Il cambiamento demografico ridefinisce la gestione della ricchezza: tra lasciti al Terzo Settore e casse dello Stato, quale sarà il futuro dei patrimoni senza eredi?

Nel contesto di una popolazione che invecchia e fa sempre meno figli, si apre una questione cruciale riguardo ai lasciti testamentari: a chi verrà trasferita la ricchezza dei patrimoni senza eredi? Questo tema si intreccia con fenomeni economici e sociali di rilievo, legati soprattutto all’aumento dei consumi della cosiddetta Silver Economy e all’incremento dei lasciti a favore del Terzo Settore. Senza testamento, tuttavia, lo Stato incassa il patrimonio non rivendicato.

Un popolo che invecchia

L’invecchiamento demografico porta conseguenze evidenti, specialmente in Paesi come l’Italia, dove già il 24% della popolazione ha più di 65 anni, e questo dato è destinato a crescere fino al 35% entro il 2050. Allo stesso tempo, le famiglie senza figli o formate da una sola persona sono in aumento. Questo nuovo assetto sociale rende sempre più frequente il fenomeno dei “patrimoni senza eredi”. Si stima, infatti, che entro il 2033 in Italia verranno trasferiti circa 300 miliardi di euro verso le nuove generazioni, ma la questione rimane aperta su cosa accadrà ai beni di coloro che non lasceranno eredi diretti.
Gli over 65 italiani detengono attualmente una ricchezza stimata in oltre 5.000 miliardi di euro. Senza figli, è probabile che queste persone adottino un atteggiamento meno orientato al risparmio, concentrandosi invece su una gestione del patrimonio che favorisca il mantenimento di un buon tenore di vita nella terza età. Questo potrebbe tradursi in una redistribuzione delle risorse verso settori specifici, come quello della Silver Economy, che comprende prodotti e servizi destinati alla popolazione anziana.

I lasciti al Terzo Settore

D’altra parte, cresce anche la propensione a fare donazioni a enti del Terzo Settore. Secondo uno studio di Walden Lab-Eumetra, circa 500.000 italiani over 50 hanno già previsto lasciti a enti non profit nel proprio testamento. Si stima che tra il 2020 e il 2040 potrebbero essere trasferiti al Terzo Settore fino a 35,7 miliardi di euro, cifra significativa se considerata nel contesto del crescente impegno di enti e associazioni in attività di interesse collettivo.

Il patrimonio senza eredi

Tuttavia, in assenza di un testamento, il patrimonio senza eredi viene devoluto allo Stato. Questo rappresenta una potenziale fonte di risorse considerevole. Se si ipotizza che tutto il patrimonio detenuto dai 10,37 milioni di over 65 senza figli (pari a circa 3.600 miliardi di euro) andasse allo Stato, si tratterebbe di una somma impressionante, pur se irrealistica. Ciò solleva la questione dell’importanza di pianificare i lasciti, non solo per dare una destinazione consapevole ai propri beni, ma anche per sostenere il tessuto sociale attraverso il Terzo Settore.
In sintesi, l’invecchiamento della popolazione e la riduzione dei nuclei familiari tradizionali impongono riflessioni importanti sul futuro della ricchezza e sui lasciti testamentari. Se da un lato lo Stato potrebbe beneficiarne, dall’altro il sostegno al Terzo Settore rappresenta un’opzione sempre più considerata da chi vuole garantire che il proprio patrimonio sia utilizzato per cause di utilità sociale.

Domande e informazioni sui lasciti solidali e donazioni in memoria

Per ricevere informazioni più dettagliate è possibile consultare la pagina dedicata del sito di Ai.Bi., scrivere alla mail lasciti@aibi.ito, oppure chiamare il numero 02.98822332.

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