Traduzione e drammaturgia di Pina Catanzariti
con Dario Carbone, Giulietta De Bernardi, Claudia Frisone, Raffaele Gangale, Caterina Momo.
musica di Stefania Placidi
regia di Marcello Cava
una produzione originale di TEATRO MOBILE
Nei boschi, al contrario dell'armonioso ed equilibrato Hortus Conclusus, si agitano, fin dai racconti delle sue origini, potenze soprannaturali, miti crudeli, animali deformi e malvagi, sovrani selvaggi ed assassini. I boschi sono luoghi misteriosi, inquietanti, attraversati da sentieri o corsi d'acqua oscuri e pieni di trappole o incontri mortali, sono densi di alberi altissimi coperti di muschio, codificati da simboli che hanno origine secolare. Come le "case infestate", anche i boschi sono quasi sempre "infestati". Perdersi in un bosco, significa spesso morire. Un appuntamento in un bosco è un appuntamento, quasi certo, con la morte. Vivere in un bosco, significa essere parte del bosco stesso, significa essere una creatura intessuta di bosco, sacra o profana, naturale o innaturale, significa essere parte del bosco stesso, condividerne i segreti, le tane profonde, coniugare il proprio respiro con quello degli animali misteriosi che lo popolano, esplorando le proprie paure e le proprie tensioni fini a morirne. O ad uccidere. Compiendo consapevolmente atti malvagi, trovandosi a tu per tu con il male, con la propria, folle, crudeltà. Il bosco è lo strano contenitore dei Sabba delle streghe, dei malefici, dei riti satanici, dei sacrifici, della pazzia, della magia nera, ma anche luogo di culto di divinità arcaiche come Ecate la pallida, lunare, dea a tre teste degli abissi, in attesa al crocevia tra il regno dei vivi e quello dei morti. Il grandioso bosco, in particolare, è stato consacrato a Diana cacciatrice, dea delle selve oscure, protettrice delle donne e mitica custode delle arcane potenze, che lo hanno abitato fin dall'antichità. Non solo Diana: il bosco è anche origine del rito del re sanguinario, sacrificio ed assassinio inevitabile, per assumere su di sé il potere del re precedente. La nostra scelta è stata quella di accostare la foresta immaginaria di Shakespeare al bosco, vicini eppure lontani, lontani eppure vicini, facendo assistere gli spettatori alle profezie delle tre sorelle fatali e alla caduta di uno dei più efferati assassini regali della storia, dal nome impronunciabile ancora oggi.
E questo bosco per l'occasione sarà il parco del PAV "Parco Arte Vivente" di Torino: un Centro sperimentale d'arte contemporanea, concepito dall'artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate. Il PAV comprende un sito espositivo all'aria aperta e un museo interattivo inteso quale luogo d'incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti.