Parma, 6 agosto 2024 – Ognuno di noi, anche inconsapevolmente, contribuisce a generare sprechi alimentari. Sia il nostro Paese che la comunità internazionale sono da tempo impegnati per sensibilizzare le persone rispetto a questo fenomeno: il 5 febbraio, in Italia, si è celebrata ad esempio l’undicesima Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, per favorire il raggiungimento dell’obiettivo Zero Hunger (“Sconfiggere la fame”) fissato dalla Fao e dall’Onu, con lo scopo di garantire cibo adeguato a tutti. Per riuscire in questo intento, è indispensabile impedire che il cibo venga sprecato (con conseguenze sociali, economiche e ambientali).
COME DEFINIAMO LO SPRECO ALIMENTARE?
Il Ministero della Salute lo definisce come “l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare, che per ragioni economiche, estetiche o per la prossimità della scadenza di consumo, seppure ancora commestibili e quindi potenzialmente destinati al consumo umano, sono destinati ad essere eliminati o smaltiti”. In altre parole, si fa riferimento a tutti quei prodotti che vengono immessi nella filiera ma non raggiungono i consumatori; in questa definizione rientrano però anche tutti i prodotti che vengono acquistati ma non vengono poi consumati, e finiscono per essere scartati.
Infatti, lo spreco alimentare coinvolge ogni anello della catena alimentare, dalla produzione agricola fino al consumatore finale: secondo le stime della Fao, oltre un terzo del cibo prodotto va sprecato. Numerosi prodotti vengono scartati già nelle primissime fasi di produzione perché non conformi a rigidi standard estetici imposti dal mercato attuali; altri vengono danneggiati durante le fasi di trasporto; altri ancora vengono sprecati direttamente a casa dei consumatori finali che, acquistando cibo in eccesso o mal conservandolo, si ritrovano a buttare via i prodotti acquistati.
Secondo quanto riporta il Climate Change Report 2023 dell’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), il 22% delle emissioni globali di gas serra sono causate dalle attività agricole e forestali. A queste vanno poi sommate le emissioni per la lavorazione degli alimenti, per il trasporto e la distribuzione fino a giungere sulle tavole dei consumatori. Quando al supermercato compriamo un prodotto proveniente dall’altra parte del Pianeta, dobbiamo dunque essere consapevoli del suo impatto sull’ambiente.
I NUMERI DELLO SPRECO
Per farci davvero un’idea dei numeri e delle conseguenze dello spreco alimentare, ci viene in aiuto Waste Watcher, un osservatorio internazionale che si occupa di mettere in relazione cibo e sostenibilità. L’Osservatorio ha come obiettivo quello di fornire, non solo alla comunità scientifica ma anche all’opinione pubblica, tutte le conoscenze e gli strumenti necessari per poter analizzare il comportamento dei consumatori e l’impatto economico, sociale e ambientale imputabile allo spreco alimentare.
I dati raccolti nel Report di Waste Watcher 2024 attestano che, solo nel 2023, sono state sprecate 4.207 milioni di tonnellate di alimenti, per un valore complessivo di oltre 13 miliardi di euro.
RECUPERARE LE ECCEDENZE
Dobbiamo ricordare che, per produrre il cibo che mangiamo, le risorse del nostro Pianeta vengono messe a dura prova. Le conseguenze dello spreco alimentare diventano ancor più insostenibili se consideriamo che, nonostante ci siano ancora nel mondo quasi 282 milioni di persone che vivono in condizioni di insicurezza alimentare, il cibo prodotto supera nettamente quello che è il fabbisogno degli abitanti. Cosa accade dunque delle tonnellate di cibo sprecate ogni anno? Molto spesso, purtroppo, questi prodotti sono destinati a essere smaltiti in discarica: un’ulteriore fonte di emissioni di gas serra.
Esistono però delle alternative. Ne è un esempio l’attività che svolge Fondazione Banco Alimentare, che ormai da decenni ha come scopo quello di contribuire ad attenuare la fame, l’emarginazione e la povertà, combattendo lo spreco alimentare. Questo ente italiano opera recuperando le eccedenze delle filiere agroalimentari, che altrimenti andrebbero smaltite diversamente, e redistribuendole gratuitamente a chi ne ha più bisogno attraverso una rete di associazioni diffuse sul territorio nazionale. I singoli cittadini possono contribuire aderendo alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, e recarsi nei circa 15mila supermercati coinvolti dall’iniziativa per donare la spesa.
RIDURRE GLI SPRECHI DOMESTICI
Anche a casa possiamo fare la nostra parte nella lotta allo spreco alimentare. Ecco alcuni semplici accorgimenti da tenere a mente:
- Comprare solo il cibo di cui si ha bisogno. Programmare i pasti e acquistare solo le quantità necessarie alla loro preparazione permette di evitare che le eccedenze possano finire in discarica;
- Imparare a comprendere la differenza tra le diciture “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”. Sebbene possano sembrare molto simili, queste espressioni hanno un significato diverso: le scadenze indicate dalla dicitura “da consumare preferibilmente entro” sono più flessibili rispetto a quelle con la dicitura “da consumare entro“, poiché fanno riferimento alla qualità del prodotto piuttosto che alla sua sicurezza. Molti prodotti come fagioli secchi, lenticchie e pasta possono essere consumati in modo sicuro, anche se la loro qualità potrebbe diminuire (ad esempio, potrebbero avere variazioni di sapore, colore e consistenza) anche dopo aver superato la data “da consumarsi preferibilmente entro”;
- Usare il cibo di cui si dispone, controllando regolarmente frigorifero e dispense;
- Condividere il cibo in più con gli altri come, ad esempio, le banche del cibo;
- Quando possibile, riutilizzare gli avanzi in ricette di recupero.
La lotta allo spreco alimentare coinvolge tutti i consumatori che sono chiamati, anche nel loro piccolo, a contrastarlo attraverso scelte quotidiane responsabili.
Realizzato nell'ambito di Generazione F, un progetto finanziato dal MIMIT D.M. 6/5/2022 art. 5
Fonti: https://www.agrifood.tech/sostenibilita/spreco-alimentare-linnovazione-digitale-per-gestire-le-eccedenze-di-cibo-per-garantire-sostenibilita-e-arrivare-allesg/ https://www.bancoalimentare.it/sedi-locali https://www.climatewatchdata.org/ https://www.ipcc.ch/report/ar6/syr/downloads/report/IPCC_AR6_SYR_LongerReport.pdf https://www.salute.gov.it/portale/nutrizione/dettaglioContenutiNutrizione.jsp?lingua=italiano&id=4661&area=nutrizione&menu=vuoto https://www.sprecozero.it/wp-content/uploads/2024/02/WWI24_5feb_Presentazione_Web.pdf https://www.unicef.it/media/rapporto-globale-sulle-crisi-alimentari-la-fame-acuta-rimane-persistentemente-alta-in-59-paesi/