Ritorna anche quest’anno l’iniziativa di sensibilizzazione “L’Albero della Sicurezza”: opera che l’artista Francesco Sbolzani ha donato all’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) e poi condivisa con il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (Mlac), costituita da un insieme di caschi protettivi, anche usati, installati a forma di albero di Natale.
Promossa dal 2022 per tutto il periodo natalizio, l’iniziativa punta a fare memoria delle tante lavoratrici e dei tanti lavoratori morti sui luoghi di lavoro (i dati resi noti dall’Inail sono tragicamente impietosi) e a tenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro.
Mantenere i riflettori puntati su questo dramma è un’invocazione e un richiamo alla sicurezza, rivolti soprattutto a chi gestisce e ha responsabilità su luoghi pubblici e luoghi privati di lavoro, e su tutti gli aspetti e le fattispecie che riguardano il quotidiano dei lavoratori.
Pensiamo, per esempio, a medici ed infermieri assaliti da familiari di persone decedute nei Pronto Soccorso e nei reparti degli ospedali. Alla furia dei cambiamenti climatici che mettono a soqquadro i luoghi di lavoro, talvolta anche con lavoratrici e lavoratori all’interno, intenti a svolgere le proprie attività lavorative. Ai tanti episodi di cronaca nera che si consumano sul posto di lavoro e coinvolgono lavoratrici e lavoratori.
Sono decisamente troppe – e in aumento negli ultimi anni – le persone che muoiono sul posto di lavoro. Occorre dunque fare tutto il necessario, tutto il possibile affinché questo non accada.
L’Albero della Sicurezza ci invita a non dimenticarci di questa autentica piaga che ferisce a morte il nostro Paese. Che strappa vite ai propri familiari ed amici. Che lascia basiti se pensiamo che ancora nel 2024 possano accadere tragedie e drammi sui luoghi di lavoro.
Vogliamo come Mlac, tenere alta l’attenzione sugli incidenti del lavoro e creare una nuova coscienza civica che passi attraverso una cultura del lavoro dignitoso. Un lavoro che possa trovare la sua realizzazione nella crescita umana e sociale e non nella morte o nei danni, temporanei o permanenti, ai lavoratori.
Invitiamo tutti ad allestire un Albero della Sicurezza
Invitiamo, dunque, i gruppi Mlac, le parrocchie, le comunità tutte e i singoli ad allestire un Albero della Sicurezza che possa rappresentare al meglio una forte sensibilità verso questo tema. Come segno di testimonianza e d’impegno nei nostri territori.
Papa Francesco, fin dall’inizio del suo pontificato ci ha richiamato ai valori di sostenibilità, etica, giustizia e sicurezza nei luoghi di lavoro. Denunciando un modo di pensare errato: le vittime non sono numeri, ma persone e rappresentano una ricchezza.
Purtroppo, se si guarda alla sicurezza dei luoghi di lavoro come a un costo, si parte da un presupposto sbagliato.
A questo proposito, parlando della Torre di Babele, nel suo Discorso all’Associazione nazionale Costruttori edili (Ance), papa Francesco ebbè a dire: “In quel tempo i mattoni erano difficili da fare, perché dovevano prendere la paglia, l’erba, poi fare la massa, cuocere ma, un lavoro enorme. Un mattone era, non dico una fortuna, ma costava. Ma, se nella costruzione della Torre di Babele cadeva un mattone, era una tragedia, e l’operaio che era stato il responsabile era punito. Invece, cadeva un operaio, non succedeva niente. Ci deve fare pensare, questo. La vera ricchezza sono le persone. Senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore. Per questo, la legalità va vista come tutela del patrimonio più alto che sono le persone. Lavorare in sicurezza permette a tutti di esprimere il meglio di sé guadagnando il pane quotidiano. Più curiamo la dignità del lavoro e più siamo certi che aumenterà la qualità e la bellezza delle opere realizzate”.