No, probabilmente non vedrete mai una scimmia al bar, ma quel che emerge dalla ricerca dell’Università di Exeter è che non sono solo gli esseri umani a subire l’attrazione dall’alcol. Alcuni animali, tra cui le scimmie, adorano mangiare frutti fermentati e con un alto livello di etanolo, ma lo fanno per l’effetto che producono e per l’energia extra che possono offrire
È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di prendere una sbronza nel fine settimana ad una festa tra amici. E anche chi giura di non aver mai bevuto nemmeno una birra, probabilmente si sarà ritrovato a dover sopportare o supportare qualche amico che aveva alzato un po’ troppo il gomito. Ma perché questo comportamento viene considerato normale? Cosa c’è di così attraente nell’alcol che fa sì che le persone sentano il bisogno di concedersi un bicchiere di vino o una birra fresca alla fine di una lunga settimana di lavoro?
L’alcol agisce direttamente sul sistema nervoso centrale, creando uno stato di rilassamento, rimuovendo i freni inibitori e provocando sensazioni di euforia. Tutti fattori particolarmente attraenti per chi cerca di alleviare lo stress, l’ansia o la tristezza. Non è raro infatti che alcune persone utilizzino l’alcol per affrontare problemi psicologici, come la depressione o l’ansia, cercando un sollievo, che è puramente temporaneo. Inoltre, un altro aspetto in grado di influenzare notevolmente il nostro consumo di alcol è sicuramente il contesto sociale in cui viviamo.
Di certo il consumo di alcol non è una pratica da incentivare, in quanto estremamente pericolosa per la nostra salute, ma è bene sapere anche che non siamo gli unici esseri viventi su questo pianeta ad essere affascinati dalle sostanze alcoliche e inclini a consumarle.
A questo proposito ci sono numerosi studi scientifici che dimostrano quanto anche gli animali siano attratti dall’alcol, seppur sotto altre forme, a partire proprio dai nostri antenati, le scimmie.
Alcune ricerche suggeriscono che la nostra attrazione per l’alcol potrebbe derivare proprio dalle scimmie, che già in passato avevano scoperto gli effetti “benefici” dei frutti fermentati, trasmettendoci così questa tendenza.
Ma è uno studio recente, pubblicato poche settimane fa sulla rivista “Trends in Ecology & Evolution” e condotto dall’ecologa comportamentale, Kimberley Hockings dell’Università di Exeter a confermare definitivamente quest’abitudine nel mondo animale: “Ci stiamo distaccando dalla visione antropocentrica secondo la quale l’etanolo è qualcosa di cui solo gli esseri umani fanno uso. L’etanolo è molto più abbondante in natura di quanto pensassimo, e la maggior parte degli animali che mangiano frutta zuccherata saranno esposti a un certo livello di etanolo”, ha spiegato l’autrice.
Le motivazioni che spingono le scimmie a consumare sostanze alcoliche sono diverse da quelle che riempiono i bar il sabato sera, sebbene il rilascio di endorfine e dopamina avvenga anche negli animali, ma c’è sempre un fil rouge in questa scelta: il beneficio momentaneo.
Le scimmie, infatti, prediligono i frutti fermentati, che contengono livelli di etanolo più elevati; questi frutti sono più ricchi di calorie e capaci di fornire un apporto energetico decisamente superiore rispetto a quelli non fermentati. Questa scelta quindi, permette loro di assumere più energia in meno tempo, un vantaggio importante per la sopravvivenza.
Naturalmente le scimmie non sono gli unici animali a mostrare tale comportamento, ma quello che sappiamo per certo è che i primati possiedono la stessa nostra capacità di metabolizzare l’alcol, se assunto in piccole quantità. Una caratteristica che hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione e che condividono con altre specie native delle zone tropicali, dove le alte temperature e l’elevato grado di umidità portano più facilmente fiori e frutti a fermentare.
Ecco, ora probabilmente abbiamo capito perché in molte regioni d’Italia si utilizza l’espressione “prendere la scimmia” al posto del verbo ubriacarsi. E chissà, magari questa curiosità potrà diventare un buon aneddoto da raccontare davanti a una birra. Ma fate attenzione: le scimmie sanno bene quando fermarsi… sarebbe saggio fare lo stesso!
Foto: IPA
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