Al Mimit l’incontro con il ministro Urso ed i vertici della multinazionale sul futuro del petrolchimico di Brindisi


La Fialc Cisal mantiene un certo scetticismo sul piano industriale di Eni Versalis anche dopo la riunione che si è svolta, a Roma, in presenza del ministro del Mimit, Adolfo Urso. Al tavolo i manager della multinazionale che hanno confermato la volontà di interrompere per aprile – maggio 2025 la produzione dell’impianto di cracking petrolchimico di Brindisi, dove si punterà su una fabbrica di accumulatori statici e un impianto di riciclo della platica. 

Urso ha riferito che “da parte di Versalis non c’è un disimpegno ma una chiara volontà di riconversione produttiva della chimica di base, passando da un settore che ha accumulato perdite di 3 miliardi negli ultimi 5 anni a settori in significativa espansione che potrebbero rappresentare uno sviluppo significativo sia sul piano industriale sia per quanto riguarda l’impegno ambientale”.

Fialc Cisal, presente al tavolo con delegazione composta dal vice segretario Massimo Pagliara e dai coordinatori nazionali Giovanni Mavroidis e Andrea Genoino “pone dubbi, ancora una volta, sui tempi di spegnimento degli impianti di cracking, ritenuti non congrui rispetto lo scenario economico e industriale internazionale e, nondimeno, ancora poco conformi alla realizzazione delle opere presentate”.

Su queste ultime, Cisal “chiede di poter conoscere approfondite informazioni sul business Plan, sugli iter autorizzativi e sulla esplorata ipotesi di partnership. La Cisal chiede al governo di fornire “adeguate garanzie sulla paternità di Eni del progetto complessivo e di valutare seriamente, a questo punto, la opportunità di rallentare la decisione di Eni di dismettere la chimica di base solo sulla base di stime affaristiche e poco sensibili delle enormi ripercussioni che tale abbandono, se non sostenuto da importanti alternative, produrrebbe sul territorio italiano”.