Dopo l’incontro in Qatar dei presidenti di Congo e Ruanda sembravano essersi aperti spiragli di pace. Ma il movimento dei ribelli M23 non si è fermato, occupando con la forza un’altra città
Oggi, a parlare di colloqui, si pensa immediatamente all’Ucraina e la Russia. Ma c’è un altro fronte di guerra che si trascina da anni e nel quale la situazione è diventata sempre più violenta e pericolosa: quello della Repubblica Democratica del Congo.
L’incontro tra Congo e Ruanda in Qatar
È una notizia importante, dunque, quella dell’incontro, in Qatar, tra Félix Tshisekedi, presidente del Congo e Paul Kagame, presidente del Ruanda, Paese che, nonostante le reiterate smentite ufficiali, secondo molti osservatori sostiene il movimento M23, autore dell’occupazione violenta della città di Goma e che sta proseguendo la sua marcia nella regione del Sud Kivu. Come riporta il New York Times, al termine del colloquio i due leader hanno rilasciato una dichiarazione congiunta con il Qatar con la quale chiedono un cessate il fuoco “immediato e incondizionato”, sebbene non sia stato poi specificato come questo cessate il fuoco debba essere attuato e monitorato.
L’incontro è avvenuto il giorno successivo all’annuncio dell’Unione Europea di imporre sanzioni al governo del Ruanda e ai funzionari militari del Paese per il loro sostegno al gruppo di ribelli M23. Il Ruanda ha reagito chiudendo i rapporti diplomatici con il Belgio, Paese di cui Ruanda e Congo erano colonie e che è tra quelli che in Europa si sono spesi maggiormente per le sanzioni.
Quale futuro?
Fin da subito dopo l’annuncio, i dubbi riguardavano la posizione del movimento M23, che non aveva rappresentanti presenti all’incontro ma che, di fatto, è l’attore principale che sul terreno ha già conquistato le principali città sul confine con il Ruanda: Goma e Bukavu.
E proprio l’M23 ha dato una implicita risposta, poche ore dopo, annunciando la presa della capitale del territorio di Walikale. Secondo quanto riferito dalla fonti locali, la città è stata per due giorni in balia delle minacce e dei proiettili dei ribelli. Anche qui si sono ripetute scene già viste, con abitanti in fuga e altri barricati nelle proprie abitazioni in attesa degli eventi.
La città ha una posizione strategica per proseguire il percorso verso sud, ma il suo territorio è anche ricco di risorse: la miniera di Bisie che si trova in questa zona, infatti, è il terzo produttore mondiale di stagno. La società che la gestisce paga al governo della Repubblica Democratica del Congo oltre un milione di dollari al mese tra tasse e diritti.
Questo fatto fa chiaramente guardare in una luce diversa all’incontro tra i presidenti di Congo e Ruanda che aveva acceso una flebile speranza di pace… ancora una volta rimasta annichilita dalla violenza della guerra che non si ferma.
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