiamo prima di capire il significato delle “gamme” con la seguente sintesi.

Il significato delle “gamme”

Ortaggi e frutta si dividono di 5 classificazioni differenti, definite in base al grado di lavorazione e poco note all’acquirente.
PRIMA GAMMA: ortofrutta fresca che non ha subito lavorazioni o trattamenti. Se pensiamo alle qualità nutrizionali le ricerche affermano che risultano più conservate.
SECONDA GAMMA: ortofrutta in conserva o in semi-conserva (i prodotti sott’olio o sott’aceto). I prodotti vengono pastorizzati o sterilizzati.
TERZA GAMMA: frutta e verdura congelate e/o surgelate.
QUARTA GAMMA: ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo (cruda o da cuocere). Essendo lavorati deperiscono facilmente ed è quindi necessario mantenere la catena del freddo e consumarli entro qualche giorno.
QUINTA GAMMA: frutta e verdura semilavorate, già cotte e pronte al consumo.

L’opinione dell’esperto

“Sembra che il tempo ci sfugga dalle mani”, commenta Franco Berrino, medico epidemiologo e nutrizionista. “Mentre invece occorre concedersi del tempo per imparare a organizzare proprio… il tempo per prepararsi il cibo e dunque cucinare. Vi sembra naturale l’insalata in busta, già lavata, senza ossigeno”. Qual è il problema? “Si tratta di cibo sterile e impoverito”, continua Berrino. “E invece i microbi servono tantissimo. Per rispettare il nostro corpo e il nostro intestino ci devono essere i microbi. La quarta gamma è generalmente lavata con una soluzione di cloro che la sterilizza, riducendo il nostro contatto (utile) con i microbi naturalmente presenti sulle verdure. Inoltre, la quarta gamma è spesso conservata in atmosfera modificata e in assenza di ossigeno la verdura perde il suo potere antiossidante”, aggiunge Berrino, che chiosa: “Recuperiamo il grano, i semi, le farine integrali e lasciamo stare i prodotti confezionati già pronti al consumo”.

Differenze sostanziali

A dimostrare le differenze nutrizionali fra vegetali freschi e quelli conservati in busta, in atmosfera modificata (Map), tra le tante indagini si segnala uno studio del 2022, condotto da un gruppo di ricercatori (Mauro Serafini, Rossana Bugianesi, Monica Salucci, Elena Azzini, Anna Raguzzini, Giuseppe Maiani, Università di Teramo) e pubblicato su PubMed. Si è esaminato se lo stoccaggio in imballaggi in Map sia in grado di influenzare le proprietà antiossidanti della lattuga fresca (Lactuca sativa). Undici volontari sani (sei uomini, cinque donne) hanno consumato 250 g di lattuga fresca e il sangue è stato prelevato prima (0 ore) e 2, 3 e 6 ore dopo il consumo. Ebbene la Trap plasmatica, la quercetina e l’acido p-cumarico erano migliorati dai valori basali dopo l’ingestione di lattuga fresca non imbustata. Stesso discorso per l’acido caffeico, per i livelli plasmatici di beta-carotene, per la vitamina C. Di contro, non sono stati osservati cambiamenti dopo l’ingestione di lattuga conservata in Map per tutti i marcatori misurati. Lo studio per il campione ridotto necessita sicuramente di altre conferme, ma offre senz’altro indizi che fanno riflettere.
Gli scienziati nutrizionisti dichiarano che i prodotti vegetali freschi sono raccomandati come componente costante dei pasti grazie al basso contenuto calorico, ricchezza in vitamine, minerali, fibre e per l’attività antiossidante di vari composti fitochimici tra cui polifenoli, flavonoidi e steroli. Le indagini epidemiologiche e cliniche hanno associato i ridotti rischi di diverse patologie, nonché di alcune forme di cancro, a una dieta ricca di frutta e vegetali freschi”.

Costano molto di più!

I prodotti di IV gamma inoltre hanno un prezzo e un impatto ambientale superiore alla verdura fresca che viene commercializzata sfusa. Basta entrare in un supermercato e si potrà vedere con facilità che 1 kg di verdura fresca non supera i 3 euro, mentre quelle vendute in busta possono arrivare a toccare, nel punto più elevato, i 14 euro al chilo. E ci sono le Associazioni ambientaliste che invitano a considerare l’impatto ambientale delle insalate in busta. Per comprenderlo basterà pensare alle operazioni di mondatura, lavaggio, confezionamento e trasporto. Passaggi che esercitano un notevole impatto sull’ambiente. In più la gestione dei rifiuti di plastica ha numerosi aspetti critici. Per cui orientiamoci sulle verdure fresche vendute sfuse.
Ai tanti invece che preferiscono le confezioni di insalata in busta già pronta al consumo, consigliamo di organizzarsi, dedicando una decina di minuti a mondare e lavare l’insalata, una decina di minuti prima di andare al lavoro o di farlo quando si rientra a casa. Se ne avvantaggerà l’organismo.
Infine, un paio di consigli per il lavaggio delle verdure fresche. Il primo passo è quello di lavarsi le mani prima di toccare le verdure. Poi, se pensate di conservarle in frigo, non conviene lavarle prima. E nel lavaggio, impiegate acqua corrente potabile, senza tenere aperto per minuti e minuti il rubinetto: evitate così lo spreco di acqua.

Piccolo ricettario salva tempo

(per 4 persone)

Insalata ricca
L’insalata ricca è un contorno saporito e colorato, la soluzione giusta anche come piatto unico: una ricetta fresca e nutriente, un pasto che non appesantisce la digestione e permette di ricominciare il lavoro in perfetta forma. È ideale per quando non si può o non si ha voglia di cucinare ma si intende preparare comunque qualcosa di sfizioso. Nella scelta degli ingredienti è meglio indirizzarsi su prodotti bio.
140 g di insalata mista (radicchio verde e rosso, rucola, lattuga)
80 g di noci sgusciate
1 pugnetto di pinoli
100 g di mirtilli (si raccolgono fra fine agosto e ottobre)
!/2 panetto di tofu alle erbe
1limone, spremuta
olio evo q.b.
1 pizzico di sale
per un tocco di sapidità in più, aggiungere semi misti, olive, capperi
Mondate e lavate l’insalata per poi porla in una ciotola. A questo punto aggiungete il tofu sgretolato con le mani (a chi piace), le noci sgusciate, i pinoli, i mirtilli, i semi misti, le olive, i capperi. Il succo di limone (permetterà di aggiungere meno olio), olio evo quanto basta e un pizzico di sale.

Crudité di spinacino, valeriana e funghi
140 g di spinacino
80 g di valeriana
100 g di funghi Champignon
4 cucchiai di olio evo
aceto di miele
2 cucchiai di miele di zagara
sale marino integrale
Mettete le insalate in un’insalatiera nella quale vanno posti anche i funghi ben nettati e tagliati a fettine sottili. A parte preparate una salsa emulsionando l’olio, con l’aceto di miele e il sale. Aggiungete la salsa, il miele di zagara e mescolate a fondo il tutto.

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