PNIEC: l'Italia ritocca gli obiettivi di decarbonizzazione - I-Com, Istituto per la Competitività

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Sono passati due mesi dall’approvazione del testo finale del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e dal suo contestuale invio alla Commissione Europea. La proposta di piano dell’estate 2023 era stata valutata in prima battuta dalla Commissione Europea, che il 18 dicembre 2023 aveva emanato la propria Raccomandazione specifica per l’Italia. In questo anno, il testo del Piano è stato oggetto di consultazioni con il Parlamento e le Regioni e sottoposta al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. I lavori parlamentari sono stati affidati alle Commissioni riunite Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII) e Attività produttive, commercio e turismo (X) della Camera dei Deputati, che hanno condotto audizioni informali con vari soggetti. La modifica ha comportato una leggera revisione degli obiettivi di decarbonizzazione.

LE PRINCIPALI MODIFICHE

Nella Tavola 1 sono riassunte le principali modifiche che sono state effettuate sui numeri chiave del PNIEC nel passaggio dalla bozza, datata giugno 2023, alla versione definitiva, del primo luglio 2024. Per la maggior parte delle grandezze considerate, le modifiche apportate sono state piuttosto minimali. In termini di variazione percentuale spicca l’aumento dell’incidenza delle rinnovabili nei trasporti (+11%) e la diminuzione nell’assorbimento di C02 derivante dall’uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura (+20%) che di fatto comporta un aumento delle emissioni.

Tav.1: Indicatori energetici al 2030 in Italia

Fonte: elaborazioni I-Com su dati PNIEC 2024 e bozza di PNIEC 2023

Per le altre due componenti delle emissioni totali, positive, ovvero le emissioni dei soggetti che partecipano al sistema Emissions Trading System (ETS)[1] e dei settori da esso escluse, che rientrano nel cosiddetto Effort Sharing Regulation (ESR)[2], sono state previste diminuzioni più marcate rispetto alla bozza di Piano, rispettivamente del 7% e 6%. Lo scenario di riferimento delle emissioni italiane in assenza di misure di policy faceva registrare per il 2030 un totale di 321 milioni di tonnellate di C02 equivalenti. Con le misure del PNIEC si prevede di raggiungere complessivamente 263 milioni di tonnellate di C02 equivalenti.

Questi scenari ci vedono allineati con gli obiettivi europei per i settori ETS, ma non per i settori ESR, per i quali il target di riduzione delle emissioni è pari a 43,7% (emissioni nel 2030 rispetto ai livelli del 2005), mentre dalle misure adottate si avrebbe una (pur ingente) diminuzione percentuale delle emissioni nella misura del 40,6%.

Figura 1: Emissioni settoriali di gas serra (Mt CO2eq) e scenario PNIEC 2024

Fonte: Elaborazioni I-Com su dati ISPRA 2023 e DEF 2024

RINNOVABILI ELETTRICHE E NEI TRASPORTI

Per quanto concerne le energie rinnovabili, l’obiettivo principale è raggiungere una copertura del 39,4% dei consumi finali lordi di energia tramite Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), in linea con le direttive europee e leggermente inferiore rispetto alla versione iniziale del Piano, che prevedeva il 40%. Questo traguardo rappresenta un notevole incremento rispetto al piano del PNIEC 2019, che puntava al 30%, e supera ampiamente il livello del 2021, quando la quota di FER nei consumi finali lordi era del 19%, secondo i dati dell’ISPRA. In accordo con le politiche recenti, si intende accelerare l’adozione di tecnologie come l’eolico e il fotovoltaico. Le prospettive per queste fonti energetiche sono molto promettenti: si prevede una crescita significativa nei prossimi sette anni, con un aumento del 251% per il fotovoltaico e del 149% per l’eolico rispetto ai livelli del 2021, affermandosi come le tecnologie chiave per la transizione ecologica italiana.

Tav.2: Evoluzione potenza rinnovabile (MW) nel 2021 e previsioni PNIEC per il 2030

Fonte: elaborazione I-Com su dati PNIEC 2024

Il Piano evidenzia che il settore dei trasporti continua a registrare un basso utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Nel 2021 solo l’8,1% dell’energia consumata nel settore proveniva da queste fonti, percentuale che è scesa all’8,0% nel 2022. Tuttavia, il nuovo PNIEC punta a raggiungere un ambizioso obiettivo del 34,2% entro il 2030. Questo traguardo è in linea con le nuove normative europee, in particolare con la Direttiva RED III, che ha incrementato l’obiettivo di consumo di energie rinnovabili nel settore dei trasporti dal 14% al 29%. Tra le diverse fonti di energia pulita, i biocarburanti sono destinati a giocare un ruolo chiave, coprendo fino al 26,1% dei consumi finali previsti per il 2030, secondo le proiezioni del Piano.

Fig.2: Quota di FER sui consumi finali del settore dei trasporti nel 2021 e al 2030 secondo lo scenario PNIEC 2024 (%)

Fonte: elaborazioni I-Com su PNIEC 2024

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Nella valutazione complessiva del Piano i commentatori si dividono fra chi giudica gli obiettivi di decarbonizzazione posti come troppo sfidanti, mentre altri ne criticano la poca incisività. Per le rinnovabili elettriche, specialmente in relazione alla grande quantità di richieste di installazione (ma non rispetto alle tempistiche di costruzione e approvazione dei progetti), è possibile che l’obiettivo posto dal PNIEC sia piuttosto conservativo. Rispetto alla transizione dei trasporti e alla riduzione delle emissioni ESR, invece, gli obiettivi di decarbonizzazione sembrano fornire più una direzione che un concreto scenario.

[1] Le imprese che si occupano della produzione di energia elettrica e di calore, i settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio, acciaierie e produzione di ferro, metalli, alluminio, cemento, calce, vetro, ceramica, pasta di legno, carta, cartone, acidi e prodotti chimici organici su larga scala e l’aviazione civile. Vi sono comprese anche le industrie che emettono C02 legata alla produzione di Ossido di azoto (N2O) associata alla produzione di acido nitrico, adipico e gliossilico e gliossale derivanti dalla produzione di alluminio.

[2] Edilizia, agricoltura, gestione dei rifiuti e trasporti.

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Cristina ORLANDO