Educazione: un cammino che conduce all’incontro - Azione Cattolica Italiana

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Il saluto di papa Leone XIV e il messaggio del cardinale Matteo Zuppi agli educatori e animatori di Ac

Fototeca Ac - Mons. Claudio Giuliodori legge il saluto di papa Leone XIV ai convegnisti

In apertura del Convegno nazionale degli Educatori e Animatori di Azione Cattolica, giungono due voci concordi e complementari: quella di Papa Leone XIV e quella del cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi. Due accenti diversi, ma una stessa direzione: ricordare a tutti i presenti che educare è un compito delicato, esigente e bellissimo, un servizio decisivo nella Chiesa e nella società.

Papa Leone XIV: l’educatore cresce mentre fa crescere

Nel suo messaggio di saluto, il Santo Padre esprime anzitutto “cordiale apprezzamento” per l’impegno dei partecipanti, riconoscendo quanto sia delicata la responsabilità di accompagnare ragazzi, adolescenti e giovani. Un cammino che chiede sapienza e affetto, e che non può improvvisarsi: richiede, sottolinea il Papa, “una formazione di qualità”.

La qualità a cui il Pontefice guarda non è anzitutto tecnica, ma spirituale ed esistenziale. Il primo terreno dell’evangelizzazione è la capacità di ascoltare e di empatizzare, di farsi prossimi reali. L’educatore illumina con ciò che dice, ma soprattutto con ciò che è: “la sua stessa vita testimonia ciò che le parole e i gesti intendono trasmettere”.
Per questo il Papa invita gli educatori e gli animatori di Ac a considerare la propria crescita umana e spirituale come “atto fondamentale” del loro servizio. Il formatore non è semplicemente un trasmettitore di contenuti: è un discepolo in cammino, sorretto dalla grazia, che introduce le nuove generazioni alla vita buona del Vangelo. Su questo impegno, Leone XIV invoca “copiosi doni dello Spirito” e impartisce la Benedizione Apostolica.

Cardinale Zuppi: verso l’alto, oltre la solitudine e la paura

Nel videomessaggio ai 1700 partecipanti, il cardinale Zuppi riprende il titolo del Convegno, “Verso l’alto”, richiamando la testimonianza luminosa del nuovo santo Pier Giorgio Frassati. Non si tratta – precisa  il cardinale Zuppi – di una scalata prestazionale, di un protagonismo individualista che chiede di mostrare continuamente chi si è, generando frustrazione e isolamento. L’“alto” evangelico non è esibizione, ma liberazione: è il contrario del “vivacchiare” o dell’accontentarsi; è imparare a vivere davvero.

L’arcivescovo di Bologna legge con lucidità il nostro tempo: tanta solitudine, tanta incertezza, la paura e “l’ombra tragica della guerra” che grava sull’Europa e sulla convivenza civile. Proprio per questo, dice, occorre una scelta educativa che sia fedele al Vangelo e alla vita. Fedeltà al Vangelo significa gratuità, passione per il prossimo, capacità di costruire comunità; fedeltà alla vita significa accogliere il modo in cui il Signore entra nella storia concreta, nelle ferite e nelle domande di ciascuno.

Zuppi parla di tanti “senza tetto spirituali”, persone che cercano senza saperlo, portando dentro domande profonde. Hanno bisogno di incontrare case, volti, comunità capaci di aiutarli a scoprire che il Signore è presente. E l’Azione Cattolica, conclude, può continuare a essere questo luogo accogliente che aiuta a “cercare l’alto per trovare sé stessi e il prossimo”.

Una stessa direzione: formare, accompagnare, testimoniare

Le parole di Papa Leone XIV e del card. Zuppi convergono su un punto decisivo: l’educazione cristiana è un cammino che nasce da un incontro e conduce all’incontro; chiede competenza, ma soprattutto autenticità; richiede programmi e strumenti, ma si compie nella relazione viva.

Entrambi ricordano che l’educatore è chiamato a essere un testimone più che un funzionario, un compagno di viaggio più che un tecnico. E che “verso l’alto” si cammina insieme: educatori ed educando, Chiesa e società, in una stagione che ha bisogno di speranza, di cura reciproca e di comunità che sappiano generare fiducia.
Il Convegno dell’Azione Cattolica si colloca così come un tempo prezioso per ritrovare slancio e consapevolezza, per ricevere – come auspica il Papa – i doni dello Spirito, e per rilanciare – come chiede Zuppi – una passione educativa capace di mostrare che il Signore è presente, nella storia e nella vita di ciascuno.

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Antonio Martino