Via gli ippopotami colombiani: aperta la caccia e il loro trasferimento - News Petme

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

Scoppiano le polemiche e il caso fa il giro del mondo. Sono trent’anni che questi animali, introdotti nel Paese illegalmente dal narcotrafficante Pablo Escobar per la sua tenuta Hacienda Nápoles, costituiscono man mano un problema sempre più invasivo e serio. All’inizio erano solo 4, ora uno studio avverte che in una decina d’anni diventeranno un migliaio. La loro proliferazione rappresenta una delle maggiori minacce ecologiche del Paese

Nel corso degli anni Ottanta il famoso narcotrafficante Pablo Escobar importò illegalmente una serie di animali esotici nella sua tenuta di Hacienda Nápoles, nella regione di Antioquia, in Colombia. Tra i numerosi esemplari si trovavano anche quattro ippopotami africani che, a distanza di tre decenni dalla morte di Escobar, si sono riprodotti e moltiplicati fino a diventare una delle problematiche ecologiche e sociali più discusse del paese.

Dopo la morte di Pablo Escobar nel 1993 e il sequestro della sua tenuta da parte del governo colombiano, la maggior parte degli animali esotici fu trasferita o abbattuta. Gli ippopotami furono però lasciati liberi a causa delle difficoltà logistiche e dei costi associati al loro trasferimento. Da allora i quattro esemplari originali hanno trovato nella regione un habitat ideale, privo di predatori naturali e ricco di cibo e acqua. La loro popolazione è così cresciuta rapidamente, raggiungendo circa 169 esemplari sparsi tra la regione di Antioquia e la depressione di Momposina, centinaia di chilometri a nord dell’ubicazione originale.

Un recente studio svolto da diverse università e commissionato dal Ministero dell’Ambiente colombiano ha avvertito che, senza interventi adeguati, la popolazione di ippopotami presente nel paese potrebbe superare i 1.000 esemplari entro il 2035, portando con sè gravi conseguenze per l’ecosistema.

Gli ippopotami, animali notoriamente territoriali e aggressivi, sono in grado di modificare il paesaggio e il flusso dei corsi d’acqua, incidendo negativamente sulla flora e fauna locali. La loro presenza provoca l’erosione delle rive dei fiumi e altera la chimica dell’acqua, causando problemi per specie endemiche come i lamantini. Gli ippopotami possono rivelarsi anche pericolosi per gli esseri umani e  verso cui sono stati segnalati diversi attacchi lungo il fiume Magdalena.

Foto: IPA

Di fronte a questa crescente minaccia, il governo colombiano ha cercato di adottare diverse strategie per controllare la proliferazione degli ippopotami. La sterilizzazione degli animali è stata considerata una delle soluzioni più efficaci per limitarne la riproduzione senza ricorrere alla loro eliminazione, ma la tecnica non è priva di ostacoli. La sterilizzazione chirurgica richiede infatti l’anestesia dell’animale, un processo delicato e costoso che deve essere completato rapidamente per evitare complicazioni come ipotermia o problemi cardiaci. Solo una decina di sterilizzazioni vengono effettuate ogni anno, un  numero troppo basso per riuscire ad avere un impatto significativo.

Un’alternativa meno invasiva è stata la somministrazione di contraccettivi come il GonaCon, un farmaco in grado di inibire le pulsioni sessuali sia nei maschi che nelle femmine. La strategia si è però rivelata costosa e logisticamente impegnativa, poiché tracciare gli animali trattati è estremamente difficile. 

Nel 2024 di fronte all’incapacità di contenere la popolazione di ippopotami con metodi non letali un tribunale amministrativo di Cundinamarca ha ordinato al Ministero dell’Ambiente di prendere misure urgenti per proteggere l’equilibrio ecologico del Paese. Le soluzioni proposte includono la caccia controllata, la sterilizzazione più aggressiva, e il trasferimento degli animali in zoo o in paesi autoctoni.

Nonostante la necessità di un intervento deciso, qualsiasi tecnica di abbattimento degli ippopotami ha incontrato una forte resistenza da parte dell’opinione pubblica colombiana. Nel 2009 il primo tentativo di eliminazione di un ippopotamo di nome Pepe scatenò un’ondata di indignazione popolare. Per molti colombiani l’uccisione degli esemplari rappresenta un atto crudele e ingiustificato, soprattutto perché questi animali sono ormai diventati una parte familiare e, in un certo senso, “carismatica” della fauna locale.

Il governo colombiano è ora di fronte a un difficile dilemma: trovare un equilibrio tra la protezione della biodiversità e la sicurezza dei cittadini, senza però ignorare il benessere degli ippopotami. Con l’opinione pubblica fortemente contraria alla caccia e la sterilizzazione rivelatasi troppo lenta e costosa, il futuro della gestione dei “narco-ippopotami” di Escobar continua a rimanere incerto.

Foto: IPA

Copyright © 2024 – Tutti i diritti riservati

Recapiti
Lorenzo Sangermano