“Ogni nostra considerazione su quanto ci è stato finora proposto per il CCRL 2022-2024 è fortemente condizionata dalle misere risorse allocate. Con un tasso di inflazione IPCA ISTAT del 16% per il triennio considerato, lo stanziamento del 6%, per quanto integrato dalle altre risorse finalizzate al proseguimento dell’adeguamento del salario aggiuntivo dei dipendenti degli Enti Locali e alle progressioni verticali in deroga, è talmente basso che risulta insufficiente a garantire un rinnovo contrattuale dignitoso. Non dimentichiamo che è dal 2010 – con il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego imposto dallo Stato e dichiarato poi illegittimo dalla Corte Costituzionale grazie proprio alla Cisal – che si assiste alla discesa della curva salariale, e neanche con questo contratto si riuscirà ad avviare un’inversione di rotta. Quanto finora proposto dalle parti datoriali pubbliche nel FVG pare infatti ricercare ancora una modalità di contenimento dei costi e sicuramente non renderà più attrattivo il lavoro del nostro pubblico impiego. Anche la prospettata riclassificazione dei 12.500 dipendenti del Comparto Unico FVG, con l’acquisizione pedissequa di previsioni contrattuali nazionali che interessano enti con potestà legislativa e quindi normativa diversa, porterà solo ad un ulteriore appiattimento in termini professionali ed economici.

Una riclassificazione ha senso solo se fornisce anche una doverosa risposta in termini di riconoscimento economico del maggior grado di competenze professionali richieste ai lavoratori e da questi acquisite; diversamente ovvie e chiare saranno le implicazioni sullo stimolo lavorativo atteso che le nuove regole impatteranno, in un sistema previdenziale contributivo, anche sugli importi delle future pensioni”.

Paola Alzetta, Segretaria Cisal Enti Locali FVG