Focus Mamme 2025: L’AI entra nella quotidianità familiare (ma la fiducia va ancora conquistata)
I dati Doxa presentati al Momketing svelano un trend in accelerazione: per il 51% delle donne in attesa l’Intelligenza Artificiale è già un alleato. Ecco cosa significa per i brand.
LO SCENARIO: UNA RICERCA CHE GUARDA AL FUTURO
Durante l’ultima edizione di Momketing (Milano, Ottobre 2025), Doxa ha presentato i risultati della nuova indagine Focus Mamme, l’osservatorio annuale che monitora l’evoluzione del target family.
Se negli anni scorsi il focus era sulla digitalizzazione dei consumi, l’edizione 2025 segna un punto di svolta tecnologico: l’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nelle dinamiche familiari. Non più tecnologia futuristica, ma strumento pragmatico di gestione quotidiana.
I DATI CHIAVE: GENERAZIONI A CONFRONTO
L’analisi dei dati Doxa ci restituisce una fotografia nitida di un target a due velocità, dove lo stato di gravidanza e l’appartenenza alla Gen Z sono i veri acceleratori dell’innovazione:
- L’Adozione è trainata dalla “dolce attesa”: Se tra le mamme con figli 0-4 anni l’utilizzo di strumenti AI si attesta al 34%, la percentuale balza al 51% tra le donne in gravidanza. Questo dato ci dice che nel momento di massimo bisogno informativo e organizzativo, le nuove mamme cercano risposte veloci e sintetiche.
- Il Fattore Gen Z: La propensione all’uso sale al 43% quando guardiamo alle mamme della Generazione Z. Per loro, l’AI non è una novità da imparare, ma un’estensione naturale delle abitudini digitali.
- Il vantaggio competitivo: Perché usano l’AI al posto di Google? Per il 53% la risposta è la “rapidità e pertinenza”, mentre il 44% apprezza la capacità di “integrare informazioni diverse in un’unica risposta”
L’INSIGHT: UN ALLEATO CONTRO IL “CARICO MENTALE”
Leggendo questi dati in filigrana, emerge una verità strategica. Le mamme non usano l’AI solo per svago (71%), ma sempre più per organizzare la vita quotidiana (30%).
L’Intelligenza Artificiale sta diventando il “copilota” per gestire quel carico mentale che – come evidenziato dalla ricerca nelle slide introduttive – grava ancora in gran parte sulle loro spalle. L’AI offre quella sintesi e quel risparmio di tempo che i motori di ricerca tradizionali, con la loro frammentazione di link, non garantiscono più.
IL FRENO: LA SFIDA DELLA VERIDICITÀ
Tuttavia, l’innamoramento non è privo di ostacoli. I dati Doxa evidenziano un’area critica su cui i brand devono lavorare: la paura.
- Il 60% delle donne in attesa teme il rischio di informazioni sbagliate (fake news o allucinazioni dell’AI).
- Tra le mamme con figli già nati, prevale invece il timore etico/educativo: il 61% è preoccupato per l’impatto sull’autonomia dei bambini e il 58% teme che la macchina sostituisca il giudizio umano8.
COSA SIGNIFICA PER I BRAND
Questi dati ci dicono che c’è uno spazio enorme per le aziende che sapranno porsi come garanti. In un mondo dove l’AI velocizza le risposte ma ne diluisce la fonte, i brand autorevoli (del farmaco, del baby food, del care) hanno l’opportunità di diventare i “certificatori” dell’informazione, nutrendo l’AI con contenuti sicuri o creando propri assistenti virtuali che uniscano la velocità dell’algoritmo alla sicurezza della competenza umana.