L’affidamento o fido bancario è una somma che la banca mette a disposizione del cliente oltre il saldo disponibile sul conto corrente. Ne usufruiscono le imprese che, avendo necessità di liquidità immediata immediata, ne fanno richiesta. Quando l’azienda ottiene il fido, dunque, il suo conto viene chiamato “affidato”.
Il saldo utilizzabile dal conto corrente affidato comprende anche la somma prestata dalla banca, e su quel credito sono applicati tassi di interesse, che ne aumentano i costi per l’azienda.
I costi relativi a questo specifico tipo di conto si dividono tra tipici e dovuti all’affidamento. Questi ultimi sono di due tipi: commissioni e interessi. È buona norma tenere sotto controllo il proprio conto corrente affidato, perché non è raro che, a causa delle inadempienze della banca, siano presenti costi nascosti o illegittimi, difficili da identificare senza una consulenza tecnica.
La vasta esperienza maturata da Martingale Risk ha permesso di individuare le principali problematicità presenti in materia di affidamenti bancari, imputabili alla banca. La maggior parte si evince dagli estratti conto.
Presenza di condizioni di tasso, oneri e costi non pattuiti nel contratto
In seguito all’apertura del conto corrente il cliente dovrà versare interessi sulle somme utilizzate, i cosiddetti interessi passivi. Questi sono del tutto legittimi, ma non ne possono produrre di ulteriori. Inoltre, gli interessi passivi vengono calcolati una volta l’anno, al 31 dicembre, ma devono essere pagati non prima del mese di marzo dell’anno successivo. La banca non può quindi pretenderli prima di tale data.
Anatocismo
Si tratta di una prassi bancaria consistente nell’applicazione di un regime di capitalizzazione composta degli interessi debitori. Tale pratica dà luogo alla formazione di interessi su interessi. Gli interessi nuovi vengono calcolati non solo sul capitale prestato, ma anche su interessi e competenze liquidati in precedenza. Tutto ciò porta a costi ingiusti e insostenibili per l’azienda correntista, che deve corrispondere due volte la stessa somma. È bene ricordare che la legge vieta qualsiasi forma di produzione di interessi su interessi già dovuti alla banca.
Commissioni di massimo scoperto (CMS) o commissione di istruttoria veloce
Generalmente le banche applicano tali commissioni senza alcuna indicazione delle modalità di calcolo. Inoltre, addebitano importi commisurati al massimo utilizzo del periodo di riferimento, a prescindere dalla quota di fido utilizzabile. Affinché la clausola di massimo scoperto sia valida, deve possedere i requisiti di determinatezza e determinabilità; devono quindi essere previsti sia il tasso della commissione sia i criteri di calcolo e la sua periodicità.
Usura
Gli interessi usurai sono tutte le somme da corrispondere al di sopra del limite determinato dalla legge 108/96 (Tassi soglia d’usura). Per definire l’usura si confronta il Tasso Effettivo Globale (TEG) con il Tasso Soglia oltre il quale gli interessi si considerano sempre usurari.
Postergazione e antergazione delle valute
Anche questa irregolarità è molto diffusa nell’ambiente bancario. Consiste in un espediente usato dalle banche per accrescere i giorni base per il calcolo degli interessi passivi e per diminuire quelli che si riferiscono agli interessi attivi, il tutto a svantaggio dell’azienda cliente. La presenza di questo meccanismo è un’illegittima violazione del Testo Unico Bancario (TUB) e del Decreto legislativo n. 11 del 27 gennaio 2010.