Lo Yemen affronta da quasi un decennio una grave crisi umanitaria. Il conflitto interno, iniziato nel 2014 e mai del tutto terminato, ha costretto milioni di persone a fuggire dalle proprie case verso altre aree del Paese o fuori dai confini. L’elevato numero di sfollati interni rende ancora più ampio il raggio di azione umanitaria. Nel campo di accoglienza di Al-Rybat ci occupiamo di offrire cure mediche, supporto psicosociale e aiuto economico a molte famiglie che hanno perso tutto.
La crisi interna che attanaglia lo Yemen da tempo ha subito un ulteriore peggioramento con l’aggravarsi dell’instabilità regionale esplosa con la guerra di Israele in Palestina nell’ottobre 2023, e i successivi attacchi con altri Paesi della regione come Siria, Libano, Iran e Yemen stesso, che hanno reso ancora più fragile la condizione socio-economica interna.
Ancora oggi, le innumerevoli famiglie sfollate, spesso senza accesso a servizi essenziali come assistenza sanitaria, nutrizione, istruzione e alloggi sicuri, vivono in insediamenti informali o adibiti dalle autorità locali senza possibilità di poter fare ritorno nelle loro zone di origini, ancora instabili, distrutte dal conflitto o prive di qualsiasi tipo di bene o servizio.
In Yemen il numero delle persone che necessita di assistenza umanitaria è di quasi 20 milioni e quello relativo agli sfollati interni supera i 4 milioni, facendo dello Yemen il Paese con la quinta crisi di sfollamento più grande al mondo, come riportano i dati di OCHA –Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari-. Queste persone continuano a fronteggiare enormi sfide mentre cercano di sopravvivere e ricostruire le proprie vite nel pieno dell’insicurezza e della scarsità di risorse.
Il campo per sfollati interni di Al-Ribat, nel governatorato di Lahj, è uno dei principali campi del Paese che accoglie decine di migliaia di sfollati fuggiti dalle loro città d’origine. Qui INTERSOS, con il sostegno dell’Unione Europea nell’ambito del progetto attivo nei governatorati di Hajja, Aden e Lahj, fornisce loro servizi essenziali come cure mediche, assistenza psicologica e distribuzione di beni essenziali. Fatima, Wafaa e Inshiraah sono i nomi di tre tra le persone che hanno ricevuto il sostegno di INTERSOS e che, con le loro storie, non solo raccontano le difficoltà incontrate dopo lo sfollamento, la mancanza di fiducia per il futuro in un contesto di crisi e la totale assenza di prospettive, ma raccontano anche dell’esistenza di possibilità di costruire qualcosa che dia conforto, cura, e ricevere l’aiuto umanitario necessario per vivere dignitosamente.
Costretta a fuggire dal conflitto, Fatima è arrivata al sito di Al-Rybat con i suoi figli e senza nient’altro con sé. Qui, la clinica mobile di INTERSOS è diventata il suo unico accesso a cure e protezione durante il periodo di gravidanza. Quando ha partorito Ahmed, nato sottopeso e con gravi difficoltà respiratorie, il neonato è stato immediatamente trasferito all’Ospedale Al-Sadaqa. Dopo molti giorni di cure intensive, Ahmed è potuto tornare da sua madre. Oggi, grazie all’attenta cura continua della clinica mobile, Ahmed cresce più forte ogni giorno. Senza il nostro intervento la sua vita sarebbe stata in pericolo.
Inshiraah ha 39 anni, e anche lei è fuggita in seguito alla guerra. Insieme con la sua famiglia ha lasciato il Governatorato di Taiz, dopo che i bombardamenti avevano colpito il loro villaggio e distrutto la sua casa. Ad Aden, il marito ha abbandonato lei e i loro sei figli, lasciandola senza sostegno e con debiti da ripagare. Lei e i suoi figli rischiavano lo sfratto e di finire in strada, ma l’aiuto economico fornito da INTERSOS le ha permesso di pagare gli arretrati e mantenere la casa. Inoltre, sia lei che i suoi figli hanno ricevuto anche supporto psicosociale, cure mediche e beni essenziali.
Anche la storia di Wafaa parla di guerra e conseguente perdita del tutto. Fuggita dal suo villaggio nel governatorato di Hodeidah nel 2020, Wafaa è diventata il principale sostegno della sua famiglia nel campo di RYbat, vivendo in condizioni estremamente vulnerabili. Le sfide quotidiane, il dover affrontare tutto da sola e sentirsi responsabile anche per il resto della sua famiglia, con pochissime risorse a disposizione, hanno reso la sua stabilità emotiva e mentale fragilissima, fino a farla cadere in una profonda depressione.
La squadra umanitaria di INTERSOS, grazie al supporto dell’Unione Europea, è intervenuta con una risposta integrata che ha previsto un primo soccorso psicologico con terapia specialistica e sessioni di supporto di gruppo, oltre ad un supporto economico. Grazie a questo intervento, Wafaa ha iniziato a recuperare sicurezza, a non isolarsi più e a prendersi cura di sé e dei suoi figli.
L’intervento umanitario in Yemen continua ad essere necessario, a distanza di anni INTERSOS opera nel Paese raggiungendo anche le aree più remote, restando affianco delle popolazioni sfollate e colpite dal conflitto, attraverso servizi sanitari mobili, supporto psicosociale, protezione e assistenza di emergenza.