La gastroenterite nel cane e nel gatto - News Petme

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Le problematiche digestive affliggono spesso i nostri amici a quattro zampe, manifestandosi con sintomi come inappetenza, febbre e disagio addominale. Questo disturbo può avere origini diverse, spaziando da infezioni batteriche e virali a parassiti, allergie e intolleranze alimentari. La corretta diagnosi è cruciale per un trattamento efficace. Scopri come riconoscere i segnali d’allarme e quando è necessario consultare il veterinario nel nuovo articolo del dottor Emmanuele Tremolada, veterinario di Ca’ Zampa

Il termine gastroenterite indica un processo infiammatorio a carico di stomaco e intestino, che causa varie problematiche, tra cui perdita dell’appetito, febbre, dolore all’addome accompagnato da deambulazione “rigida”, oltre che vomito e diarrea.

Secondo lo studio delle cause e delle variabili della malattia, è possibile riconoscere diverse forme di gastroenterite:

  • Di origine batterica:  i batteri patogeni sono per lo più escherichia coli o salmonella e si trasmettono attraverso l’acqua contaminata, carne e pesce poco cotti o crudi (quindi anche l’ingestione di lucertole o di carcasse di piccioni), latte non pastorizzato e derivati. Un capitolo a parte lo merita l’Helicobacter, causa o, più frequentemente, concausa di gastriti croniche.
  • Di origine virale: quando si parla di virus gastroenterici, il primo a venire in mente è il parvovirus. I parvovirus sono la causa della parvovirosi canina, ma anche della panleucopenia felina; in entrambi i casi la patologia assume particolare gravità soprattutto nei cuccioli, specie se non ancora vaccinati. Anche il cimurro (paramixovirus) tra i vari sintomi presenta una gastroenterite ed è particolarmente pericoloso in cuccioli non vaccinati o che non hanno assunto il colostro o che, anche se l’hanno assunto, sono figli di madri non vaccinate.  Altro virus responsabile di gastroenterite è il rotavirus, che colpisce soprattutto cuccioli al di sotto delle 12 settimane, ma che può presentarsi anche in altre fasce d’età. Infine non dobbiamo dimenticare il coronavirus canino che colpisce spesso soggetti radunati in gruppo e può causare diarrea emorragica.
  • Da presenza di parassiti: spesso si sente parlare di “sverminazione preventiva”, cioè di somministrazione di farmaci antielmintici (cioè efficaci sui vermi); non andrò ad elencare tutti i tipi di parassiti intestinali, ma ritengo importante specificare che non tutti i parassiti sono vermi: ci sono anche i protozoi, microrganismi composti da una sola cellula. Gli esempi più comuni sono i coccidi e la giardia,  anch’essi causa di processi infiammatori a carico dell’intestino.
  • In concomitanza con patologie epatiche e patologie renali: in questo caso la gastroenterite è  soltanto uno (e non necessariamente il predominante) dei tanti sintomi legati alla patologia originaria.
  • Da ingestione di sostanze tossiche: ci sono molte sostanze irritanti per l’intestino, a partire da sostanze edibili quali ad esempio cibi speziati o molto salati, in alcuni casi agrumi, cibi avariati con presenza di tossine, cibi “ruvidi” (come la frutta secca). Capita anche che accidentalmente il nostro cane o il nostro gatto possano assumere sostanze non edibili quali sapone, detersivo per pavimenti, ammoniaca, candeggina, eccetera.
  • Da allergie o intolleranze alimentari: come allergia intendiamo una reazione esagerata in partenza dal sistema immunitario contro sostanze che l’organismo riconosce come estranee e potenzialmente dannose. Tutti gli alimenti possono nel tempo scatenare allergia, anche se quelli ritenuti più frequentemente responsabili sono i derivati del latte (formaggi, yogurt), la carne di bovino (vitello, vitellone, manzo, bovino adulto), la carne di pollo e di tacchino. Come intolleranza alimentare invece intendiamo una reazione avversa dell’organismo verso determinati cibi che, a differenza di quanto avviene nelle allergie alimentari, non dipende dall’attivazione anomala del sistema immunitario, ma per lo più è causata dalla mancanza di uno o più enzimi della digestione (ad esempio il lattosio è uno zucchero del latte e viene digerito dall’enzima lattasi: la mancata produzione da parte dell’organismo di questo enzima porta appunto all’intolleranza al lattosio).
  • Da errori alimentari: spesso avanzi della tavola, ma anche alimenti molto fermentescibili quali fagioli, eccessi di carboidrati (biscotti, dolciumi), ingestione di ossa (anche se “rosicchiati” e “sminuzzati”), xxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxxx xxxxxx xxxxxxx 
  • Da processi infiammatori su base infiltrativa: l’enterite infiltrativa più nota è l’ IBD (Inflammatory Bowel Disease), cioè una malattia infiammatoria cronica che colpisce  cani e gatti, causando un’alterazione nel sistema di immunoregolazione dell’intestino. Questa infiammazione può colpire qualsiasi tratto dell’apparato gastrointestinale, provocando lesioni di vario tipo a seconda della localizzazione anatomica e della natura delle cellule prevalentemente coinvolte.

La terapia per una gastroenterite deve essere stabilita dal veterinario dopo un’accurata visita.

Esistono farmaci comunemente utilizzati come terapia sintomatica, quali  fermenti lattici, sostanze assorbenti come la bentonite e integratori, ma è meglio non intraprendere terapie “fai da te”. Bisogna assolutamente rivolgersi al medico: è fondamentale arrivare sia a una diagnosi, in modo da avere una terapia mirata, sia a una valutazione delle condizioni generali dell’animale per poter impostare una eventuale terapia di sostegno.

Dottor Emmanuele Tremolada, veterinario di Ca’ Zampa

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