«Sortirne insieme» - Azione Cattolica Italiana

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Politica, scuola. Due termini davanti ai quali nessuno resta inerte. C’è chi può storcere il naso e chi, invece, nutre qualche speranza, chi ci intravede una luce. «Sortirne insieme»: ma da che cosa?

Queste parole entrano in scena nel titolo e nel sottotitolo del libro appena pubblicato dall’Editrice Ave di Lorenzo Pellegrino, giovane docente di matematica e fisica, già segretario nazionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica e, volendo sintetizzare, appassionato di qualsiasi cosa possa essere concretamente realizzata per il bene comune. Proprio come don Lorenzo Milani, la figura da cui traggono ispirazione la sua azione e le riflessioni che ci consegna come un piccolo dono da custodire, da leggere e rileggere quando attorno a noi tutto sembra buio e confuso.

Tutto parte dalla scuola

«A scuola si fa politica. Non è possibile non farla». Tutto parte dalla scuola. La società che qualsiasi incrocio di generazioni costruisce pone inevitabilmente le sue radici nel percorso scolastico e nei processi dinamici che ne scaturiscono a catena. È a scuola che cominciamo e impariamo a creare legami al di fuori della famiglia, a condividere, a risolvere problemi collettivi, a gioire per le conquiste quotidiane, a creare un piccolo mondo in cui ciascuno trovi il suo posto. Se non è politica questa.

Sporcarsi le mani, come don Lorenzo, non è semplice: lui ha accolto, anzi, si è volontariamente fatto carico di alcune sfide della società di metà Novecento con un coraggio e una tenacia ineffabili, ma soprattutto con cura e con amore. «I care», il celeberrimo contraltare del motto fascista «Me ne frego», dovrebbe risuonare nelle nostre orecchie ogni volta che ci chiediamo se ne vale la pena. Spenderci per noi, per gli altri, per tutti gli esseri umani, per chi non ha voce né strumenti né spazio per esprimersi e per vivere con dignità.

Tutti siamo corresponsabili

È necessario, allora, partire dal basso, oggi più di ieri, domani più di oggi. A distanza di quasi 60 anni dalla pubblicazione di Lettera a una professoressa, il mondo che abitiamo vive una serie di urgenze che troppo spesso passano in sordina o sono deliberatamente ignorate. Tutti, però, siamo corresponsabili: la politica, infatti, non consiste nel demandare le decisioni a qualcun altro, lavandosene le mani per limitarsi a criticare il sistema e coloro che ricoprono ruoli istituzionali. Sarebbe troppo semplice e anche troppo pericoloso.

Don Lorenzo Milani, seppur criticato e osteggiato, sull’esempio di Gesù Cristo, ha reso concreta la speranza, ha rovesciato un sistema di ingiustizie, ha letteralmente capovolto le abitudini, rendendo gli alunni maestri e i poveri ricchi. Ricchi di impegno, di perseveranza, di sogni da inseguire e di bellezza da costruire e da incarnare giorno dopo giorno. Ha donato loro generosamente gli strumenti per potersi esprimere e camminare autonomamente per il mondo, alla stregua degli apostoli.

Liberarsi tutti dalla presunzione di saperne di più

Dov’è finita oggi questa libertà nutrita di consapevolezza e di umiltà? Se ci guardiamo attorno, infatti, scorgiamo chi, a più livelli, si esprime senza un bagaglio di competenze, anche provocando morte e distruzione, e chi, pur avendo quel bagaglio, rischia di essere perseguitato per aver squarciato il velo dell’ipocrisia con rispetto e educazione. C’è anche chi ha la presunzione di sostituirsi a figure professionali, medici o insegnanti che siano, per citare solo due esempi. Se ci guardiamo dentro, invece, ci accorgeremo della necessità di liberarci tutti dalla perenne presunzione di saperne di più per farci piccoli e prossimi, senza mai rinunciare a occasioni proficue di formazione e di approfondimento. Vero, però, non pagato fior di quattrini per simulare di far funzionare un sistema che arranca sempre di più e che non ci vuole protagonisti, bensì pedine imprigionate.

Mai come in questi giorni, poi, risuonano infelicemente attuali le dure parole di don Lorenzo a condanna dei confini e delle armi: gli unici confini che il sacerdote vedeva, infatti, erano quelli tra oppressi e oppressori e le sole armi che approvava lo sciopero e il voto, sempre alla luce del Vangelo e della Costituzione.

Fare un passo indietro per guardare avanti

Proprio a partire da queste due luci inestinguibili, Lorenzo Pellegrino ci prende per mano e ci guida alla scoperta della figura di don Lorenzo Milani, facendolo spesso parlare direttamente per mezzo di citazioni tratte dal suo epistolario, estremamente ricco di entusiasmo e di caparbietà. Ci consegna, così, alcune sfide: fare un passo indietro per guardare avanti, battersi non solo per gli altri ma con gli altri, mettersi nei panni e fare propri le sofferenze e i disagi altrui. Ogni scelta, anche le nostre di ogni giorno, anche se abbiamo l’impressione di non contar nulla, è una scelta politica. Cura, impegno puro e disinteressato, responsabilità, dedizione: gli ingredienti per una ricetta che, anche se non sarà perfetta, avrà il gusto dell’Amore incarnato.

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Elena Urso